La regione insubrica

L’Insubria esiste

Fra le popolazioni della regione compresa fra Milano e i laghi prealpini esistono legami antichi che il tempo non ha mai cancellato. Si parla la stessa lingua, si sono attraversate epoche storiche assieme, e nei secoli, nonostante le frontiere politiche, ci sono sempre stati contatti intensi e profondi. Con la globalizzazione e la crescente integrazione fra gli stati, paradossalmente – e fortunatamente – le regioni hanno riacquistato importanza. E la regione dei laghi ha ritrovato questo nome a lungo dimenticato: Insubria. Suona strano, e molti sorridono quando lo sentono. Ma non ce n’è un’altro, e adagio adagio sta entrando nell’uso comune.

Insubria vuol dire tante cose. C’è l’Insubria storica, che si riferisce al territorio compreso fra il Po e i laghi prealpini, abitato anticamente da una popolazione di origine celtica, assorbita dall’impero romano all’inizio della nostra era. C’è un’ Insubria politica, nata negli anni ‘90, che raccoglie le province italiane di Verbano-Cusio-Ossola, di Varese, di Como, di Novara e di Lecco, e il Canton Ticino. Questa comunità, formata per rispondere meglio alle esigenze economiche e di organizzazione particolari di un territorio dal grande potenziale economico, conosce fortune alterne, e finora non è riuscita ad acquistare un vero peso politico.

E infine c’è l’Insubria delle persone. Una caratteristica particolare degli abitanti di questa ragione divisa fra due Stati è il confronto con la situazione creata dalla presenza della frontiera. Lo sanno bene  i frontalieri, in grande maggioranza italiani che lavorano nel Canton Ticino o in Vallese, ma anche ticinesi che lavorano in Italia. Persone che lavorano e vivono in due realtà statali diverse, con tutti i problemi, ma anche certi vantaggi, che questa situazione comporta. Poi ci sono gli artigiani e gli imprenditori, che con l’entrata in vigore dei trattati bilaterali, possono affrontare con maggiore libertà attività economiche dalle due parti della frontiera. E infine ci sono i consumatori, interessati a spendere in modo oculato i loro soldi, o semplicemente intenzionati ad approfittare pienamente dell’offerta culturale e di svago offerta da una regione estremamente ricca e interessante.

Infoinsubria vuole rispondere alle esigenze di queste persone e informare chi vive lungo la frontiera in una ottica transnazionale. Infoinsubria continua in una nuova veste il lavoro di un blog esistente da due anni che ha riscosso un crescente interesse proprio fra questo pubblico. Per noi “oltrefrontiera” non esiste. Scommettiamo sull’Insubria, e sull’esistenza di una identità e di interessi comuni che cercheremo di soddisfare.

Storia

Con il termine Insubria si designa il territorio compreso fra il Po e i laghi prealpini. Il termine deriva dal nome della popolazione di origine celtica, gli Insubri, a cui Tito Livio attribuisce la fondazione di Milano. Gli Insubri si opposero a lungo alle mire espansionistiche di Roma, ma nel 194 a. C., dopo esser stati sconfitti dal console Valerio Flacco, furono integrati nell’impero romano.

Il termine cadde poi in disuso, anche se il territorio continuò nei secoli a mantenere una notevole omogeneità culturale e politica. A partire dal 1300 il territorio corrispondeva grosso modo a quello del Ducato di Milano. Nel 1500 il Ducato perse la sua autonomia, e il Canton Ticino divenne un baliaggio svizzero. I contatti con la Lombardia, uno sbocco naturale per la manodopera ticinese, rimasero però molto forti. A partire dal 1798, con la conquista dell’indipendenza da parte del Ticino, i legami istituzionali del Cantone con la Svizzera si rafforzarono, e nei secoli successivi la parte svizzera e la parte italiana dell’Insubria si orientarono sempre più verso le rispettive realtà statali.

Nel 1995, all’insegna della crescente integrazione fra le economie europee, le autorità politiche delle regioni più vicine alla frontiera diedero vita alla Regio Insubrica, che ha lo scopo di promuovere la cooperazione e l’integrazione transfrontaliera. L’entrata in vigore dei trattati bilaterali fra la Svizzera e l’Unione europea ha accellerato l’integrazione fra la parte svizzera e la parte italiana dell’Insubria, incrementando gli scambi soprattutto sul piano economico e del lavoro.

Questa evoluzione ha messo in luce anche una serie di problemi, come per esempio il forte aumento del numero di frontalieri italiani che lavorano in Ticino, che se da una parte ha contribuito ad aumentare i profitti delle imprese ticinesi, dall’altra ha provocato anche una pressione sui salari che crea molti malumori. Nella realtà è risultato anche che l’accesso facilitato ai reciproci mercati è valido a senso unico: la presenza della Svizzera sulla black list dei paesi a fiscalità privilegiata e altre pastoie burocratiche rendono difficile agli artigiani ticinesi lavorare in Italia.

Cifre

Popolazione: 2,4 milioni (con la Lombardia: 10 milioni)
Superficie: 9710 kmq (con la Lombardia : 27’168 kmq)
Prodotto interno lordo (2009): 50 miliardi di euro (con la Lombardia: 340 mld; Austria 304 mld; CH 313 mld)