ComoNext: la tecnologia del futuro nel vecchio cotonificio

L’area che ospitava un ex cotonificio di Lomazzo, simbolo del glorioso passato dell’industria tessile di questa regione, è diventato il “faro tecnologico” dell’economia del futuro non solo comasco ma di tutta l’Insubria.

Ufficialmente inaugurato ieri è stato concepito nel 2007, quando gli operatori lariani capitanati dalla Camera di commercio di Como hanno preso atto del fatto che “coniugando una visione strategica-programmatoria con forte capacità finanziaria e realizzativa” si poteva “rilanciare la realtà locale attraverso la creazione di una nuova culla di sperimentazione”.

L’iniziativa è piaciuta subito a diversi partner territoriali e questa sinergia ha dato vita a ComoNext, realtà consortile che gestisce oggi i 20.986 metri quadrati del nuovo Parco Scientifico e Tecnologico. “L’aggregazione di risorse ed energie stimolerà il flusso e il trasferimento di conoscenza e tecnologia tra università, istituti di ricerca e sviluppo, imprese produttive e mercati avviando un circolo virtuoso che stimolerà la nascita e la crescita di tutte quelle aziende incentrate sull’innovazione.

Giorgio Carcano, presidente di ComoNext, è convinto che “attraverso l’incubazione d’impresa ed i processi di spin-off, il Parco insubrico fornirà spazi e strutture di alta qualità per accrescere la competitività delle imprese insediate e del territorio, mettendo a disposizione tutta una serie di servizi a valore aggiunto”. Fin dagli inizi, l’interesse si è rivelato notevole. Carcano spiega che “la decisione di riqualificare una struttura ottocentesca piuttosto che di edificare nuovi stabili non è casuale: con questa scelta abbiamo voluto testimoniare la volontà di mantenere l’originaria destinazione industriale del sito, che ha una propria e importante storia, e di non sottrarre ulteriori spazi verdi all’ambiente.”

Il Parco Scientifico tecnologico raccoglie la sfida lanciata dal mercato globale dando nuova linfa al settore manifatturiero tradizionale, promuovendo la formazione e incentivando l’insediamento di nuove eccellenze imprenditoriali per attrarre sul territorio professionalità altamente qualificate e investimenti, in particolare esteri. Il presidente di ComoNext sottolinea che si è voluto studiare un modello “capace di risolvere tutta la pluralità d’istanze che ruotano attorno al mondo della sviluppo”.

Una bella sfida che, è facile prevedere, si è rivelata e si rivelerà lungimirante.

Marina D’Alò