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Consumi alimentari: in Italia balzo indietro di 33 anni

22 settembre 2014 – 10:45Nessun Commento

(cc Luca Nebuloni)

I consumi alimentari hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat nel commentare i dati del Codacons.

Balzo indietro di ben 33 anni per i consumi alimentari degli italiani. Il dato, sorprendente, emerge da un’analisi effettuata da Coldiretti sulla base dei consumi. Gli italiani nei primi anni della crisi hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa degli italiani – precisa la Coldiretti – si è ulteriormente svuotato e pesa l’1,5 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo il dati Ismea/Gfk. Si accentua la flessione nel reparto dei lattiero-caseari (-5 per cento),e l’ortofrutta (-2 per cento), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3 per cento) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. A cambiare è anche la qualità dei prodotti acquistati con un calo generalizzato (-0,5 per cento) per tutte le forme di distribuzione alimentare tranne che per i discount, in crescita del 2,4 per cento a maggio. Un segnale confermato dal fatto che – continua la Coldiretti – piu’ di otto italiani su dieci (81 per cento) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché – conclude la Coldiretti – sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all’acquisto del cibo.

 

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