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GdF:spia il Ticino

28 ottobre 2009 – 22:07Nessun Commento

fiscovelox 3All’ indomani della retata compiuta dagli agenti della Guardia di Finanza in un ottantina di filiali di banche svizzere in Italia, che rischia di scatenare una crisi diplomatica fra i due paesi, emerge un nuovo tassello nelle tensioni fra Italia e Svizzera. Il presidente del governo regionale ticinese, Gabriele Gendotti, alimenta infatti le voci su un probabile spionaggio compiuto in Ticino da funzionari dell’agenzia delle entrate.Non ci sono certezze assolute, ma l’affastellarsi di sospetti rende la storia verosimile. In Ticino, secondo quanto indicato dal presidente del governo cantonale Gabriele Gendotti alla stampa, sarebbero attivi in incognito agenti del fisco italiani alla caccia di evasori. Gendotti non ha citato alcun caso concreto. Tuttavia – ha precisato – vi sono segnali che agenti del fisco italiano siano giunti in Svizzera per spiare i loro connazionali ed abbiano eseguito controlli sui treni.

A riprova che qualcosa di vero ci deve essere, proprio oggi la GdF di Como, ha reso noto l’arresto, a fine 2008, di un cittadino italiano, avvenuto alla frontiera di Ponte Chiasso. L’uomo, aveva dissimulato nei propri abiti una ricevuta per il valore di un milione di franchi, relativa a un deposito effettuato in una banca di Lugano. C’è da sospettare che l’uomo sia stato intercettato propri dagli agenti della finanza appostati fuori dalla banca che hanno poi proceduto al suo arresto in frontiera.

Rischio crisi diplomatica

Gabriele Gendotti non si è detto sorpreso dalle “retate” compiute nelle filiali di banche svizzere in Italia. Si tratta di un’azione mirata che fa il paio con i severi controlli alle dogane da parte dei funzionari italiani a caccia di evasori. Circa le ragioni di simili metodi, Gendotti cita il bisogno di denaro da parte del governo Berlusconi confrontato con una severa crisi economica e il forte indebitamento. Da parte sua, il consigliere federale Pascal Couchepin, ha evocato il forte rischio che l’episodio possa portare a una crisi diplomatica con il governo di Roma.

Una crisi che potrebbe diventare effettiva se si concretizzasse il sospetto che l’amnistia fiscale varata da Roma viola i trattati internazionali sulla libera circolazione dei capitali. Lo scudo fiscale poi, potrebbe non rispettare le direttive europee sul riciclaggio di denaro.

 

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