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Balairatt: a volte ritornano

28 settembre 2010 – 17:5518 Commenti

Sta scaldando gli animi, in Ticino e nelle province italiane confinanti, la curiosa campagna lanciata da uno studio pubblicitario di Locarno, che con toni che rieccheggiano le campagne xenofobe degli anni ‘60 e ‘70, prende di mira la presenza di manodopera non svizzera in Ticino.

Il sito internet era apparso in rete poco tempo fa. Ieri una campagna in grande stile, con manifesti appesi nei maggiori centri ha reso nota l’esistenza del sito su scala più ampia: nel mirino sopratutto i frontalieri, di cui viene pubblicato a grandi lettere il numero: 45′000. I ratt, i topi che invadono il Ticino per portare via il formaggio agli indigeni, sono in maggioranza padani. Fabrizio e Giulio, il primo piastrellista di Verbania, il secondo avvocato lombardo, sono messi sullo stesso piano di Bogdan, un rumeno di professione sconosciuta.

Il fatto che la possibilità di ricorrere ad un ampio serbatoio di manodopera qualificata a costi abbordabili sia uno dei punti di forza dell’economia ticinese, che crea benessere di cui approfitta tutta la popolazione ticinese, per gli ignoti promotori del sito naturalmente è un fattore insignificante. La contrapposizione che viene costruita è fra la manodopera non domiciliata nel Cantone e il disoccupato ticinese. Una contrapposizione tutta da provare, visto che non necessariamente il profilo del disoccupato ticinese corrisponde a quello della risorsa umana di cui l’imprenditore è alla ricerca proprio in quel momento. Purtroppo anche l’economia di mercato ha qualche imperfezione.

Lo studio pubblicitario che ha curato la campagna si è rifiutato finora di render noti i nomi dei committenti. Sorprende la disponibilità dei mezzi a disposizione per fare pubblicità a dei luoghi comuni che si possono ascoltare ad ogni angolo di strada. Difficile anche capire quali possano essere i fini. Dal punto di vista elettorale, l’investimento probabilmente non vale la candela. Ci sono in Ticino almeno due formazioni politiche, di cui una rappresentata anche in governo (la Lega dei ticinesi) che occupano già questo terreno con non poco successo.

Il governo cantonale ticinese ha condannato la campagna, stigmatizzando il messaggio che esso veicola, offensivo nei confronti di cittadini stranieri. Il Consiglio di Stato sottolinea anche alcune ovvietà: il fatto, per esempio, che senza il contributo del personale frontaliero, in Ticino gli ospedali potrebbero chiudere. Dal canto loro gli ambienti che maggiormente approfittano della presenza dei frontalieri in Ticino non si sono manifestati: l’Associazione degli industriali ticinesi non ha infatti preso posizione.

In Italia il sindaco di Verbania, il parlamentare del PdL Marco Zacchera, ha denunciato la campagna con interrogazioni al ministro degli Esteri e a quello dell’Economia. I toni xenofobi della campagna sono tali da giustificare queste reazioni, su cui d’altra parte i promotori dell’iniziativa sicuramente contavano per moltiplicare la risonanza della campagna.

Se i frontalieri volessero davvero far sentire la loro voce, la risposta ci sarebbe. Basterebbe dimenticare, tutti assieme, di recarsi al lavoro, anche solo per un giorno. E poi stare a vedere cosa succede.

Michele Andreoli

www.balairatt.ch

Comunicato stampa del governo ticinese

 

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18 Commenti »

  • Roberto scrive:

    Questa mattina, per la seconda mattina di fila, molte migliaia di frontalieri (migliaia di ore di lavoro perdute) sono rimasti bloccati a Stabio a causa di un microcantiere (asfaltatura di pochi metri di strada) regolato da un povero operaio di colore che faceva passare un pugno di macchine per volta in direzione di Lugano.

    Niente Polizia, niente guardie doganali. Nessuna iniziativa per liberare tutta questa “forza lavoro” da un ora di sosta forzata.

    Non si poteva cominciare ad asfaltare alle 9 ? ieri sera alle 23 non c’era nessun cantiere sulla cantonale.

    Anche ieri mattina stesso film. Ma con solo mezzora di coda.

    Lo fanno apposta ? Chissa’

    Mutismo e rassegnazione.

  • Marco scrive:

    Trovati lavoro in italia vedi che risolvi il problema….

  • Roberto scrive:

    x Marco.

    Non ho bisogno di trovare lavoro in Italia per risolvere il problema. Anzi, per dirla tutta potrei anche fare a meno di lavorare.

    Con il lavoro che faccio potrei venire a lavorare a mezzogiorno per esempio. O lavorare da casa. O restare a dormire a Lugano. Non devo timbrare il cartellino e non devo rendere conto dei miei orari a nessuno. Sono azionista e direttore della società.

    Mi spiace solo per chi non gode dei miei privilegi e che quindi subisce continue vessazioni.

    In ogni caso caro Marco …

    Buon lavoro ! :)

    … e quando rimmarrai anche tu intrappolato in una “trappola viabilistica per frontalieri” …. ricorda : Mutismo e rassegnazione.

  • Gio scrive:

    Caro roberto nn augurargli buon lavoro xke è probabile che faccia parte di uno dei 45000 ticinesi depradati del lavoro in fabbrica cui tanto ambiva!!… Per carità!!
    Comunque una campagna xenofoba di questa portata sociale ha bisogno di gente ignorante che inconsapevole si faccia fare il lavaggio del cervello. La risposta di Marco fa capire quanto lui sia rimasto particolarmente coinvolto da questo slogan razzista!!

  • Roberto scrive:

    Mi piace la Svizzera. E lo dico senza ironia. Ha ancora la capacità di reagire alle piccole cose che non vanno, con scatti d’orgoglio che in Italia nessuno si aspetta piu’, soprattutto da chi si occupa della “cosa pubblica”.

    Terzo giorno di cantiere stradale a Stabio. Bello grosso oggi, non un bucherello di pochi metri come quello di 2 giorni fa. Tre incroci coinvolti. Macchinari pesanti. Ma oggi sembrava di stare …….. In Svizzera ! :)

    Sparito il povero operaio di colore con la palettina (mi pare di averlo visto aggirarsi in quel microcantiere dopo la seconda galleria di Melide col suo cappellino di lana nero) …. E’ comparsa a dirigere il traffico una squadra di autorevoli guardie. In 15 minuti (accettabilissimi) il traffico proveniente dall’ Italia e diretto verso i luoghi di lavoro supera il cantiere. Le soste organizzate da professionisti permettono di spegnere il motore e di ridurre l’inquinamento. 5 turni di attesa e via. Non 150 come ieri.
    La Polizia presidiava l’incrocio. Insomma chapeau !.

    Purtroppo ed inevitabilmente si e’ formata una discreta coda in uscita. Quasi tutte auto targate TI, dirette verso l’Italia. I frontalieri della spesa. Magari Marco era in coda ……

    Ognuno cerca di arrangiarsi come puo’.

  • Lisander scrive:

    Ma, se ve piasun minga i lauradù che i vegnun da la Lumbardia. Pudè ciapà un pò de maruchin o tünisin nost che a Milan hin a spass e che par fà un po’ de danè i traficun in coca. Pensi ch’l Bignasca el saria dacordi.

  • Max_Villas scrive:

    consiglio di leggere la gustosa parodia che il Vernacoliere di Livorno fa nel numero di Ottobre della prima pagina del quotidiano della Lega “La Padania”

    … é proprio vero che ognuno é un terrone/neger/topo rispetto a qualcun altro il quale lo è a sua volta rispetto a qualcun altro ancora !

    Quelli che propongono queste campagne xenofobe sono semplicemente dei cialtroni che non meritano tutta questa attenzione

  • Marco scrive:

    X giò
    il problema é che se arrivano in Italia i nord africani, a fare i lavori che gli italiani non vogliono fare, scoppia la crisi diplomatica con tanto di leghisti pronti a cantare o mia bella madunnina.
    Se invece sono gli italiani ad andare a lavorare in una nazione, dove la disoccupazione é in crescita, é cosa buona e giusta!

  • Giorgio scrive:

    Purtroppo da ticinese devo ammetterlo, onestamente consapevole dei pregi e difetti del mio cantone… noi ticinesi siamo talmente antipatici che a volte mi viene voglia di prendermi a schiaffi da solo..

  • P.Balliello scrive:

    La stupiditá di certa gente non meriterebbe commento, essendo facile dimostrare come sia gravosa la semplice conseguenza di una astensione dei frontalieri dal lavoro. Nella Svizzera settentrionale tale valutazione stupida e xenofoba, é giá stata ventilata anni orsono (Es.Blocher). Alfine, chi lavora paga anche tasse, e non lavora in nero, ma con contratti e permessi di lavoro e soggiorno, offrendo evidentemente prestazioni non altrimenti disponibili. Senza pensare a livelli intermedi, moltissimi accademici di diverse facoltá lavorano in Svizzera in posizioni chiave anche come frontalieri, o non sono indigeni! Chi pertanto agisce contro il proprio interesse sembra sicuramente, ma solo a prima vista stupido: Piu´probabilmente agisce in tal modo per altri fini, illegali e reconditi, dei quali la provocazione xenofoba é mezzo, tesi a sabotare l´economia interna o certa parte locale di questa. I mandanti sono pertanto da perseguirsi legalmente da parte dello Stato.

  • Gio scrive:

    Bhe nn trovi che i ticinesi siano antipatici. Da frontaliere devo dirti che sono in parte d’accordo cn quel cartellone. Anche a me fa incazzar quando scopri che la maggior parte dei crimini sm fatti da extracomunitari. X contro e in parte rispondo a Marco, credo che chiaramente se uno lavora mm ci sono problemi. L’importante è che nn gravi sulle spalle dello stato( che riferendomi al mio, ovvero l’Italia, ha veramente tante lacune) o che nn commetta reati. Ma la questione del frontalierato mi spiace ma è soltanto un modo di discriminare delle persone che lavorano e che poi tornano a casa.ci sono 45000 frontalieri che lavorano. Molti di questi come me hanno un contratti collettivo ovvero detto in parole povere hanno lo stesso stipendio di uno svizzero. Xcui se lo stato o l’azienda assume determinata gente è perche nn ci sono abbastanza persone che lo facciano. In ogni caso 45000 frontalieri e quasi 6000 disoccupati “ticinesi”. Metto le virgolette perche molti sono solo abitanti domiciliati senza passaporto. In ogni caso ci sarebbero vuoti 39000 posti di lavoro. Quindi si fermano quasi tutte le aziende e con aziende intendo anche l’ospedale. Giorgio nn siete ne stupidi ne antipatici. In tutti i posti ci sono quelli che si lasciano trascinare di più da queste cose rischiando poi di sembrare ingrati nei confronti di chi come me apprezza tantissimo quello che la svizzera fa per me.

  • Giorgio scrive:

    La mia era una battuta per sdrammatizzare. Comunque Gio hai perfettamente ragione. Purtroppo questa campagna denota una grande ignoranza. Persone limitate che non si rendono conto che nella realtà economica dei giorni nostri i nostri paesi sono talmente integrati che non è più possibile creare barriere al lavoro.
    Il partitucolo che ha lanciato la campagna (UDC- filiale con pochi voti del partito nazionalista di destra SVP svizzero) frustrato dal maggior successo della lega dei ticinesi cerca di farsi pubblicità.

  • mario scrive:

    Non si può negare: l’Italia ha i cervelli, ma li deve esportare. Questo perché a differenza di altre nazioni europee (CH compresa) non esiste nel cosiddetto Bel Paese un concetto di Stato nazione, con regole condivise e rispettate. Questi sono valori degli Stati moderni, valori che si costruiscono con la modestia, il lavoro, il senso di socialità e di giustizia, non certo con la furbizia ritenuta, invece in Italia, il valore massimo a cui riferirsi. A proposito di cervelli… Premi Nobel CH 24, primi Nobel Italia 20.

  • gino scrive:

    si parla spesso di manodopera qualificata oltre frontiera,ma a me cuesto
    non sembra ho lavorato e lavoro con tanti frontalieri e vi posso garantire
    che la loro profesionalità lascia molto desiderare.
    Qui da noi per ogni mestiere si fa un attestato federale,pochi sono i
    frontaglieri che anno un diploma che attesta la capacità professionale.
    Inoltre non credo che siano una richezza per la collettività Ticinese,
    vedi gli stipendi che spendono oltre frontiera,lasciando poco o niente qui
    in Ticino,e il ristorno sulle tasse che il cantone paga all’Italia,
    piutosto penso che siano una richezza per i singoli datori di lavoro.
    Io credo che in una società si vive bene quando ci sono gli equilibri
    giusti,purtroppo qui da noi questi equilibri si stanno rompendo,
    spero che in futuro si guardi un po piu alla collettività e meno ai propi
    interessi,vorrei anche sottolineare,che anche noi con uno stipendio
    adaguato alla vita sociale locale facciamo qualsiasi lavoro,
    chiedete ai frontalieri se certi lavori che fanno qui li farebbero anche
    in Italia non credo,in Italia certi lavori li fanno gli extra comunitari
    perche gli Italiani non li vogliono fare …..

  • Marco scrive:

    Bravo Gino!!! per non parlare della criminalità che arriva dall italia!!!

  • Marco scrive:

    I cervelli italiani sono così necessari che nel canton ticino ha vinto la lega ticinese che ha sfoggiato lo slogan “via gli italiani dalla svizzera”!!!
    Marco

  • Marika scrive:

    Io sono una ragazza italiana e vivo in svizzera. Forse hanno usato toni sbagliati, ma il problema esiste veramente. I residenti, svizzeri e non. Perchè signori, se pensate che in ticino ci siano solo svizzeri non sapete proprio niente. Infatti qui è pieno di canadesi, americani,portoghesi, jugoslavi, croati,spagnoli, brasiliani e altro ancora. Vengono tutti licenziati, semi licenziati o pagati di meno. E’ giusto forse? No, il problema sussiste, il mio compatriota italiano che fa il frontaliere si approffita di una situazione simile, perchè in Italina non c’è lavoro. E’ un dato di fatto che sa tutta l’europa. Tra l’altro è impossibile fare il frontaliere in italia, perchè la paga è troppo bassa. Penso che Berna dovrebbe intervenire personalmente e andando nelle scuole, e molto difficile ottenere una lavoro anche solo umile, tipo pasticera o lavoro in fabbrica perchè prendono gente da fuori, di conseguenza il sistema un giorno scuola e gli altri al lavoro diventa inesistente. Molti ragazzi rischiano di restare senza un diploma già molto giovani e non solo loro, purtroppo. Patti bilaterali? Mi sembrano più unilaterali, ovviamente il frontaliere pensa solo al proprio tornaconto personale a lui non interessa quanta gente viene licenziata e se hanno famiglia. INoltre la criminalità è aumentata a dismisura. Chiudersi immediatamente e puntare i piedi a berna nel caso rompa, raccogliere 900.000 mila firme e indire subito un referendum. La svizzera francese ha il nostro stessa problema e molti grigionesi comprendono il nostro punto di vista, altrimenti noi italiani e stranieri alle dogane a non farli passare e gli svzzeri su a berna a protestare!

  • [...] Christoph Blocher. Il partito di Blocher, sia notato per inciso, è l’ideatore delle campagne antifrontalieri Balairatt. In una strofa Blocher veniva definito “motherfucker”. Per questo Tschäppät si è poi [...]

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