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Il Ticino, un cantone solo e abbandonato

14 gennaio 2014 – 15:32Nessun Commento

La copertina del Blick (foto Blick)

Un mercato del lavoro preso d’assedio senza che le autorità federali siano disposte a prendere serie misure contro il dumping salariale, la spada di Damocle della chiusura del traforo del Gottardo, quindici anni senza un membro del governo federale proveniente dal Ticino: gli abitanti del canton Ticino hanno molte ragioni per sentirsi abbandonati dalla Svizzera. E lo dimostrano alle urne, dando le loro preferenze ai partiti maggiormente critici nei confronti della politica federale.

Sono queste le conclusioni a cui giungono i giornalisti del quotidiano di Zurigo Blick, che nell’edizione odierna dedicano ampio spazio alla crescente insoddisfazione dei ticinesi con la politica federale. Una insoddisfazione che porta acqua al mulino dei fautori dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, che in Ticino sicuramente otterrà molto consensi.

Per la posizione particolare in cui è venuto a trovarsi il Ticino dimostrano comprensione anche i Verdi svizzeri, che a livello federale respingono l’iniziativa contro l’immigrazione lanciata del partito di destra Unione democratica di centro. I Verdi ticinesi invece intendono votare sì.

“Se in Ticino ci sono datori di lavoro che assumono persone a tempo pieno per 2000 franchi al mese si tratta di uno scandalo,” afferma il presidente della frazione dei Verdi alle camere federali Balthasar Glättli. Aggiungendo però che l’antidoto non è l’iniziativa contro l’immigrazione, ma l’introduzione di salari minimi.

Anche la vice-presidente del Partito socialista svizzero Marina Carobbio fa risalire alla situazione economica lo scetticismo con cui in Ticino si guarda ai trattati bilaterali che hanno aperto il mercato del lavoro svizzero ai paesi dell’Unione europea. Tutti sono d’accordo che la politica federale dovrebbe mostrare più attenzione ai problemi particolari di una regione di frontiera come il Ticino.

La decisione del governo svizzero di escludere il Ticino dalle mete del tour organizzato per sconsigliare l’elettorato dal votare a favore dell’iniziativa contro l’immigrazione è un segnale che da questo punto di vista va esattamente nella direzione contraria.

Red.

 

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