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Frontalieri, verso l’assoggettamento alle aliquote italiane!

16 settembre 2014 – 15:495 Commenti

La sala del Consiglio nazionale (parlament.ch)

Colpo di scena nella vicenda legata alla fiscalità degli oltre 60mila frontalieri presenti in Ticino. Il Consiglio federale dovrà studiare gli effetti di una eventuale loro tassazione sulla base delle aliquote praticate in Italia. La Camera bassa elvetico ha accolto oggi a sorpresa un postulato del leghista ticinese Lorenzo Quadri per il quale questo sistema permetterebbe al Ticino e a Roma di incassare di più e contribuirebbe a limitare gli effetti del dumping salariale.

A sorpresa oggi la Camera bassa federale ha accolto un postulato depositato nel 2012 dal consigliere nazionale ticinese leghista Lorenzo Quadri  con il quale è chiesto l’assoggettamento dei lavoratori frontalieri alle aliquote italiane. Con 157 sì, 25 no e 4 astenuti il voto non ha tenuto conto del preavviso negativo del Governo elvetico. Tutti i deputati ticinesi presenti hanno votato a favore.

Il postulato è stato approvato nonostante l’invito contrario del Consiglio federale. La ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha ricordato l’opportunità di non appesantire le trattative con l’Italia nell’ambito dei negoziati fiscali in corso e che dovrebbero sfociare su un risultato positivo per entrambi. Inoltre, il postulato accolto oggi presuppone l’applicazione in Ticino del diritto fiscale italiano per la tassazione dei frontalieri, un unicum a detta della Ministra delle finanze che mal si concilia col principio di sovranità, anche fiscale, di uno Stato. Notevole potrebbe, inoltre, essere l’aggravio amministrativo e l’aumento conseguente dei costi a carico del Cantone Ticino.

La proposta di Quadri prevede la sottoscrizione da parte di Italia e Svizzera di un accordo che preveda l’assoggettamento fiscale dei frontalieri alle aliquote italiane, assai più elevate di quelle elvetiche. La Svizzera, incaricata del prelievo fiscale, tratterrebbe l’intera quota dell’attuale imposta alla fonte (quindi senza ristorno del 38,8%) mentre la differenza sarebbe trasferita all’Italia. Un sistema simile è in vigore con i frontalieri francesi. In questo caso tocca però alla Francia ristornare alla Svizzera una parte del gettito. I frontalieri tedeschi vengono invece tassati sia in Germania e in Svizzera, ma possono recuperare quanto pagato in Svizzera detraendo l’imposta da quanto versano al fisco del loro paese.

Paradossalmente, rinunciando a tassare il reddito dei frontalieri residenti in zona di confine, il fisco italiano perde annualmente diverse centinaia di migliaia di euro, e, in un certo senso, sovvenziona l’economia ticinese. Il provvedimento proposto da Quadri porrebbe fine a questo stato di cose, rendendo meno interessante lavorare in Ticino. Considerato  l’incremento del prelievo fiscale sullo stipendio dei frontalieri, questi ultimi non avrebbero più interesse ad accettare lavori sottopagati. Una misura che, insomma, potrebbe contrastare il dumping salariale in Ticino.

Red.

 

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5 Commenti »

  • Mirko scrive:

    Passare dalle bassisime aliquote svizzere alle altissime aliquote italiane sarebbe un botta non da poco. Speriamo che a Roma si rifiutino di accettare questo cambiamento.

  • Mario scrive:

    Lorenzo Quadri vuole combattere il dumping salariale con questa misura che è stata accettata come postulato. Questo non significa che sarà applicata domani mattina, l’iter burocratico affinchè diventi operativo è lungo e non è detto che passerà. A me sembra tanto “campagna elettorale” (l’anno prossimo si vota in Svizzera). Quello che Quadri non ha capito è che la situazione della disoccupazione italiana è così drammatica che i frontalieri non rinunceranno al lavoro aneanche se lo stipendio sarà più basso, perchè piuttosto che niente è meglio “piuttosto”. Le misura per il dumping sono altre e sono note a chi di dovere, ma sebbene più semplici, sono politicamente molto più scomode.

  • Fabio scrive:

    Credo che l’applicazione delle aliquote italiane senza “accorgimenti” sia notevolmente scorretta in quanto penalizzerebbe pesantemente padri o madri di famiglia. Questi infatti pagherebbero una differenza pesantissima rispetto ai single occupati in Svizzera. Inoltre cosa succederebbe alle detrazioni Irpef a cui hanno diritto gli italiani? E le differenze di tutela del posto di lavoro (art.18, mobilità, cassa in deroga, ecc..)? Il sistema del lavoro Svizzero è più vicino a quello Americano che a quello Italiano, pertanto è corretto che la pressione fiscale sui redditi da lavoro sia più bassa.

  • Pat scrive:

    Un frontaliere oggi paga meno tasse di un lavoratore svizzero in Svizzera e di uno italiano in Italia, questa diseguaglianza deve sparire, ben venga il postulato e, speriamo, conseguenti cambiamenti.
    Il Ticino dovrebbe trattenere quanto gli é dovuto e lasciare che l’Italia tassi la parte rimanente, non vedo perché il Ticino dovrebbe divenire una sorta di sostituto di imposta.

  • mamimama scrive:

    Cosa sarebbe oggi il Ticino senza i frontalieri e gli imprenditori italiani che hanno spostato la loro azienda in Ticino?

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