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Il segreto bancario è morto, viva l’evasione fiscale.

5 marzo 2010 – 18:00Nessun Commento

Zurigo Paradeplatz

La piazza finanziaria svizzera è da mesi sotto una terribile pressione. Il segreto bancario sta vacillando. Eppure, gli gnomi della Bahnhofstrasse, non demordono. Infatti, stanno promuovendo un nuovo strumento per aiutare i cittadini esteri -soprattutto i più ricchi- a continuare a evadere il fisco del loro paese. Si tratta del segreto assicurativo.

Non si può certo dire che i banchieri svizzeri stiano con le mani in mano. Messi sotto pressione dallo scandalo UBS, dalla crisi finanziaria mondiale, dallo scudo Tremonti e ora dai CD con i conti segreti che la Germania sta comprando da ignoti trafficanti, hanno pensato bene di correre ai ripari. Hanno delegato alla politica e in particolare al governo federale le estenuanti e spesso infruttuose trattative diplomatiche. Loro, discretamente, hanno studiato le contromosse per salvare il salvabile.

Polizze vita su misura

Ed ecco farsi strada le polizze vite. Strumenti formidabili, adatti soprattutto a facoltosi cittadini stranieri poco inclini a farsi pizzicare dal fisco dei paesi di origine.

Il sistema è abbastanza semplice: le polizze, vengono messe sul mercato internazionale attraverso filiali estere, domiciliate in Lichtenstein, Singapore o Lussemburgo. A venderle, su queste piazze, ci pensano banche private, fiduciari o avvocati d’affari.
Il premio “una tantum” che il cliente estero versa, viene investito dalla compagnia svizzera presso un amministratore di patrimoni (una banca svizzera). Se a decidere la strategia di investimento è il cliente, il proprietario legale del denaro diventa la società assicurativa. Il nome dell’assicurato, infatti, non compare nei conti. Diventano così inutili anche eventuali fughe di notizie come i CD piratati e venduti alla Germania. Impossibile o quasi identificare il vero beneficiario del conto.

Capito il giochino? Invece di portare la valigetta in una banca svizzera, e aprire un conto cifrato, ormai sempre più a rischio, basta sottoscrivere un’assicurazione-vita e farci affluire i propri soldi. Il vantaggio, non è solo quello di evadere il fisco. Gli assicurati, essendo, cittadini stranieri, in Svizzera non pagano le tasse sugli interessi derivanti dal capitale assicurato. I cittadini francesi, poi, visto che nel loro paese non esiste la tassa di successione sulle assicurazione-vita, fanno pure un bel regalo ai loro eredi.
Nuova offensiva anti-elvetica?

Le grandi compagnie assicurative elvetiche, anche se non sempre in modo esplicito, fanno intendere che il “business” sta andando a gonfie vele. Zurich ad esempio ha comunicato che nel 2009 l’afflusso netto di nuovi fondi è stato pari a 186 milioni di dollari. Anche Swiss Life si dice molto soddisfatta: durante gli ultimi quattro anni il valore delle polizze vita è passato da qualche centinaio di milioni a 12 miliardi di franchi.
L’ampliarsi del fenomeno, sta però insospettendo il fisco di mezza Europa. Nei paesi dell’UE le assicurazioni-vita sono legali. Tuttavia, se queste diventano uno strumento per evadere il fisco allora si rischia, in un prossimo futuro, una nuova offensiva simile a quella scatenata contro il segreto bancario.  E’ quantomeno ciò che prevedono diversi esperti finanziari. Di tutt’altro avviso sono invece gli assicuratori svizzeri convinti della bontà del loro nuovo “ritrovato”. “Noi sollecitiamo i clienti stranieri ad annunciare al fisco la loro intenzione di sottoscrivere un’assicurazione-vita. Più trasparenti di così!” E ancora. “Ogni stato ha tutto l’interesse che i propri cittadini si preoccupino della loro previdenza”.

 

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