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Emigrato non iscritto all’AIRE

4 ottobre 2012 – 09:0231 Commenti

Da nove anni risiedo in Svizzera, dove ho ottenuto un permesso B. In Italia, da quel lontano 2003 non possiedo nulla: niente auto, case, immobili vari, nulla. All’atto del trasferimento, per dimenticanza e fretta, non mi sono iscritta all’Aire, forte anche della mia comunicazione al comune di residenza italiano che sarei espratriato. Ho naturalmente subito convertito la patente e radiato l’auto al PRA in Italia per esportazione.

Qualche mese fa, trovandomi in Italia, ho dovuto usufruire del Pronto Soccorso medico, all’accettazione ho consegnato la mia tessera della cassa malati e inserendo i miei dati nel computer, con mia grande sorpresa, è venuto indicato l’ultimo mio domicilio in Italia. Parlando con l’addetto questo significava che per almeno il servizio sanitario italiano, io risiedo ancora in Italia.

Allo scadere dei 12 anni, fra 3 anni, vorrei chiedere la naturalizzazione svizzera e, credo, rinunciare alla cittadinanza italiana in quanto non mi sento assolutamente rappresentata dallo Stato italiano.

La mia domanda, vista la situazione, è: mi conviene recarmi in consolato, “svegliare il can che dorme”, e capire la mia situazione per lo Stato italiano o “faccio finta di nulla” ? Non vorrei trovarmi ingiustamente nella situazione di essere considerato ancora soggetto fiscale italiano (pur non possedendo nulla in Italia) quando nella realtà non lo sono da oltre 9 anni e tutti i documenti in mio possesso possono dimostrarlo.

Non svegliare il can che dorme ci sembra un’opzione praticabile solo se lei è sicuro che in futuro non avrà più nulla a che fare con l’Italia. L’irregolarità (solo burocratica, naturalmente) della sua situazione non viene infatti cancellata con l’acquisizione della nazionalità svizzera. Il cane potrebbe cioè svegliarsi anche in futuro. I cittadini italiani non iscritti all’AIRE sono soggetti fiscali italiani e tenuti a dichiarare i redditi in Italia. Se finisce sullo schermo radar dell’Agenzia delle Entrate – per esempio per un conto bancario o postale italiano di cui l’Agenzia delle Entrate riceve gli estratti, o per una spesa superiore a 999,99 euro – ne potrebbe seguire una richiesta di informazioni. E se le sue motivazioni non dovessero venir accettate, rischia di venir chiamata a pagare, per i nove anni trascorsi, la differenza fra le imposte che avrebbe dovuto pagare in Italia sul reddito conseguito in Svizzera, e quanto ha pagato in Svizzera.

La tranquillità sarebbe raggiungibile solo iscrivendosi all’Aire e prendendo spontaneamente contatto con l’Agenzia delle Entrate per chiarire la situazione. È strano che il Comune ha cui ha comunicato la partenza per l’estero non abbia segnalato d’ufficio il suo trasferimento (vedi: http://www.conszurigo.esteri.it/Consolato_Zurigo/Menu/I_Servizi/Per_i_cittadini/Anagrafe/). Con la copia della sua comunicazione, la documentazione sul suo soggiorno in Svizzera, e con il fatto che in questi anni non ha mai avuto redditi in Italia, dovrebbe avere sufficienti elementi per dimostrare che durante questi anni è state effettivamente residente all’estero. Ma in merito è meglio consultare un commercialista o un patronato (INCA-CGIL, ACLI).

Un’altra possibilità – ed è quella ha raccolto il maggior numero di consensi fra le fonti che abbiamo consultato – sarebbe quella di iscriversi all’Aire e vedere cosa succede. L’iscrizione viene segnalata al Comune, e il Comune la segnala all’Agenzia delle Entrate. Ne potrebbe (ma non è assolutamente certo) conseguire una richiesta di informazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. A questo punto dovrà far valere le sue ragioni come detto sopra. Se invece non sente più nulla, vorrà dire che la sua assenza è passata inosservata.

 

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31 Commenti »

  • Andrea scrive:

    Molto interessante questo quesito.
    La mia domanda a proposito è: mi pare di ricordare che l’iscrizione all’Aire debba avvenire entro 90 giorni dal trasferimento all’estero ma che, tale termine, non sia perentorio. L’iscrizione può avvenire anche dopo e non vi sono sanzioni.
    Il fatto che uno si iscriva anni dopo l’effettivo trasferimento non desta alcuna domanda da parte dello Stato italiano?
    Grazie
    Andrea

  • infoinsubria scrive:

    L’iscrizione all’Aire è obbligatoria e va fatta entro 90 giorni. L’iscrizione tardiva non comporta comunque conseguenze (a parte quelle segnalate).

  • Mario scrive:

    Discorso complicato: mi sembra di capire che un lavoratore estero non iscritto AIRE anche per molti anni iscrivendosi in ritardo non rischia nulla dal punto di vista fiscale, se e’ in grado di dimostrare di essere stato effettivamente residente e lavoratore all’estero per gli anni in cui non e’ stato iscritto?
    Altra domanda: che differenza fa l’avere conservato o no beni in Italia, se comunque uno dimostra che le sue principali attivita’ economiche e sociali stanno sempre all’estero?

  • infoinsubria scrive:

    @ Mario: Non siamo in grado di garantire che non rischia nulla. Secondo la legge, chi non è iscritto all’AIRE è considerato fiscalmente residente in Italia e quindi tenuto a dichiarare il proprio reddito in Italia. In realtà ci sono molti emigranti in questa situazione, ed è difficile pensare che non si possa trovare una soluzione. Inoltre va considerato che il fisco italiano sa molto poco sui propri contribuenti, e quindi la dimenticanza potrebbe anche passare inosservata. I beni immobili vanno dichiarati nel paese in cui si trovano: la casa in Italia va dichiarata al fisco italiano, indipendentemente da dove si risiede.

  • Franco scrive:

    Ciao a tutti,
    io 20 anni fa mi sono trasferito in Spagna per lavoro (ho aperto un’attività commerciale) ma non mi sono iscritto all’aire.
    Da allora pago regolarmente le tasse in Spagna del fatturato di questa attività.
    Torno in italia un paio di mesi all’anno (dove pago le tasse di alcune proprietà) e dove ho ancora il medico.
    Quest’anno mi sono deciso ad iscrivermi all’aire ma chiedevano i dati dei documenti di residenza in spagna e questi risalgono a quasi 20 anni fa.
    Cosa dovrei fare? Cosa rischio?
    Le tasse le ho comunque sempre pagate (nel paese nel quale il reddito era stato generato) ma purtroppo non mi sono iscritto all’aire (anche per consiglio del mio vecchio commercialista in italia che mi ha detto che non ero obbligato ne a inscrivermi ne a dichiarare i redditi prodotti in Spagna).
    Grazie mille

  • Franco scrive:

    Ho inoltre letto nella convenzione tra i due paesi questo (per cui io dovrei essere comunque residente in spagna):
    2. Quando, in base alle disposizioni del paragrafo 1, una persona fisica è considerata residente di
    entrambi gli Stati contraenti, la sua situazione è determinata nel seguente modo:
    a) detta persona è considerata residente dello Stato contraente nel quale ha una abitazione
    permanente. Quando essa dispone di una abitazione permanente in ciascuno degli Stati
    contraenti, è considerata residente dello Stato contraente nel quale le sue relazioni personali ed
    economiche sono più strette (centro degli interessi vitali);
    b) se non si può determinare lo Stato contraente nel quale detta persona ha il centro dei suoi
    interessi vitali, o se la medesima non ha una abitazione permanente in alcuno degli Stati
    contraenti, essa è considerata residente dello Stato contraente in cui soggiorna abitualmente;
    c) se detta persona soggiorna abitualmente in entrambi gli Stati contraenti ovvero non soggiorna
    abitualmente in alcuno di essi, essa è considerata residente dello Stato contraente del quale ha la
    nazionalità;
    d) se detta persona ha la nazionalità di entrambi gli Stati contraenti, o se non ha la nazionalità di
    alcuno di

  • Mario scrive:

    Per infoinsubria: certo, secondo le normative interne italiane chi non e’ iscritto all’Aire deve dichiarare in Italia i redditi prodotti all’estero, anche se secondo i criteri delle varie Convenzioni (per i quali l’iscrizione all’Aire non ha nessuna importanza) la stessa persona sarebbe residente dello stato estero. Ora, come anche voi fate notare, ci sono moltissimi italiani stabilmente all’estero da anni e non iscritti Aire che si trovano in questa precisa situazione, che magari vorrebbero anche iscriversi, ma esitano di fronte alla possibilita’ che questo passo li esponga a richieste del fisco per gli anni precedenti in cui non sono stati iscritti.
    Non mi e’ chiaro che tipo di soluzione intendete con “è difficile pensare che non si possa trovare una soluzione”, potreste chiarire?

  • Mario scrive:

    Per Franco:
    vedi il mio messaggio precedente per infoinsubria. Tra l’altro ho letto alcuni commenti su altri siti, da parte di altri nella stessa situazione, che suggeriscono – sulla base di precise consulenze fiscali – che i criteri delle convenzioni internazionali dovrebbero prevalere su quelli interni, per cui in principio l’iscrizione all’Aire non dovrebbe essere determinante se uno ha effettivamente vissuto e lavorato all’estero per anni. Allo stesso tempo, purtroppo, non c’e’ assoluta certezza di questo e uno resta con il dubbio.

  • infoinsubria scrive:

    @ Franco, Mario: i pareri che abbiamo raccolto non permettono una risposta definitiva. L’opinione degli specialisti che abbiamo consultato ci spinge a concludere che in caso di contestazione da parte dell’Agenzia delle entrate sia possibile documentare il reale stato di residenza. Non siamo però ancora riusciti a raccogliere il parere di qualcuno che abbia dovuto risolvere eventuali problemi fiscali dovuti alla mancata iscrizione all’AIRE.

    Gli specialisti consigliano di procurarsi prove della propria reale permanenza all’estero: imposte pagate all’estero, eventualmente presenza all’estero degli affetti di famiglia, contratti di affitto all’estero, copia delle bollette di consumo energetico, eventuali certificati di iscrizione scolastica dei figli all’estero e quant’altro possa provare che il soggetto, in effetti, risiede all’estero. Detta documentazione, dicono gli specialisti, potrà anche essere di aiuto in un ipotetico ricorso in Commissione Tributaria. Essere di aiuto però non vuol dire certezza.

  • Mario scrive:

    @infoinsubria
    grazie per averci passato l’opinione degli specialisti. Concordo che l’ideale sarebbe sentire anche il parere di qualcuno a cui la mancata iscrizione AIRE ha creato in effetti dei problemi che ha dovuto risolvere. Mi chiedo se in realta’ esistano casi simili, o non si siano mai verificati.

  • ROSALIA scrive:

    Ciao a tutti, ho questo tipo di problema con l’agenzia delle entrate che vuole necessariamente l’iscrizione all’aire per non assoggettare i redditi a tassazione in Italia. Il problema è che non ne vuole sapere di bollette e affitti pagati all’estero perchè loro guardano i dati certi del comune di residenza…. Ne guardano le convenzioni internazionali che dovrebbero tutelare quantomeno i lavoratori dipendenti… Non so se andro’ in Commissione tributaria ma viene una gran voglia di non tornarci piu’ in questo paese…

  • Antonio scrive:

    Buon giorno a tutti,
    Riporto di seguito il mio punto di vista sull’argomento.
    Per quanto riguarda la residenza fiscale delle persone fisiche, la mancata iscrizione all’AIRE determina che la persona e’ considerata fiscalmente in italia per i periodi di imposta corrispondenti, con tutte le conseguenze fiscali che questo comporta.
    Tuttavia se la persona e’ considerata residente fiscale in due stati membri (si veda quindi l’ordinamento dello stato estero a proposito) e soddisfa le cosiddette tie break rules (articolo 4 di quasi tutte i trattati che regolano le convenzioni bilateriali tra stati) in base all’articolo 15 di tali convenzioni e’ tenuto, sotto le coodizioni di tale articolo, a dichiarare il reddito solo nello stato estero dove e’ prodotto (consiglio spesso superficialmente dato dalla maggior parte dei commercialisti).
    Poiche’ le norme convenzionali hanno priorita’ sulle norme interne (circolare 207/E del 2000 dell’agenzia delle entrate) in fase di accertamento o contestazione delle mancate imposte versate in italia, si puo’ fare riferimento alle norme convenzionali per evitare la doppia imposizione che il doppio prelievo fiscale richiesto comporterebbe.
    Peccato che tale chiarimento sia possibile solo in fase di accertamento fiscale..

    Aspetto pero’ di riceve un chiarimento definitivo a tale mio punto di vista..

  • infoinsubria scrive:

    @ Antonio: condividiamo la sua opinione. Ma non siamo a conoscenza dell’esito di accertamenti dove sia stata fatta valere questa argomentazione.

  • Danilo scrive:

    salve a tutti sono un frontaliere fuori fascia ma risiedo in svizzera per piu di 183 gg ho un permesso g e non ho obbligo di iscrizzione AIRE devo dichiarare in italia. Tengo a precisare che il soggiorno e il mantenimento fortunatamente e a carico della ditta .

  • infoinsubria scrive:

    @ Danilo: se non è iscritto all’AIRE continua ad essere residente fiscalmente in Italia, dove deve dichiarare il reddito conseguito in Svizzera, beneficiando del credito d’imposta per quanto dedotto dal fisco svizzero.

  • Alessia scrive:

    Salve ,
    Volevo porre alcune domande legate alla faccenda AIRE e alla retroattivita’ dell’iscrizione alla stessa.
    Vivo all’estero dal 1999 e da allora ho lavorato negli UK e pagato regolarmente le tasse la’.
    Per la maggior parte del periodo di permanenza negli UK ho lavorato come dipendente ma per un periodo di 3 anni come indipendente.
    Nel 2007 ho acquistato un piccolo appartamento a Londra che tutt’ora possiedo ma che non ho mai dichiarato in Italia visto che sono sempre stata e sono tutt’ora residente all’estero , ora in Belgio.
    Il problema principale e’ che per la maggior parte del periodo di permanenza negli UK non sono stata iscritta all’Aire. Infatti e’ solo negli ultimi paio di anni che ne ho sentito parlare e mi e’ stato notificato l’obbligo di iscrizione.
    Mi sono pertanto iscritta solo 2 anni fa confermando al consolato che pero’ sono stata assente dal territorio Italiano per un periodo molto piu’ lungo.
    La mia dimanda ora e’ : l’iscrizione all’Aire ha valore retroattivo?
    Tenendo presente che potrei confermare con bollette o ricevute la mia presenza negli UK negli anni precedenti la data dell’iscrizione , mi domandavo se rischio di avere dei problemi qualora volessi rientrare in Italia.
    Incorrerei a sanzioni per non avere fatto la dichiarazione dei redditi poiche’ residente a tempo pieno negli UK nel periodo antecedente la mia iscrizione all’AIRE?
    In effetti tutta questa faccenda dell’Aire e’ vunuta fuori solo negli ultimi anni, da quando cioe’ e’ cominciato il grande esodo delle nuove generazioni di giovani Italiani all’estero.
    Prima non ne avevo mai sentito parlare ed essendo ufficialmente iscritta all’ufficio del lavoro negli UK , avendo indirizzo legale e National Insurance Number negli UK non ho mai pensato che sarebbe stata mia responsabilita’ prendere contatto anche con il consolato Italiano per fare l’iscrizione all’Aire.
    Credo sia una regola solo italiana.
    Potreste darmi delle delucidazioni in merito e indicarmi se sono previste delle multe qualora un domani tornassi in Italia per ragioni familiari? Come accennato possiedo una proprieta’ negli UK e dei risparmi all’estero .
    Grazie. Alessia

  • infoinsubria scrive:

    @ alessia: Se non ha sentito niente probabilmente il fisco italiano, con cui lei non ha nulla a che fare da anni, non sa nulla di lei e con l’iscrizione all’Aire la sua situazione è passata inosservata. Gli immobili vanno dichiarati nel paese dove si trovano, e quindi non riguardano il fisco italiano.

  • Vito scrive:

    Salve,
    abito in Francia da più di 5 anni, dapprima per uno scambio universitario (Erasmus), in seguito per un dottorato di ricerca presso un’università francese, e infine (dal 2013) per un contratto a tempo determinato come ricercatore e insegnante in un’università francese (che prosegue tuttora). Non ho redditi in Italia e in questi 5 anni ho pagato le tasse in Francia.
    Non mi sono mai iscritto all’AIRE (mancanza mia) ma adesso vorrei farlo. Il modulo di iscrizione chiede di inserire l’anno di “prima emigrazione”, che nel mio caso è 2008 (o 2009 se escludiamo l’anno Erasmus). Visto che sarebbe stato obbligatorio iscriversi dopo 90 giorni dal trasferimento all’estero, dovrei indicare 2013 oppure 2008 (o 2009)?

  • infoinsubria scrive:

    @ Vito: non sono previste sanzioni per chi non si iscrive. Val quindi forse la pena essere sinceri e mettere la data effettiva.

  • TATIANA scrive:

    spero qualcuno riesca a darmi un consiglio.
    voglio iscrivermi all’ AIRE ma non dispongo di un passaporto e ho perso la carta di identita’. vorrei sapere se ci sono altre documentazioni alternative che potrei allegare per dichiarare il cambio di residenza. dispongo della mia patente di guida e di tutti i dati che comprovano la mia rssidenza in irlanda. ma son rimasta senza documenti e l’ iscrizione all’ AIRE e’ necessaria se si vuole richiedere un documento. quindi posso avvalere di autocertificazione, o un certificato di nascita a mia disposizione o la mia patente di guida, o anche la denuncia di smarrimento del documento? aiutatemi, sono in irlanda senza documento e non so che fare.

  • infoinsubria scrive:

    @ tatiana: si rivolga all’ambasciata o al consolato, sapranno sicuramente cosa fare.

  • Frank scrive:

    Salve!

    Lavoro in Spagna da fine 2012, prima con una borsa e poi con un contratto a tempo determinato.
    Non sapendo quanto tempo sarei effettivamente rimasto in Spagna ho deciso di aspettare ad iscrivermi all’AIRE.
    Per tutto il 2013 ho quindi vissuto e pagato le tasse in Spagna.
    Probabilmente non rimarró a lungo in Spagna peró comunque ci tengo ad iscrivermi all’AIRE. Anche se conosco molta gente che si trova in questa sorta di limbo, personalmente mi piacerebbe regolarizzare la mia situazione giá da ora ed avere quindi un pensiero in meno.

    Le mie domande quindi sarebbero:

    - Se mi iscrivo all’AIRE ora (maggio 2014), devo comunque pagare la differenza fra la tassazione italiana e quella spagnola?

    - Se mi iscrivo ora é direttamente efficace l’iscrizione o rischio di dover pagare anche per il 2014? (per essere stato piú di 183 giorni nell’anno solare non iscritto all’AIRE).

    Grazie mille per l’attenzione.
    Un caro saluto

  • infoinsubria scrive:

    @ Frank: visto che la sua residenza è stata la Spagna, dove ha pagato anche le tasse, secondo noi in caso di contestazione può far valere il fatto esser residente fiscale in Spagna e appellarsi all’art. 4 della Convenzione sulla doppia imposizione Italia-Spagna (vedasi intervento di “Antonio” più in alto). La cosa importante ora è iscriversi all’AIRE.

  • Armando scrive:

    Vorrei sapere vito come si e’ comportato, sono in una situazione simile ( in un altro paese)

  • Marco scrive:

    Gent.mi,
    vorrei sottoporvi il mio caso.
    Lavoro in Svizzera dal 3/8/2014 per i ben noti
    problemi nel trovare lavoro in Italia.
    Sono un dipendente di una società Multinazionale.
    Vi riassumo la mia situazione del 2014 qui di seguito e pongo due quesiti.

    - lavoro in Italia con contratto a progetto dal 1.1.2014 al 17.7.2014 (due aziende).
    IRPEF e contributi trattenuti in busta paga.
    - lavoro a Zurigo (Svizzera) dal 3.8.2014 al 31.12.2014 come dipendente di azienda multinazionale non operante in Italia. Contributi e tasse ritenute alla fonte in busta paga. Tutti i documenti in Svizzera (permesso di soggiorno, residenza, importazione auto, etc.) indicano la data del 3.8.2014 come data di trasferimento della residenza.
    - Iscrizione all’AIRE effettuata il 10.11.2014 trascorso il periodo di prova di tre mesi
    - sono in possesso di fatture, scontrini e pagamenti che dimostrano che il mio domicilio e centro di interessi dal 3 Agosto è in Svizzera
    - appartamento di proprietà in Italia
    - non ho moglie, ex-moglie, figli. Il mio nucleo familiare è composto da me stesso.
    Ho alcuni parenti in Italia

    Vorrei sapere:

    1. Devo pagare l’IRPEF in Italia per il reddito all’estero del 2014?
    2. Da quando devo pagare l’IMU come seconda casa in Italia

    Grazie e cordiali saluti.

  • infoinsubria scrive:

    @ Marco: a nostro parere lei deve pagare l’Irpef fino al momento in cui può provare di essere residente in Svizzera, cioè da agosto. Da quel momento deve pagare anche l’Imu come seconda casa.

  • Paolo scrive:

    Non capisco perche’ si continua a dire che per evitare la doppia tassazione e’ necessaria l’iscrizione all’AIRE. Incredibile questa male informazione. L’AIRE puo’ essere uno degli strumenti con cui dimostrare la propria residenza ma non l’unico e soprattutto l’iscrizione all’AIRE non ti esente da pagare tasse in altri Paesi dove si producono redditi. Un accertamento del fisco che attesti che lei vive ad esempio in Australia e recepisce dei soldi come dipendente in quel Paese da una societa’ australiana la esonera dal pagare tasse in Italia su quel reddito (Convenzione Italia-Australia) indipendentemente dalla sua residenza. Ciao

  • infoinsubria scrive:

    @ Paolo: Se si arriva all’accertamento, probabilmente ha ragione lei. Se si vuole evitare l’accertamento conviene iscriversi all’Aire.

  • Adriano scrive:

    salve a tutti

    simile domanda:

    io e la mia famiglia abbiamo lasciato l’italia 6-7 anni fa e ovviamente per fretta non abbiamo fatto l’inscrizione all’AIRE. trascorsi 5 anni in Australia dove abbiamo preso la cittadinanza. ci siamo spostati per motivi di lavoro in UAE ( emirati arabi uniti) dove viviamo. Il trasferimento e I visti pero’ sono sul passaport Australiano. e per quanto l’italia ne sa io qua non sono nemmeno mai transitato.

    cosa devo fare riguardo l’iscrizione all’AIRE?

  • Michle scrive:

    salve,

    ho vissuto e lavorato per circa 6 anni in Inghilterra ma non iscritto all’ AIRE , premetto quindi che le tasse le ho sempre pagate solo in Inghilterra e ora sono tornato in Italia percui mi chiedo:

    1- avrei dovuto pagare le tasse anche in Italia durante i 6 anni all’estero?
    2- anche se non iscritto all’Aire posso dimostrare che la mia residenza era all’estero?
    3-ho dei conti bancari ancora aperti in Inghilterra, dovrei dichiararli con il quadro RW o peggiorerebbe le cose in futuro?

    grazie e cordiali saluti

  • infoinsubria scrive:

    @ Michle:
    1) Avrebbe dovuto, in quando se non si è iscritti all’Aire per il fisco italiano si è residenti fiscali in Italia.
    2) È molto importante che lei conservi una documentazione che provi la sua residenza in Inghilterra: estratti fiscali, contratti di lavoro, contratti d’affitto, ecc.
    3) Meglio chiedere consiglio a un commercialista. Senza conoscere maggiori dettagli non siamo in grado di fare valutazioni.

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