Intensa giornata di bilanci a Milano, con rialzi per Tenaris e Italgas e crollo di Stellantis. Tim guadagna terreno verso la fine, Webuild si riprende dopo i cali dovuti alla sospensione del Ponte sullo Stretto dalla Corte dei Conti
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Nonostante la prevista decisione della BCE di mantenere inalterati i tassi di interesse, le borse europee hanno chiuso la giornata in calo. Il Ftse Mib di Milano si è ripreso verso la fine, chiudendo a -0,09% grazie a un forte incremento di Davide Campari seguendo la diffusione dei suoi risultati finanziari. La Banca Centrale Europea ha confermato che seguirà un approccio basato sui dati, e la presidente Christine Lagarde ha indicato durante una conferenza stampa che non vi sono grandi preoccupazioni per la crescita, evidenziando che il PIL nell’area euro è aumentato dello 0,2% nel terzo trimestre. Lagarde ha aggiunto che i rischi di crescita sono ora più equilibrati, con quelli negativi ridotti grazie agli accordi commerciali con gli USA e la Cina.
Wall Street ha terminato in negativo. Il Dow Jones ha perso lo 0,23% a 47.521,83 punti, il Nasdaq è sceso dell’1,57% a 23.581,14 punti, mentre lo S&P 500 ha perso lo 0,99% a 6.822,32 punti. La sessione del 29 ottobre è stata incerta, dopo che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che un ulteriore taglio dei tassi a dicembre “non è affatto assicurato”. In precedenza, gli indici avevano mantenuto i guadagni della mattinata, seguendo il taglio dei tassi di 25 punti base, al 3,75%-4%, annunciato dal Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed, il secondo taglio consecutivo. Durante la sessione, gli indici avevano raggiunto nuovi record. Powell ha deluso le aspettative del mercato, indicando che ci sono “opinioni molto divergenti su come procedere a dicembre”.
In particolare, forti cali per Meta Platforms e Microsoft dopo i risultati trimestrali. La casa madre di Instagram e Facebook è crollata oltre il 12%, dopo aver aumentato le sue previsioni di spesa in conto capitale per maggiori investimenti nell’intelligenza artificiale. Meta prevede di spendere tra i 70 e i 72 miliardi di dollari, un aumento rispetto alle precedenti stime di 66-72 miliardi di dollari. Queste previsioni hanno eclissato utili e ricavi migliori del previsto per il terzo trimestre. Anche il titolo di Microsoft Corp ha subito un ribasso, dopo che la direttrice finanziaria Amy Hood ha annunciato che la spesa in conto capitale accelererà in questo anno fiscale. Microsoft ha riportato risultati migliori delle attese nel suo primo trimestre fiscale, con un aumento del 40% nei ricavi dalla sua divisione cloud Azure. Invece, il titolo di Alphabet ha guadagnato, sostenuto da ottimi risultati, grazie ai ricavi da Google Cloud e YouTube.
Sul fronte azionario, le trimestrali sono state decisive per i movimenti dei titoli: dopo i risultati dei primi nove mesi, il titolo di Davide Campari ha visto un forte rialzo. Anche Tenaris ha chiuso il terzo trimestre con utili e ricavi superiori alle attese degli analisti. Un balzo in avanti lo ha fatto Telecom Italia sul finire, influenzato da nuove dinamiche nel settore delle telecomunicazioni. Secondo Reuters, il conglomerato di Hong Kong Ck Hutchison sta considerando una possibile fusione tra la propria unità italiana di telecomunicazioni Wind Tre e le attività italiane del gruppo francese Iliad. Prese di profitto su Prysmian dopo recenti apprezzamenti: i buoni risultati e il miglioramento delle prospettive non sono stati sufficienti.
Fuori dal paniere principale, Webuild si è ripresa dai cali di giornata, dopo lo stop al Ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti.
Crollo di Stellantis a Piazza Affari dopo la presentazione dei risultati del terzo trimestre. Nonostante un aumento dei ricavi del +13% a 37,2 miliardi di euro, il primo dopo sette trimestri di cali, e dati in linea o superiori alle attese, non sono state fornite dal CEO Antonio Filosa rassicurazioni sull’outlook, che pur confermato, ha lasciato molti dubbi. Nel terzo trimestre, come di consueto, l’azienda non ha fornito dettagli su risultato netto e margini. Riguardo alla crisi di approvvigionamento di semiconduttori, aggravata dalla guerra commerciale tra USA e Cina che ha coinvolto l’azienda olandese Nexperia, il CEO ha affermato che l’azienda sta monitorando la situazione: «La gestiamo giorno per giorno, ma è un problema che riguarda l’intero settore a livello globale», ha dichiarato, senza offrire particolari rassicurazioni al mercato.
Sul fronte valutario, la sessione è stata volatile per l’euro che, dopo alcune incertezze mattutine, è sceso ben al di sotto della soglia di 1,16 contro il dollaro, con gli investitori che valutavano le dichiarazioni di Jerome Powell e le prospettive per la Fed, considerando i pochi dati a disposizione a causa dello shutdown negli Stati Uniti che impedisce, tra l’altro, la diffusione di dati macroeconomici. Gli operatori hanno ridotto le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi di un quarto di punto da parte della Fed quest’anno a circa il 70%, rispetto a quasi il 90% di mercoledì, secondo il FedWatch del Cme Group. Si è verificato anche un indebolimento dello yen, scivolato ai minimi degli ultimi otto mesi. «Le dichiarazioni del Governatore della BoJ Ueda hanno aperto la strada a politiche monetarie meno restrittive, poiché l’inflazione non sembra preoccupante», hanno commentato gli analisti di Mps.
Tra le materie prime, il prezzo dell’oro è risalito poco sotto la soglia dei 4.000 dollari l’oncia, mentre continuano i deflussi dagli Etf per il sesto giorno consecutivo, come evidenziato da Mps. «Questo movimento riflette un parziale ritorno degli eccessivi afflussi registrati negli ultimi un mese e mezzo», hanno spiegato. Intanto, il prezzo del Brent si mantiene stabile appena sotto i 65 dollari al barile, in attesa della decisione dell’Opec+ prevista per domenica 2 novembre. Il consenso sembra orientato verso un ulteriore aumento della produzione di 137.000 barili al giorno a dicembre.
Lo spread tra i BTp e i Bund tedeschi ha chiuso invariato. Alla fine della sessione, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco era a 76 punti, stabile rispetto al giorno precedente. Il rendimento del BTp decennale benchmark è leggermente aumentato, segnando un’ultima posizione al 3,39% rispetto al 3,38% della chiusura precedente.
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