Frontalieri: i depositi sotto i 5mila euro non vanno dichiarati
Per i depositi con un valore medio mensile sotto i 5mila euro non c’è più l’obbligo della dichiarazione nella denuncia dei redditi. Il Ministero delle finanze ha rivisto il provvedimento, che introduceva l’obbligo per tutti di dichiarare gli averi finanziari all’estero, per tener conto della situazione dei frontalieri, che nella maggior parte dei casi si vedono versare il salario su di un conto all’estero.
Il provvedimento era stato introdotto con la Legge sulla stabilità. Le nuove imposte sulle attività finanziarie detenute all’estero Ivie e Ivafe avevano lo scopo di tassare anche gli averi depositato all’estero, ignorando però la particolare situazione dei frontalieri. La legge prevedeva l’obbligo di dichiarazione indipendentemente dalla cifra depositata, prevedendo poi il pagamento di una tassa di 34 euro per i conti con depositi superiori ai 5mila euro.
Ora per i depositi con un valore medio mensile sotto i 5mila euro non ci sarà più l’obbligo della dichiarazione nella denuncia dei redditi. „Ciò significa,“ spiega Sergio Aureli, candidato del PD alle europee e responsabile per i frontalieri del sindacato Unia, “che i frontalieri non saranno più costretti a dover presentare il Modello Unico. In pratica grazie a questa modifica della norma quasi tutti i lavoratori italiani impiegati in Canton Ticino saranno esentati, rimarrà invece il limite di dichiarazione per chi possiede conti con depositi superiori ai 5mila euro.“
Per ora rimane bloccato anche il provvedimento che obbligava le banche a trattenere il 2% dei bonifici provenienti dall’estero. La misura, adottata per scoraggiare la fuga di capitali, penalizzava i frontalieri, che per ottenere il rimborso avrebbero dovuto dimostrare che i bonifici erano il loro salario. In merito si attende ancora una decisione definitiva.
Red.
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Per quanto riguarda il provvedimento della ritenuta automatica delle banche sui proventi bonificati dall’estero, sospesa fino a luglio 2014, la trattenuta era del 20% e non del 2% come scritto nell’articolo. Ma aldilà di questo, la buona notizia è che questa è stata definitivamente CANCELLATA col D.L. n. 66/2014 (nella speranza che poi non sia sostituita con altro).