Ristorni frontalieri: Berna chiede al Ticino lo sblocco dei soldi

Il Governo ticinese starebbe meditando lo sblocco dei ristorni

I 28,5 milioni di franchi che il Governo ticinese ha congelato a fine giugno e che costituiscono la metà dei ristorni per le imposte alla fonte prelevate ai frontalieri potrebbero essere sbloccati a breve da parte del Ticino. La Ministra svizzera delle Minanze Eveline Widmer-Schlumpf ha infatti scritto al Governo ticinese invitandolo a sbloccare la situazione al più presto.

La lettera inviata a Bellinzona da Eveline Widmer Schlumpf è di pochi giorni fa e chiede esplicitamente il versamento ai comuni italiani della metà dei 57 milioni di franchi di imposte alla fonte dei frontalieri congelati alla fine di giugno su un conto della Banca dello Stato. Ad indurre il Dipartimento federale delle finanze a richiamare all’ordine il Ticino è la delicatezza dei negoziati con Roma sulla doppia imposizione e sulla black list, che ostacola le aziende svizzere interessate ad operare sul mercato italiano.

Il Consiglio federale chiede, di fatto, un gesto a Bellinzona alfine di contribuire alla soluzione di una vertenza che viola il diritto internazionale: lo sblocco dei 28,5 milioni che costituiscono la metà di del 38,8% delle imposte prelevate ai lavoratori frontalieri e che spetta alla Penisola sulla base dell’accordo stipulato nel 1976.

Secondo quanto riportato da varie fonti, il Consiglio di Stato ticinese ne avrebbe discusso oggi, nella sua prima settimanale seduta di Governo e potrebbe tornare domani, mercoledì sulla questione. L’Esecutivo ticinese parrebbe deciso a revocare il blocco di fine giugno, preso, tra l’altro, solo a maggioranza e contro la volontà della presidente del Governo e Ministro delle Finanze cantonali Laura Sadis.

Red.