Preoccupante diffusione del lavoro precario in Ticino

In Ticino, dal 2004 al 2015 il numero dei lavoratori sottoccupati è cresciuto del 200%, raggiungendo la cifra di 17’400 persone. Si tratta di persone che lavorano tempo parziale, ma che sarebbero disposte a lavorare di più. Il fenomeno, preoccupa il sindacato OCST, che intende chiedere provvedimenti per arginare il fenomeno.
Lavoro su chiamata, tempi di lavoro parziali, stage, lavoro interinale sono le diverse forme in oggi cui si presenta la precarietà in Svizzera. „Una società sana deve salvaguardare il valore del lavoro inteso come strumento per promuovere l’emancipazione e la dignità della persona“, ha affermato il segretario dell’OCST Renato Ricciardi durante la conferenza stampa indetta per presentare le richieste del sindacato.
Il fenomeno interessa residenti e frontalieri. Per questi ultimi spesso il lavoro precario o l’impiego a prestito attraverso un’agenzia rappresenta una strada per accedere al mercato del lavoro svizzero, ciò che può spingere ad accettare condizioni di impiego sfavorevoli. Per i residenti si tratta invece spesso di un’ultima spiaggia per non uscire dal mercato del lavoro: concretamente si tratta di dumping salariale, anche se le modalità di impiego contribuiscono a mascherarlo.
Per lottare contro la precarietà e la sottooccupazione sono necessarie delle regole che limitino la possibilità di far capo a contratti a ore e su chiamata, in modo da arginare le possibilità di frazionare il tempo di lavoro. Si chiede inoltre che la stipula di contratti a tempo parziale venga giustificata, tanto più che spesso il contratto a tempo parziale maschera un abuso: il lavoratore è impiegato a tempo pieno ma riceve solo una parte del salario.
La diffusione della sottooccupazione va di pari passo con la crescita del lavoro interinale osservato negli ultimi anni. Sempre più spesso le aziende non si limitano a far capo al personale proposto dalle agenzie interinali per far fronte a situazioni straordinarie, come picchi di lavoro, sostituzioni per infortunio o malattia, ma impiegano personale avventizio per evitare di assumere dipendenti con regolari contratti di lavoro.
In questo modo si costringono molti salariati a una situazione di precariato cronico, pregiudicando loro la possibilità di migliorare le proprie condizioni salariali e rendendoli vulnerabili all’andamento del mercato del lavoro. In questo ambito l’OCST propone un tetto massimo di lavoratori interinali in azienda, la generalizzazione della garanzia che i lavoratori a prestito abbiano le stesse condizioni salariali e di lavoro di quelli assunti dall’azienda, e una indennità per i periodi di inattività.
In seguito al diffondersi dalla pratica di licenziare lavoratori con un contratto per sostituirli con personale a prestito, l’OCST chiede inoltre il blocco delle assunzioni di lavoratori interinali per un certo periodo dopo il licenziamento di un lavoratore a tempo determinato o indeterminato.