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Ristorni: quanto versano gli altri Cantoni?

6 maggio 2011 – 10:567 Commenti

Da più parti in Ticino, anche in reazione ai problemi creati dall’inserimento della Svizzera nella black list italiana dei paesi a fiscalità privilegiata, si chiede di ritoccare verso il basso la parte degli introiti della tassa alla fonte prelevati ai frontalieri italiani. Per il Cantone la soluzione più vantaggiosa sarebbe quella negoziata per i frontalieri provenienti dalla Germania.

In totale in Svizzera lavorano 231′800 frontalieri. La maggioranza (52%) risiede in Francia, il 22,8% in Italia e il 21.4% in Germania. L’imposizione fiscale di questi contribuenti è regolata in modo diverso a seconda del paese d’origine e spesso anche del Cantone in cui lavorano. Cercare di capire chi ristorna di più e chi di meno non è facile. Ogni Cantone ha le sue aliquote e spesso anche accordi diversi con i paesi vicini.

Con la Francia, la Svizzera ha concluso un accordo che prevede la tassazione nel luogo di residenza dei frontalieri. È dunque la Francia a ristornare alla Svizzera, a copertura dei costi causati dai frontalieri all’infrastruttura svizzera, una parte dell’imposta prelevata pari al 4.5 % del reddito lordo. Per un frontaliere francese coniugato con due figli che guadagna 70’000 franchi, il Canton Basilea, per esempio, riceve dalla Francia 3122 franchi.

Anche i frontalieri tedeschi vengono tassati al loro domicilio, cioè in Germania. Ma a differenza della Francia, la Germania non ristorna nulla alla Svizzera. Dai reddito dei frontalieri tedeschi i Cantoni svizzeri prelevano alla fonte una aliquota del 4,5%. I frontalieri tedeschi dichiarano quanto guadagnano al loro fisco, e detraggono l’imposta pagata in Svizzera. Si tratta della medesima situazione in cui si trovano i frontalieri italiani che abitano fuori dalla zona dei 20 chilometri.

Italia: frontalieri di serie A e di serie B

I frontalieri italiani si dividono in due categorie. Quelli che abitano nei comuni compresi in una fascia fino a 20 km dal confine vengono tassati alla fonte in Svizzera. La convenzione fra la Confederazione e l’Italia del 1976 stabilisce che il 40% della somma raccolta (ridotta poi al 38.8% per tener conto dei frontalieri che non rientrano a domicilio ogni giorno) venga versato ai Comuni di provenienza del frontalieri. In Italia questi frontalieri non devono pagare tasse sul loro guadagno in Svizzera.

I frontalieri fuori zona, che abitano cioè oltre la zona dei 20 chilometri, vengono invece tassati sia in Svizzera che in Italia. Il Ticino preleva l’imposta alla fonte, senza ristornare nulla all’Italia. Il frontaliere deve poi dichiarare il reddito realizzato in Svizzera anche al fisco italiano. Dall’aliquota dovuta al fisco italiano possono venir dedotte le tasse pagate in Svizzera.

Con l’Austria è in vigore un accordo simile a quello valido per l’Italia. È quindi il Cantone svizzero a ristornare, ma la percentuale rimborsata del 12,5 % dell’imposta incassata è di molto inferiore a quello di cui beneficia l’Italia. Nonostante ciò, al fisco grigionese rimangono meno soldi che a quello ticinese. Il Ticino applica infatti ai frontalieri una aliquota più alta, e quindi, nonostante i ristorni, incassa una somma maggiore. Nel caso del nostro esempio, al fisco grigionese rimangono Fr. 184, mentre il fisco ticinese, sull’imposta alla fonte pagata dal frontaliere italiano, si tiene Fr. 600.

Peculiare è la situazione di Ginevra, che a differenza degli altri Cantoni confinanti con la Francia, preleva una imposta alla fonte sui redditi dei frontalieri. Ginevra restituisce poi alla Francia il 3.5% del reddito lordo. Nel caso del nostro esempio l’introito dell’imposta alla fonte viene praticamente annullato, e Ginevra deve restituire quasi tutto. Probabilmente, grazie all’alta densità di funzionari internazionali e manager di multinazionali domiciliati a Ginevra, questa città-cantone dispone di un patrimonio di frontalieri che guadagnano molto bene, e che compensa le minori entrate dovute alla aliquote molto basse per i redditi inferiori.

Un caso ancora particolare è quello del Lichtenstein, i cui cittadini vengono considerati alla stregua di residenti di altri cantoni svizzeri, e non vengono tassati sul luogo di lavoro. In cambio non vengono tassati in Lichtenstein neppure i frontalieri svizzeri che lavorano nel principato.

Dal punto di vista dei cantoni svizzeri, la situazione più vantaggiosa, almeno nel caso preso in considerazione, non è quella austriaca, ma quella che risulta dagli accordi con la Francia o con la Germania. Nel primo caso il Cantone svizzero incassa un ristorno importante, nel secondo caso si tiene l’intero introito dell’imposta alla fonte. Una tale soluzione è però meno vantaggiosa per i frontalieri, che vengono tassati nel loro paese di residenza, in genere con una aliquota superiore a quella in vigore in Svizzera.

Michele Andreoli

Dati tratti da: Kindah Bourhan, La compensazione finanziaria dell’imposta alla fonte e l’analisi tecnica dell’Accordo sui frontalieri, in Novità fiscali, 10/2010, Centro di competenze tributarie, Supsi

 

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7 Commenti »

  • [...] paesi a fiscalità privilegiata, è stato proposto di bloccare il versamento all’Italia di quella parte dell’imposta prelevata sui salari dei frontalieri. Si tratta di circa 50 milioni di euro all’anno che vanno a beneficio dei Comuni di frontiera da [...]

  • [...] nelle relazioni fra i due paesi, la presidente della Confederazione comunica che la sospensione del ristorno del provento dell’imposta alla fonte prelevata sui redditi dei frontalieri italiani “non è una misura opportuna per il momento poichè contraddice la strada del dialogo [...]

  • [...] di abolire l’esenzione fiscale per redditi dei frontalieri nella zona fino a 20 km dal confine (la medesima soluzione in vigore con i frontalieri francesi o tedeschi). Per i frontalieri sarebbe così meno interessante venire a lavorare in Svizzera. In caso di una [...]

  • nicola scrive:

    sono andato a rileggermi questo articolo che è molto interessante. soprattutto non è facile trovare un cosi sintetico riassunto della situazione di rapporto fiscale con gli altri paesi europei (se fosse possibile anche voi potreste fare una sezione vademecum per i frontalieri da facile accesso e recupero, le info per noi poveri frontalieri arrivano sempre con il contagocce).

    alla luce delle ultime novità e del probabile accordo futuro con l’italia, la situazione per i frontalieri italiani verrà resa uguale, a vostro parere, a quella di germania e francia? ovvero sparirà il grande vantaggio per i frontalieri dentro i 20 km?
    e per quelli fuori i 20 la situazione resterà come ora o potrebbe esserci qualche beneficio?

    grazie

  • infoinsubria scrive:

    Fino ad ora la proposta di abolire del tutto ristorni e esenzione dalla dichiarazione italiana per i frontalieri entro la zona dei 20 km – la soluzione in vigore con i frontalieri tedeschi – non è stata avanzata da nessuna forza politica importante. Gli industriali ticinesi si sono al contrario già detti preoccupati per la prospettiva di una abolizione dei “privilegi fiscali” dei frontalieri che abitano nella zona dei 20 km, in quanto potrebbero diminuire l’attrattività di lavorare in Svizzera. In Ticino si chiede la modifica dei parametri – ammontare dei ristorni – ma non della sostanza degli accordi. È veramente difficile anticipare l’esito delle trattative.

  • Angela scrive:

    Vivo a como e lavoro a Lugano devo fare la dichiarazionie dei redditi anche in Italia

  • infoinsubria scrive:

    @ Angela: Se abita a Como è un frontaliere fiscale, e non deve dichiarare in Italia.

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