Frontalieri: pubblicato il formulario per la deduzione delle spese effettive
Le persone che intendono di chiedere la deduzione delle spese effettive dal reddito su cui è stata applicata l’imposta alla fonte svizzera hanno di fronte a sè un compito non facile. Il formulario messo in linea dal Dipartimento delle finanze ticinese presenta infatti una fitta serie di richieste, per rispondere alle quali è necessario un notevole impegno.
Con l’allestimento del nuovo “questionario per la domanda di tassazione correttiva” le autorità fiscali ticinesi si sono adeguate alla sentenza del Tribunale federale svizzero, con la quale anche alle persone tassate alla fonte, come per esempio i frontalieri, viene concesso il diritto di chiedere, al posto di una deduzione forfettaria delle spese, la deduzione delle spese effettive.
Per far valere le proprie pretese bisogna chiedere, entro il 31 marzo, una rettifica della tassazione. Affinché la richiesta possa venir accettata devono però venir soddisfatte diverse condizioni. La principale è che il 90% delle entrate deve essere realizzato in Svizzera. Chi in Italia riceve alimenti, assegni di mantenimento, pensioni, o chi abita in casa propria e quindi risparmia l’affitto, deve dichiararlo, e queste entrate potrebbero pregiudicare il diritto alla deduzione.
Vista la difficoltà di eseguire dei controlli, il fisco svizzero chiede di allegare alla richiesta l’ultima dichiarazione fiscale presentata in Italia, e una dichiarazione dell’Agenzia delle entrate che certifichi l’assenza di redditi imponibili in Italia.
Le spese deducibili sono le medesime dell’imposta cantonale diretta. La distinta delle spese va allegata alla richiesta di rettifica. Per l’utilizzo della vettura privata è possibile chiedere una deduzione di Fr. 0.70 al chilometro. Deducibili sono anche le spese per l’alloggio e i pasti fuori casa, i premi della cassa malati, gli interessi sui prestiti. Ma se contro le malattie non si è assicurati presso una cassa malati svizzera, la deduzione forfettaria attuale, valida per tutti, viene stralciata.
L’opportunità di presentare la richiesta va in ogni caso valutata bene. Chi non è specialista del ramo farà bene a rivolgersi ai consulenti del sindacato o a un fiscalista. Una volta accettata la rettifica, il Dipartimento delle finanze procede infatti in ogni caso alla valutazione delle spese effettive. Se queste dovessero rivelarsi inferiori al forfait applicato d’ufficio, c’è il rischio di dover pagare un supplemento d’imposta. Se invece le spese effettive risulteranno superiori alla deduzione forfettaria, si otterrà un rimborso.
Michele Andreoli
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