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Regio Insubrica, sede e segretario rimarranno ticinesi

29 settembre 2014 – 15:56Nessun Commento

“La Regio Insubrica deve andare avanti”. Lo ha ripetuto più volte Massimo Nobili, presidente della comunità di lavoro transfrontaliera che oggi (29 settembre) si è radunata a Villa Recalcati per l’assemblea annuale. Di certo c’è che dal 12 ottobre, data delle elezioni provinciali, la parte italiana del comitato direttivo, composta dai presidenti delle Province insubriche (Varese, Como, Lecco, Vco e Novara), verrà azzerata per far posto ai nuovi eletti. Da lì partirà un nuovo ciclo. Altra certezza: dopo le polemiche dei giorni scorsi su un eventuale trasloco in Italia, la sede rimarrà in Canton Ticino (oggi è a Balerna, fra Gaggiolo e Chiasso). E allo stesso tempo pure il segretario generale rimarrà di bandiera ticinese.

Da qui in poi il futuro è pieno di dubbi e ipotesi con una sola certezza: “andare avanti”. Come? Non si sa. Già perché, come ha ricordato Dario Galli, commissario straordinario della Provincia di Varese, “in Italia si sta attraversando un momento istituzionale complicato, all’interno del quale si rende necessario definire la continuità della Regio. E’ indiscutibile che lo svuotamento politico ed economico delle Province, attualmente in atto, pone l’interrogativo sul futuro della Regio a quasi vent’anni dalla sua fondazione. Occorre anche prendere atto che negli ultimi anni questo organismo ha ritrovato slancio progettuale e operativo, ha ridefinito una serie di obiettivi e svolto un ruolo importante su tematiche e questioni di rilevante interesse per i territorio di confine. Alla luce di questo è auspicabile che la Regio continui a lavorare sui rapporti tra il Canton Ticino e i territori italiani”.

Anzi, si cercherà di superare gli attuali orizzonti: “Penso – ha aggiunto Nobili – a finanziamenti europei diversi dagli Interreg che vanno a promuovere le organizzazione transnazionali di confine. E poi al coinvolgimento delle Regioni Lombardia e Piemonte indipendentemente dall’abolizione o meno delle Province”. E soprattutto vi è il nodo della concretezza perché da più parti il lavoro della Regio non sembra giustificare del tutto la sua esistenza. In tal senso Nobili ha elencato i risultati ottenuti nell’ultimo periodo: “abbiamo sottoscritto un accordo fra Regione Lombardia e Canton Ticino per lo smaltimento degli inerti e poi pubblicato uno studio sull’accesso al credito delle pmi italiane alle banche svizzere. In più è proseguita la promozione del territorio via internet e attraverso manifestazioni sportive”. Sul tavolo restano gli snodi più pesanti: frontalierato, mobilità e ristorni: “Trovare una soluzione – ha chiosato il presidente della Regio – è nell’interesse di tutti”.

Parole di sostegno alle Regio di oggi e di domani sono arrivate anche da Francesca Brianza, Consigliere regionale della Lombardia presidente della Commissione italo-svizzera la Pirellone: “La Regione – ha affermato – continuerà a guardare con attenzione al lavoro di questa realtà. E’ giusto riflettere sul futuro e sulle possibili prospettive ed è condivisibile la volontà di maggior apertura alle realtà locali e al mantenimento nel Cantone della sede di questo organismo”.

In attesa di sapere se il progetto di abolizione delle Provincie andrà avanti, la Regio Insubrica ha anticipato qualsiasi rischio di estinzione, approvando la risoluzione “Regio Insubrica domani”. Nel documento i componenti dell’ente trasnfrontaliero hanno approvato due punti. Primo: l’invito alle Regioni Lombardia e Piemonte e al Canton Ticino a farsi “garanti per la ricerca di un’adeguata soluzione istituzionale, per affidare alla Regio Insubrica la funzione, i compiti e le risorse indispensabili di organismo sul territorio delle attuali Province e del Cantone per fungere da tavolo privilegiato della cooperazione transfrontaliera”. Secondo: l’auspicio che il Comitato Direttivo, nella composizione che ne sortirà dopo le elezioni del 12 ottobre “raccolga queste intenzioni e si attivi per concretizzare i propositi manifestati a Villa Recalcati, assicurando adeguata continuità nella fase transitoria e forza nei nuovi assetti istituzionali”

Al centro di tutto vi sarebbe l’ipotesi di organizzazione all’esame del Comitato direttivo di eventualmente trasformare la Comunità di lavoro in “Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale” (GECT) e le esigenze di approfondire giuridicamente la sua realizzazione come avviene proficuamente da tempo nella zona di Basilea, al confine con Francia e Germania. La decisione finale però spetterà agli eletti delle elezioni provinciali del 12 ottobre.

Nicola Antonello

 

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