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L’industria ticinese marcia sul posto

23 febbraio 2012 – 11:50Nessun Commento

La strada è in salita (foto L. Holländer)

Sempre più fievole la progressione dell’industria manifatturiera ticinese. Il rallentamento, sin qui circoscritto solo all’industria d’esportazione, è ora ravvisato pure dalle aziende attive principalmente sul mercato interno. Nei prossimi tre mesi sono attese contrazioni dei livelli di produzione e dell’impiego.

Sulla scia dei cali del ritmo di crescita gi ravvisati nei due periodi precedenti nel corso del quarto trimestre del 2011 si spegne pian piano l’avanzata dell’industria manifatturiera ticinese. La dinamica evidenziata dall’evoluzione dell’indicatore sintetico dell’andamento degli affari, ora ormeggiato all’interno della zona neutra. Complice di tali andamenti il ristagno (sia su base mensile che annua) degli ordinativi, il cui volume è giudicato complessivamente insufficiente, e la lieve contrazione mensile della produzione, che nonostante ciò è ancora ad un livello superiore rispetto allo scorso anno. L’impiego e le capacità tecniche di produzione sono giudicate adeguate dalla maggior parte degli intervistati, e quest’ultime sfruttate ad un grado del 78%. Il settore gode ancora di buona salute, sebbene il raffreddamento congiunturale si ripercuota negativamente sulla situazione reddituale, peggiorata secondo il 49% degli industriali (quota più che raddoppiata rispetto al 22% dello scorso anno), a fronte del 41% che la ritiene invariata (un anno fa la stessa quota era del 68%).

Stallo degli ordinativi sul mercato estero

L’evoluzione sul mercato estero è condizionata dallo stallo rispetto a dodici mesi fa degli ordinativi, il cui volume è giudicato globalmente insufficiente, e dal calo su base mensile della produzione, sebbene ancora in aumento rispetto ai valori dello scorso anno. Le capacità tecniche di produzione (sfruttate ad un grado del 78%) e l’impiego sono giudicati dalla maggior parte degli interpellati come adeguati. Dinamica che in questo caso si associa ad una situazione reddituale critica, peggiorata secondo il 58% degli industriali, rimasta invariata per il 38% e migliorata solo per il 4% (quote che lo scorso anno erano rispettivamente del 40%, 57% e 3%). Circostanze tali per cui la situazione dell’impresa è definita buona dall’11% degli interpellati, né buona né cattiva dall’80% e cattiva dal 9%.

A sei mesi la situazione degli affari dovrebbe peggiorare soprattutto per quanto concerne l’industria orientata al mercato interno e risultare alquanto stabile per quella d’esportazione.

Red./Comunicato Ustat

 

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