Frontaliere fiscale con famiglia che risiede fuori zona

Lavoro da un mese in Ticino con permesso G residente estero. Il mio datore di lavoro afferma che per la Svizzera fa fede la residenza dei figli. Mia moglie e figli risiedono a 400 km dal confine, io vivo in una casa di mia proprietà in un comune frontaliero. Il mio datore di lavoro insiste nel dire che per la Svizzera io posso anche risiedere in zona di confine, ma sarei comunque considerato residente estero, e quindi pagare maggiori imposte alla fonte. Al di là di quello che fa la Svizzera, ovvero considerarmi residente estero, se prendo la residenza in zona di confine (solo io e non la moglie e figli) è corretto che in Italia non devo dichiarare quanto percepito in Svizzera?

Il fisco svizzero impone i frontalieri fiscali (quelli residenti in zona di confine) e quelli non fiscali (residenti fuori dalla zona di confine) allo stesso modo: prelevando una imposta direttamente dal salario. L’aliquota non dipende da dove si risiede in Italia. C’è una piccola differenza fra frontalieri con rientro giornaliero, che pagano un po’ di più, e quelli a rientro settimanale, che risparmiano qualcosa. (Per verificare le aliquote si può consultare questo utile calcolatore d’imposta.)

Il ristorno di parte delle imposte prelevate ai frontalieri ai comuni di frontiera secondo il trattato sull’imposizione dei frontalieri del 1974 viene però fatto sulla base del centro degli interessi. Le imposte dei frontalieri con famiglia fuori zona non vengono quindi ristornate all’Italia. Dato che il ristorno non è nominale, questo fatto non ha conseguenze per il frontaliero.

Per quel che riguarda la Svizzera lei può portare la residenza in zona di confine senza problemi, e quindi diventare un frontaliere fiscale. Come tale in Italia lei sarebbe esentato dal dover dichiarare i suoi redditi in Italia (www.infoinsubria.com/scudo-fiscale-tutto-quello-che-i-frontalieri-avrebbero-voluto-sapere/). Ma visto che la famiglia non risiede in zona di confine, l’Agenzia delle entrate potrebbe considerare lo spostamento della residenza “fittizio”, e quindi come comportamento elusivo fiscalmente (vedi anche: www.infoinsubria.com/fisco-e-residenza-dei-coniugi) . Il fisco infatti, più che la residenza, rileva il cosiddetto centro degli interessi, e in caso di accertamento sarebbe difficile sostenere tesi opposte a quella che indicherebbe come centro degli interessi la casa a Milano con la moglie.

A chi si trova in una situazione del genere consigliamo di conservare le prove che la residenza in zona di confine è effettiva: contratto d’affitto, bolletta della luce, abbonamento alla palestra, ecc., in modo da poter argomentare in caso di un accertamento.