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Scudo fiscale: batosta per il Ticino ma non solo

15 dicembre 2009 – 22:102 Commenti

Allo scadere dello scudo ter, la piazza finanziaria ticinese inizia a leccarsi le ferite. Ma anche altri cantoni devono fare i conti con un deflusso di capitali provocato dall’amnistia fiscale italiana a partire da ottobre.

Stando a fonti italiane non ufficiali, finora sarebbero rientrati tra i 100 e i 110 miliardi di euro (150-165 miliardi di franchi), ma nei prossimi giorni non sono escluse proroghe. Dalla Svizzera il deflusso complessivo viene stimato a 30-40 miliardi di euro, ha indicato oggi all’ATS il direttore dell’Associazione bancaria ticinese, Franco Citterio, precisando però che tali dati sono approssimativi e non ancora definitivi. Infatti, Il Sole 24 ore, affermava oggi che dalla Confederazione sarebbe arrivato almeno l’80% dei capitali scudati.

Deflusso storico

Ad ogni modo il deflusso si prospetta nettamente superiore rispetto ai due scudi precedenti del 2001-2003, quando dalla Svizzera vennero regolarizzati complessivamente circa 73 miliardi di euro, secondo quanto riferisce ancora Il Sole 24 ore.

Nel quadro dello scudo ter bisogna però anche distinguere tra rimpatri giuridici e fisici. Regolarizzazioni del primo tipo ce ne sarebbero state parecchie. Tuttavia, gli alti costi dell’ operazioni avrebbero determinato molti “scudanti” a rassegnarsi al rimpatrio fisico.

Secondo Citterio, infatti, un terzo dei capitali rimane sotto il controllo delle banche elvetiche. Ciononostante le previste ripercussioni fiscali e occupazionali appaiono considerevoli: nel solo settore bancario ticinese, Citterio prevede una riduzione degli effettivi per l’anno prossimo che si attesta tra il 5 e il 10%. Si tratta circa di un migliaio di persone a cui vanno aggiunti anche i molti addetti al settore fiduciario che rimarranno a spasso.

Colpiti anche altri cantoni

Anche in altri cantoni le conseguenze dello scudo si fanno però sentire: in particolare le piazze finanziarie di Ginevra, Zurigo nonché le regioni turistiche dei Grigioni e del Vallese devono fare i conti con l’amnistia fiscale italiana. Stando a Citterio, il 20-30% del deflusso totale dalla Svizzera dovrebbe infatti riguardare non il Ticino, bensì altri cantoni.

Possibile proroga

Il Ticino è comunque la piazza finanziaria indubbiamente più colpita: come contromisura, diversi partiti hanno quindi auspicato un’amnistia fiscale federale o cantonale. Un richiesta che rischia di farsi ancora più pressante se effettivamente, il governo italiano, come si vocifera, decidesse di prolungare lo scudo fino all’aprile prossimo. Questo permetterebbe di rimpinguare il bottino di un altro 20-30%. ATS/Redazione

 

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2 Commenti »

  • redazione scrive:

    Non posso che condividere la sua amarezza. Come venirne fuori? Chissà se sta nascendo una classe politica più dignitosa? Lo spero!

  • Mariapaola G. scrive:

    La più grande manovra fiscale delgi ultimi anni?! Mah, staremo a vedere…fin ora si son visti solo prosciugamenti di tasche da tutte le parti, ingiustizie….i precari? le scuole, i fondi per la ricerca? tagli ovunque e squallidi e immorali favoreggiamenti….sarò banale nel mio scoraggiamento ma ormai politica ed economia fanno più figura sui giornaletti che trovo dal parrucchiere. E diamogliela questa fiducia, suvvia!!

    http://www.loccidentale.it/articolo/la+finanziaria+2010+infiamma+il+clima+politico+e+arriva+al+voto+carica+di+malumori.0083331

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