Home » Cultura e spettacolo

Gli irremovibili clandestini della stazione di Chiasso

24 luglio 2010 – 13:424 Commenti

La natura impone le sue leggi anche nella terra di nessuno della stazione internazionale di Chiasso. Un triste luogo di passaggio, abitato suo malgrado da una vegetazione clandestina che sopravvive nonostante l’uso dei più potenti diserbanti chimici, e che colora questi grigi luoghi di passaggio.

Ai fiori che crescono in questo singolare habitat è dedicato il libro “Flora ferroviaria”, la storia di un singolare orto botanico monitorato da un appassionato biologo, Ernesto Schick, che dal 1969 al 1978 si impegnò ad osservare piante e fiori che infestavano la stazione internazionale di Chiasso.

“Un seme portato da chissà dove si è inserito alla base di un cordolo di calcestruzzo del ponte, germogliando dapprima, e poi vegetando discretamente, in quel posto impossibile.”

Il libro offre, oltre ad un elenco scientifico delle piante osservate (aggiornata dal biologo Nicola Schoenenberger), anche annedoti sull’uso popolare di questi vegetali, come è il caso per il “Taraxacum officinale” (volgarmente: dente di leone): “La radice, torrefatta, in tempo di guerra sostituiva il caffè, allora razionatissimo.”, o la “Clematis vitalba”: “(…) i ragazzi, quando ancora non c’erano molti svaghi, la fumavano, e la chiamavano “Avana”, col nome cioè del più classico dei sigari.”

Un passaggio del libro del fitospedizioniere Ernesto Schick è dedicato ad un fiore molto diffuso, il papavero. Questi fiori, che crescono “in mezzo la grigiore generale del cemento. del ferro e dell’asfalto e degli inerti, accendono le loro fiamme dondolanti al più lieve alito di vento(…) Vivono in gruppi assai numerosi e anche se il singolo fiore non dura che una giornata, la loro presenza è assicurata durante tutta l’estate, grazie ad una continua fioritura.” Forse è stato questo suggestivo e originale approccio alla botanica ad ispirare al poeta Fabio Pusterla, a cui è affidata l’appendice del volume, la stesura del “Collage delle piante pilota”.

La riscoperta di questo volume, uscito nel 1980, la si deve all’intraprendenza delle due improvvisate editrici Nicoletta De Carli e Simonetta Candolfi, che, per ridare voce alle storie delle viaggiatrici clandestine, lo hanno ripubblicato creando “Florette edizioni” e lanciando il libro all’ultima edizione di Chiasso Letteraria.

Abbiamo chiesto a Simonetta Candolfi di rispondere ad alcune domande.

Quando hai letto per la prima volta questo libro?
Trent’anni fa, quando è uscito la prima volta. Mi era sembrata un’intuizione geniale; un titolo sorprendente e una ricerca altrettanto originale. Più che la rivincita della natura sull’uomo credo che mi fosse piaciuta l’idea della forza dell’umile, l’attenzione al marginale, all’interstizio, al negletto, al trascurato… Quando poi Nicoletta, trent’anni anni dopo, ne è stata a sua volta conquistata, ci siamo dette che forse, davvero, questo libretto aveva qualcosa di speciale.

Come mai avete deciso di lanciarvi in questa operazione editoriale?
Per incoscienza, e sottovalutando notevolmente l’impresa! Fare un libro non è uno scherzo e ce siamo accorte strada facendo, quando il treno era ormai in corsa. Per fortuna abboamo ricevuto molti aiuti, sostegno e solidarietà.

Ci saranno degli sviluppi della vostra casa editrice?
Non volevamo aprire una casa editrice, volevamo pubblicare questo libro. Si chiama edizione Florette, al singolare, e con un nome un po’ sciocchino per non prenderci troppo sul serio. Ci ha assistito la fortuna dei principianti, meglio non sfidarla troppo, ma chissà…

Cosa vi affascina delle piante viaggiatrici?
Viaggio, nomadismo, è una metafora molto forte e molto evocativa. Introduce un modo diverso di guardare al territorio e una relazione fertile tra locale e globale, come testimoniano anche i testi di Pusterla e Schoenenberger. Da una parte c’é un occhio all’altezza dei binari e un’attenzione al particolare più minuscolo di un angolo di territorio con un’identità molto forte come la stazione di Chiasso, d’altra parte, però, tutto questo esiste solo in una prospettiva di apertura e di relazione col mondo. In fondo è un altro modo di pensare le radici…

È un libro scientifico o piuttosto un “diario di viaggio”?
Ha attivato sguardi diversi, quello del botanico, quello del poeta, dello studioso, dell’artista: in questo senso forse è scientifico! Da non dimenticare il lavoro dei grafici Paolo Cavalli e Marco Cassino dello studio CCRZ che hanno dato una forma a questo lavoro. Con loro c’è stato un confronto molto ricco, a volte serrato, ma se il libro ha l’aspetto che ha lo si deve a loro.

Vito Robbiani

Ernesto Schick, Flora ferroviaria, Ed. Florette, Chiasso 2010

www.chiassoletteraria.ch

 

Articoli correlati:

  1. Confine e clandestini: in aumento i passaggi fra Italia e Svizzera
  2. Clandestini nascosti in un camion scoperti a Chiasso
  3. Finti indipendenti polacchi: chiuso il cantiere della stazione di Winterthur
  4. Convegno dei sindaci della Regio Insubrica a Chiasso
  5. Clandestini: è allarme a Chiasso
  6. Appuntamento a Varese per gli appassionati della pipa
  7. Piranesi a Chiasso: la fine del futuro
  8. Gut: gli ardori della giovane Lara
  9. Quando a Chiasso fu evitato un bagno di sangue
  10. Chiasso-Brogeda: c’è intesa con la Svizzera

 

4 Commenti »

  • camilla montrasio scrive:

    nel 1981 insegnavo matem e scienze .Avevo richiesto e ottenuto questo splendido libro gelosamente coservato fino ad oggi. Con grande gioia ho appreso, per caso, della nuova pubblicazione. Vorrei sapere in quale libreria posso trovarla o a Milano o a Monza dove abito .Grazie

  • redazione scrive:

    Forse in qualche libreria di Chiasso anche se temo -visto il successo- che sia andato esaurito.

  • john scrive:

    altra proba: per qualque oscura raggione technix… (force in la mia ignorancia) non posso trovare l’indirizzo di simonetta candolfi on bluewind perro trovero uno di questi giorni…. tshuss.

  • infoinsubria scrive:

    Provi a chiedere al sito di Chiassoletteraria (abbiamo aggiustato il link…)

Scrivi un commento!

Inserisci il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile e conciso. Resta in argomento. Niente spam.

Puoi usare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Questo sito supporta i Gravatar. Per ottenere il tuo gravatar personale (Globally Recognized Avatar) registrati su Gravatar.