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Quando il terrore colpisce la laicità

11 gennaio 2015 – 13:49Nessun Commento

(immagine Charlie Hebdo)

C’è una caratteristica che accomuna il fondamentalista cristiano Anders Breivik che nel 2011 ha massacrato 69 giovani socialisti in Norvegia, e gli estremisti islamici autori della strage presso la redazione di Charlie Hebdo a Parigi: sia i giovani socialisti massacrati da Breivik, sia i redattori della rivista satirica francese si riconoscevano in una visione laica e non confessionale della società. Si tratta di attentati che vogliono colpire una conquista fondamentale delle istituzioni democratiche: la libertà di pensiero e di espressione, la pacifica convivenza di convinzioni religiose e politiche diverse.

Questa caratteristica costringe tutti a riflettere sull’importanza che si vuole dare a questi valori. Per una volta non sono stati colpiti “i nostri” – e allora bisogna indignarsi – o “i loro” – e allora ci si arrampica sui vetri per in qualche modo giustificare o almeno spiegare. La caustica satira di Charlie Hebdo, si prende gioco – spesso anche con vignette di dubbio gusto – sia dei “nostri” che dei “loro”, e questo per sottolineare che in una democrazia, tutti quanti, senza esclusione di razza, di religione o di convinzioni politiche, hanno il diritto di convivere, nel rispetto naturalmente delle regole che la società si è data.

Questo spiega l’intensità dell’emozione suscitata da questi tragici eventi, e l’ampiezza della mobilitazione popolare. È una di quelle rare occasioni in cui anche chi solitamente non scende in piazza a protestare sente il bisogno di segnalare il proprio attaccamento ai valori in cui crede. E fa piacere vedere che i valori cardine della democrazia – libertà, fraternità uguaglianza – siano ancora in grado di portare in piazza milioni di persone.

L’intolleranza e il fanatismo non sono per questo stati sconfitti. Non lo saranno probabilmente mai. Ci saranno altri drammi, altre battaglie e altre decisioni difficili da prendere. Una delle caratteristiche della democrazia è che non deve in continuazione dimostrare il proprio potere, imporre la propria legittimità con la forza. La democrazia funziona al meglio quando non ci si accorge che esiste. Ma quando è attaccata deve essere in grado di difendersi. Finora, la storia lo dimostra, è stata in grado di farlo con successo.

MA

 

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