Commercio al dettaglio: la tentazione di rifarsi sul personale
Nel settore del commercio al dettaglio ticinese si rilevano interventi che cercano di scaricare in modo distorto e inaccettabile sulle fasce di dipendenti più deboli le crescenti difficoltà che si incontrano sul mercato. Lo afferma Meinrado Robbiani, segretario cantonale del sindacato cristiano Organizzazione cristiano sociale ticinese (OCST), in un comunicato diffuso oggi.
Nel contesto della difficile situazione economica attuale, l’OCST nota che l’incerto orizzonte congiunturale viene utilizzato per alimentare un clima di timore tra il personale, sul quale alcuni responsabili innestano un rafforzato potere personale. “Senza una preventiva discussione con i rappresentanti del personale e i sindacati, dove comprovare oltretutto la fondatezza di eventuali provvedimenti, si tende, in modo strisciante e al di fuori di criteri trasparenti, ad attuare licenziamenti, riduzioni del grado di occupazione, passaggio a contratti su chiamata,” afferma il comunicato dell’OCST.
Si tratta, secondo il sindacato, “di una tendenza intollerabile che viene a galla soprattutto nelle grandi catene di distribuzione”. L’OCST ha avviato contatti con le principali catene di distribuzione, esigendo una aperta discussione sulla situazione e sulle sue eventuali ricadute sul personale. Qualora si riveli inevitabile intervenire sull’occupazione, vanno concordate condizioni e modalità che consentano di circoscrivere gli effetti negativi per i dipendenti. Occorrono criteri lineari e trasparenti, che scongiurino comportamenti e scelte arbitrarie.
L’OCST richiama la Federcommercio alla sua responsabilità. “Il personale di vendita e la qualità della sua relazione con la clientela sono una risorsa decisiva per il settore. L’organizzazione padronale che ne rappresenta gli interessi deve perciò avvertire la responsabilità di incanalare la condotta dei commercianti affinché il personale sia pienamente rispettato e sia nel contempo preservato il patrimonio di professionalità che offre al settore. E’ cioè indispensabile che il settore possa dimostrarsi collettivamente attento all’occupazione ed alle possibili ricadute sul personale della situazione del mercato.”
Red./Comunicato
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