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L’immigrazione verrà limitata temporaneamente se verranno superati certi parametri: è questa la soluzione proposta dal governo svizzero per mettere in pratica le richieste del nuovo articolo costituzionale sull’immigrazione di massa. Con questa soluzione la Svizzera spera di poter evitare una disdetta dei trattati bilaterali, considerati molto importanti per l’economia.

Non infatti è infati detto che il provvedimento, che introduce un elemento di eccezionalità nella limitazione dell’immigrazione, non possa venir accettato anche dall’Unione europea. Il Consiglio federale ha quindi deciso di proseguire le consultazioni in corso con l’UE al fine di trovare una soluzione consensuale, che preserverebbe la libera circolazione rispettando la Costituzione. In tal modo si garantirebbe la via bilaterale e si ristabilirebbe la certezza giuridica, d’importanza fondamentale per la piazza svizzera. Due studi scientifici condotti su incarico della Segreteria di Stato per l’economia SECO mostrano che la denuncia degli Accordi bilaterali I avrebbe ripercussioni importanti per l’economia svizzera.

Per ogni evenienza il Consiglio federale ha comunque incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia, di elaborare, in parallelo ai colloqui in corso con l’Unione europea, una clausola di salvaguardia unilaterale, che regoli l’immigrazione limitando temporaneamente e in modo mirato la concessione di permessi per persone provenienti dagli Stati dell’UE/AELS.

I parametri di una tale clausola di salvaguardia, per esempio il limite di immigrati dall’UE/AELS a partire dal quale l’anno successivo sono introdotti tetti massimi e contingenti verrebbero definiti dalla legge sugli stranieri. A quali tipi di permessi e di scopi di soggiorno siano applicabili i tetti massimi verrà fissato dal Consiglio federale. Per prendere queste decisioni il Consiglio federale considererà in particolare gli interessi economici svizzeri e le raccomandazioni di una nuova commissione in materia di immigrazione, istituita sulla base delle proposte dell’avamprogetto per la consultazione.

Limiti all’accesso agli aiuti sociali

Il medesimo messaggio comprende anche misure volte a migliorare l’esecuzione dell’Accordo sulla libera circolazione, in particolare escludendo che stranieri in cerca di lavoro possano beneficiare dell’aiuto sociale in Svizzera. L’avamprogetto definisce inoltre i criteri che stabiliscono quando uno straniero perde il diritto di soggiorno in seguito a cessazione dell’attività lucrativa e prevede uno scambio di dati tra le autorità in caso di ricorso alle prestazioni complementari.

Sempre entro l’inizio di marzo 2016 il DFGP presenterà anche un messaggio aggiuntivo sulle disposizioni in materia di integrazione nella legge sugli stranieri. L’obiettivo è facilitare l’integrazione dei rifugiati e delle persone ammesse provvisoriamente nel mercato del lavoro (promozione del potenziale di forza lavoro già presente sul territorio).

Red./Comunicato

 

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