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Lo afferma il sindacato svizzero Unia secondo il quale il cambio fra le due monete dovrebbe essere spinto almeno fino a un franco e 40 contro un euro.

L’industria di esportazione elvetica sente sempre di più il peso di un franco eccessivamente forte. L’introduzione del cambio minimo a 1 franco e 20, deciso a settembre dalla Banca nazionale svizzera (BNS) non è più sufficiente. Unia, il maggiore sindacato elvetico, chiede all’istituto centrale di elevarlo ad almeno 1,40. Secondo Unia, l’attuale corso della moneta elvetica mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro soprattutto nell’industria metalmeccanica, la più colpita dal franco forte. Unia teme inoltre che le recenti polemiche all’interno della BNS, che hanno portato alle dimissioni del suo presidente, Philipp Hildebrand, potrebbero sfociare in nuove speculazioni monetarie. Ciò andrebbe a detrimento della piazza economica svizzera. Il sindacato denuncia inoltre il fatto che durante una recente assemblea di Swissmem, l’associazione degli imprenditori, alcuni di essi abbiamo dato consigli su come delocalizzare verso l’Europa dell’Est posti di lavoro. Un modo per aggirare l’eccessivo apprezzamento del franco che causerebbe però un grave danno all’economia elvetica e peserebbe enormemente sull’occupazione.

MB

 

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