Risultati negativi per il Gruppo Volkswagen, con perdite notevoli nonostante gli sforzi di ripresa. Impatti significativi da Porsche, dazi e transizione verso l’elettrico, oltre a problemi legati alla crisi dei chip Nexperia.
Il Gruppo Volkswagen ha concluso il terzo trimestre del 2025 con un risultato operativo negativo di 1,3 miliardi di euro, una netta contrapposizione rispetto all’utile di 2,8 miliardi registrato nello stesso periodo del 2024. Questo segna la prima perdita registrata dal gruppo dalla pandemia in poi. Dopo sei trimestri di continua diminuzione degli utili, il maggiore produttore automobilistico europeo ha evidenziato una perdita netta di 1,07 miliardi di euro nel terzo trimestre, rispetto all’utile di 1,6 miliardi dell’anno precedente. Questo rappresenta la prima perdita dal picco della crisi del Covid-19 nella primavera del 2020. Nonostante ciò, il fatturato ha mostrato un incremento del 2,3% su base annua, raggiungendo i 80,3 miliardi di euro, spinto da un lieve aumento dell’1% nelle consegne a livello globale.
Un anno prima, nel medesimo periodo, il gruppo aveva realizzato un utile di 1,6 miliardi di euro. Nei primi nove mesi del 2025, l’utile operativo ha subito una riduzione del 58%, attestandosi a 5,4 miliardi di euro, con un incremento modesto dei ricavi dello 0,6% a 238,7 miliardi. L’utile netto si è posizionato a 3,4 miliardi (-61,5%), mentre il margine operativo si è ridotto al 2,3% rispetto al 5,4% dell’anno precedente.
Il trimestre è stato fortemente influenzato dai dazi imposti dagli Stati Uniti e dalla ristrutturazione del marchio Porsche, che hanno portato a costi straordinari per un totale di 7,5 miliardi di euro, includendo svalutazioni di avviamento e riallineamenti strategici. Anche l’intensificarsi della produzione di modelli elettrici, che presentano margini inferiori rispetto ai motori tradizionali, ha contribuito a questo scenario.
In dettaglio, il marchio Porsche, simbolo del settore auto sportive e di lusso del gruppo, ha registrato una perdita operativa di 228 milioni di euro (contro un utile di 3,8 miliardi nel 2024), con un calo dei ricavi del 7,9% a 23,8 miliardi. Le principali cause di questa flessione includono il rallentamento del mercato in Cina, i costi associati al riposizionamento verso l’elettrico e l’impatto dei dazi americani.
Nonostante le sfide, per l’intero anno 2025, il gruppo prevede di mantenere un margine operativo tra il 2% e il 3%, con ricavi stabili rispetto al 2024 e una liquidità netta intorno ai 30 miliardi di euro. In un contesto globale complicato, il colosso automobilistico tedesco cerca di navigare tra la transizione verso l’elettrico e la necessità di una gestione finanziaria rigorosa, il tutto sotto la minaccia di una nuova crisi dei chip (vedi più avanti).
I marchi core del gruppo (Volkswagen, Škoda, SEAT/Cupra, Veicoli Commerciali) hanno migliorato il risultato operativo del 7% a 4,7 miliardi, mantenendo un margine stabile al 4,4%, grazie alla gestione attenta dei costi e all’implementazione del programma “Zukunft Volkswagen”. La divisione Progressive (Audi, Lamborghini, Bentley, Ducati), invece, ha subito una diminuzione del 26% a 1,55 miliardi, penalizzata dai dazi e dai ritardi di una piattaforma elettrica per il segmento D.
Le consegne globali nei nove mesi hanno visto un leggero aumento (+1,2%) a 6,6 milioni di veicoli, spinte da miglioramenti in Europa occidentale (+4%) e America Latina (+13%), mentre la Cina e il Nord America hanno registrato rispettivamente un calo del 2% e dell’11%.
Il successo nel raggiungere gli obiettivi finanziari per il 2025 dipenderà principalmente dalla disponibilità di semiconduttori, influenzata dalle tensioni internazionali che vedono coinvolto il produttore olandese Nexperia. Il gruppo ha assicurato di avere scorte sufficienti per mantenere operativi gli stabilimenti tedeschi nel breve termine, ma non esclude possibili interruzioni future.
Nexperia, ora sotto il controllo della cinese Wingtech Technology, è al centro di una disputa tra i Paesi Bassi e la Cina (con gli Stati Uniti sullo sfondo, in attesa degli esiti del summit Trump-Xi Jinping): dopo l’intervento dell’Aia nel controllo societario, Pechino ha imposto un blocco alle esportazioni dalle sue sedi, generando preoccupazioni di una nuova crisi dei chip per l’industria automobilistica europea. Secondo l’associazione europea dei produttori automobilistici, Acea, diversi costruttori potrebbero essere costretti a interrompere la produzione nei giorni a venire.
Volkswagen ha confermato di «mantenere stretti contatti e valutare alternative» con Nexperia per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento.
Riguardo alle voci su «buchi di cassa da miliardi», il CFO e COO Arno Antlitz ha spiegato che «con 31 miliardi di euro di liquidità netta nel settore Automotive, la posizione finanziaria è solida. Tuttavia, il flusso di cassa operativo per il 2025 sarà vicino allo zero: non possiamo proseguire in questa direzione».
«Nei primi nove mesi dell’anno abbiamo osservato una situazione contrastante», ha aggiunto Antlitz. «Da una parte, il successo commerciale dei nostri motori tradizionali ed elettrici conferma l’efficacia della nostra strategia di prodotto: in Europa, una vettura elettrica su quattro è di un marchio del gruppo Volkswagen. Dall’altra, le performance finanziarie si sono notevolmente indebolite rispetto al 2024, a causa del lancio di veicoli elettrici con margini più bassi e di costi straordinari per 7,5 miliardi».
«Escludendo questi oneri, il margine operativo del gruppo sarebbe al 5,4%, una cifra comunque solida nel contesto economico attuale. Tuttavia, continueremo a subire un impatto negativo dai dazi e dalla riduzione dei volumi fino a 5 miliardi su base annua. Per questo motivo, è essenziale implementare con determinazione i nostri programmi di performance, accelerare sull’efficienza e sfruttare appieno le sinergie interne al gruppo», ha concluso Antlitz.
Infine, riguardo ai dividendi per il 2025, «confermiamo una politica di dividendi con un payout di almeno il 30%, escludendo la svalutazione dell’avviamento di Porsche pari a -2,7 miliardi», ha dichiarato Antlitz durante la conferenza con gli analisti.
Alla domanda se la distribuzione di cassa agli azionisti possa essere in conflitto con l’obiettivo di invertire il trend del flusso di cassa, previsto a zero nel 2025, il direttore finanziario del gruppo tedesco ha sottolineato che «non vi è alcun conflitto, anzi è il contrario: dimostra la nostra solidità finanziaria, della quale vogliamo far partecipi anche gli azionisti».
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