Parità di trattamento per i frontalieri svizzeri e italiani

Il presidente della commissione Dick Marty

I frontalieri ticinesi in Italia devono venir trattati come quelli italiani in Svizzera: lo chiede la Commissione dell’economia e dei tributi del Senato svizzero al termine di una trasferta in Ticino. Poco opportuni “colpi di testa” riguardo al versamento dei ristorni.

La commissione, riunitasi sotto la presidenza del consigliere agli Stati Dick Marty, ha deciso di appoggiare l’iniziativa cantonale ticinese che chiede la rinegoziazione dell’Accordo sui frontalieri. Nel documento adottato dalla commissione, si auspica che il Governo svizzero si impegni per rivedere anche la percentuale della quota dei ristorni delle imposte alla fonte prelevate ai frontalieri destinate all’Italia. Non si definisce però una nuova percentuale.

Importante per la commissione è il rispetto del principio della reciprocità: se ai frontalieri italiani ad esempio concesso di partecipare ai concorsi dell’amministrazione pubblica in Svizzera, lo stesso deve valere anche per i frontalieri svizzeri in Italia. Un nuovo accordo dovrebbe anche tener conto del mutamento della figura del frontaliere, che oggi spesso non rientra più giornalmente a domicilio.

Intervistato dalla Radiotelevisione svizzera, il consigliere agli Stati Dick Marty ha segnalato al governo ticinese di ritenere poco opportuni “colpi di testa” nei rapporti con l’Italia. Il deputato si riferiva evidentemente all’attesa decisione sul versamento della prossima rata dei ristorni, dovuta entro la fine del mese. Il governo ticinese non ha ancora deciso se procedere al versamento, o se depositare la somma su di un conto vincolato, in attesa di una decisione italiana sulla rimozione della Svizzera dalla black list italiana dei paesi a fiscalità privilegiata.

Red.