Dumping salariale: verso una responsabilità solidale degli appaltatori

Con 22 voti favorevoli e 18 contrari il Senato elvetico ha deciso oggi di rinforzare i dispositivi contro il dumping salariale nel settore dell’edilizia. Obiettivo della camera alta è il blocco della pratica che sfocia nei lavori eseguiti sottocosto nei cantieri elvetici, in particolare nelle regioni a confine con l’Europa. I datori di lavoro elvetici attivi nel settore della costruzione e del genio civile risponderanno solidalmente per ogni imprenditore inserito nella catena contrattuale anche per quelli cui sono stati subappaltate i lavori .

La maggioranza del Consiglio degli Stati svizzero (Senato) ha deciso oggi di dare un segnale forte nei confronti del dumping salariale. Ha infatti deciso di sconfessare la sua stessa commissione interna che proponeva lo stutus quo e scelto di introdurre la responsabilità solidale dell’imprenditore principale nel pacchetto di misure accompagnatore della libera circolazione delle persone con l’UE.

La Camera alta ha così optato per il modello proposto dal Ministro Schneider-Ammann inj base al quale i datori di lavoro elvetici dovranno rispondere solidalmente per tutti gli imprenditori, compresi subappaltatori e subappaltanti che compongono la catena contrattuale.

Tale disposizione di applicherà unicamente al settore della costruzione ritenuti il principale protagonista del fenomeno del dumping salariale.

Per il socialista friburghese Christian Levrat quello approvato oggi è il metodo migliore per combattere i lavori eseguiti sottocosto in modo massiccio nel settore dell’edilizia. Un fenomeno diffuso anche nei cantieri pubblici. Levrat, presidente del Partito socialista svizzero, ha ricordato, in particolare, il caso dell’industria d’armamenti Armasuisse che ha subappaltato alcuni lavori ad un’azienda tedesca che retribuisce i propri dipendenti 10 franchi l’ora.

Tra l’altro, il dumping salariale non arreca danno unicamente ai lavoratori ma anche alle piccole e medie industrie elvetiche sottoposte ad una fortissima pressione causata dalla concorrenza sleale.

Toccherà ora al Consiglio Nazionale esprimersi sulla proposta votata oggi dal Senato prima che la disposizione diventi definitiva.

Red.