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Disoccupati italiani truffati con la promessa di un lavoro in Ticino

16 gennaio 2014 – 12:03Nessun Commento

L'ospedale S. Giovanni di Bellinzona (immagine eoc.ch)

Hanno risposto a un annuncio che offriva un posto di lavoro “all’inceneritore di Mendrisio”, hanno versato 60 euro, e come loro richiesto dall’annuncio, si sono recati “all’ospedale Maggiore di Bellinzona” per un’esame del sangue. Ma la trentina di italiani che si è messa in fila per farsi analizzare il sangue all’ospedale S. Giovanni di Bellinzona, su cui riferisce il Corriere del Ticino, è con tutta probabilità vittima di una truffa.

A Mendrisio, canton Ticino, Svizzera, non c’è nessun inceneritore. E l’ospedale di Bellinzona si chiama San Giovanni, non Maggiore. Ma il miraggio di un posto di lavoro in Svizzera, e una serie di istruzioni piuttosto dettagliate sul da farsi sono bastati a convincere le vittime del raggiro a prendere su sé i disagi e le spese di un trasferimento a Bellinzona per cercare di ottenere un posto che non esiste.

E questo dopo aver versato ai truffatori la somma di 60 euro, naturalmente tutto anonimamente via internet. C’è da sperare che la polizia postale italiana, a cui queste persone, dopo essersi rese conto che a Bellinzona nessuno sapeva nulla di una analisi del sangue, riesca a individuare i responsabili di questo squallido raggiro.

Ma è probabile che la truffa sia gestita da una banda internazionale, e che sia i soldi che i responsabili siano già al sicuro all’estero. Già lo scorso anno si è avuta notizia di un raggiro molto simile. Anche in questo caso su di un blog in cinque lingue veniva offerto un posto di lavoro all’estero – questa volta in Austria. E anche in questo caso i particolari sul lavoro offerto erano molto dettagliati: una famiglia di albergatori cercava diversi addetti in vista dell’apertura di un nuovo albergo. I truffatori avevano anche allestito un sito – ovviamente falsificato – dell’albergo inesistente a cui mandare il curriculum.

In comune con la vicenda dei disoccupati finiti a Bellinzona c’è la somma richiesta per prendere in considerazione la candidatura: 60 euro, necessari “per le marche da bollo e altre spese”. Chi ha risposto all’annuncio e effettuato il bonifico ha poi aspettato invano il biglietto del treno promesso per recarsi ad effettuare il periodo di prova. Vani tutti i tentativi di contattare gli “albergatori”. Nel giro di poche ore sia il blog con le offerte di lavoro che il sito dell’albergo erano spariti dalla rete.

Red.

 

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