Facebook, fra quotazioni in Borsa e la donazione d’organi

Facebook quotata in Borsa? Secondo quanto riportato da diversi organi di stampa statunitensi, dal 18 maggio il popolare social network entrerà ufficialmente a Wall Street. Le azioni, che approderanno nel listino tecnologico Nasdaq, dovrebbero avere una forchetta di valore stimata fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Massima attenzione da parte degli investitori per la notizia. Intanto Facebook continua con le novità per i propri utenti: l’ultima è la possibilità di indicare sul proprio profilo se si vuole essere donatori d’organi o meno.

Lo si aspettava da anni ed ora il momento tanto atteso dagli investitori sembra arrivato. Dal prossimo 18 maggio, giorno più giorno meno, Facebook sarà quotato in Borsa. Il primo a riportare la notizia è stato il Wall Street Journal: il giornale finanziario ha annunciato la data in cui il social network approderà nel listino tecnologico Nasdaq. Secondo le ipotesi degli addetti ai lavori, le azioni dovrebbero avere una forchetta di valore stimata fra i 75 e i 100 miliardi di dollari. Gli investitori europei dovranno però attendere che le azioni di Facebook approdino nel mercato secondario: trattandosi di un’Ipo statunitense il prezzo iniziale sarà riservato solo agli investitori d’oltreoceano. C’è però il rischio che, a causa di una domanda notevole prima dell’ingresso ufficiale di Facebook, la quotazione della società potrebbe aumentare considerevolmente. Se questo avvenisse, il prezzo dell’investimento diverrebbe accessibile solo per pochi.

Questa non è però la sola novità dell’ultima ora. Oltre alle decisioni dei vertici del social network sul futuro economico dell’azienda, gli iscritti a Facebook stanno per trovarsi dinanzi una novità sui loro profili.

I milioni di utenti potranno infatti indicare sul proprio diario la volontà di diventare donatori d’organi. Un argomento delicato, che punta a sensibilizzare le persone sulla questione delle donazioni di organi e far sì che la comunicazione sull’argomento possa essere più immediata e diretta. L’innovazione, partita in Gran Bretagna e Stati Uniti, potrebbe però non approdare in Italia. Intervistato sull’argomento, il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, ha messo in luce le difficoltà che il nuovo sistema potrebbe incontrare a casa nostra. Pur sottolineando l’importanza di un’innovazione che potrebbe spronare i cittadini ad esprimersi su questo tema, il Direttore lo ha descritto di difficile realizzazione. Oltre alla tutela della privacy individuale, il bisogno di rispettare precisi requisiti di legge per la registrazione della volontà sul trapianto sarebbe un vero e proprio ostacolo in Italia. Un applauso alla decisione di Zuckerberg & Co., comunque, per aver deciso di puntare i riflettori su questo importante argomento.

Santina Buscemi