Ditte ticinesi in Italia: qualcuno ci prova

Gli artigiani indipendenti italiani, i cosiddetti padroncini, sono una presenza abbastanza frequente sui cantieri ticinesi. Meno frequente invece la presenza di artigiani ticinesi in Italia. Qualcuno però ci prova, sia pure fra molte difficoltà.

La ditta del settore elettotecnico Biscara Giovanettina SA di Locarno, che realizza impianti elettrici, ma anche impianti di comunicazione multimediali, per esempio per alberghi o sale congressi, ha avuto modo di fare questa esperienza. Attraverso un cliente per il quale aveva già lavorato in Svizzera, è stata invitata a fare un’offerta per un impianto di comunicazione di un grande albergo nella provincia di Como, ottenendo l’incarico. Disponendo delle necessarie competenze specifiche, una ditta ticinese è assolutamente concorrenziale sul mercato lombardo. Apprezzata è soprattutto la qualità del lavoro, per il quale i clienti sono disposti a spendere anche qualcosa in più.

Trattandosi di una esperienza nuova, per farsi aiutare a risolvere i problemi burocratici, la ditta si è rivolta alla Camera di commercio dell’industria e dell’artigianato del Canton Ticino, che ha fornito una utile consulenza. Nel caso specifico i problemi erano comunque contenuti, in quanto non c’erano importanti spostamenti di attrezzatura e di materiale attraverso la frontiera. Si è trattato più che altro di cercare le soluzioni più adeguate e meno onerose.

Il primo problema da superare è stato quello di comunicare alle autorità italiane la presenza in Italia. Trattandosi di un lavoro che non sarebbe durato più di 90 giorni, non era richiesto un permesso di soggiorno. I trattati bilaterali prevedono però una notifica della presenza. Solo che in Italia non è stato stabilito a chi rivolgersi per segnalare la propria presenza: in teoria quindi per gli artigiani svizzeri non c’è la possibilità di adempiere a questo obbligo. Il problema è stato risolto inviando una notifica di presenza alla Camera di commercio di Como, che si è messa a disposizione per offrire questo servizio.

L’importazione degli attrezzi da lavoro è stata risolta preparando un elenco degli attrezzi, che è stata fatta timbrare dalla dogana svizzera. Si tratta di una soluzione che in genere viene ammessa quando il valore del materiale presentato non supera i 1000 euro. La lista deve venir conservata, e presentata nuovamente al momento di rientrare in Svizzera. Se il valore del materiale importato temporaneamente in Italia è ingente, occorre far capo al libretto ATA, una lista dettagliata del materiale professionale, che consente l’importazione e l’esportazione per un massimo di 12 mesi senza pagare il dazio e l’IVA.

Per il passaggio della frontiera del veicolo aziendale, l’autista, di nazionalità svizzera, è stato munito di una delega rilasciata dall’azienda. Il documento è importante, perché l’autorità italiana vuole essere certa che non si tratti di una importazione illegale di merce. Se alla guida del veicolo aziendale c’è un cittadino italiano o domiciliato in Italia, il passaggio della frontiera è soggetto ad una richiesta di autorizzazione abbastanza complicata: si cerca quindi di evitare, in questo caso, l’uso del veicolo aziendale. Ora però la procedura è stata semplificata (vedi comunicazione Camera di commercio).

Il materiale usato per realizzare l’impianto è stato invece fatto recapitare direttamente al cliente attraverso uno spedizioniere che ci è occupato di risolvere i problemi doganali. Per quel che riguarda il versamento dell’Iva italiana, è stato possibile approfittare dell’eccezione prevista per l’esecuzione di una prestazione singola, completata nei 90 giorni, per un cliente italiano dotato di partita Iva. Biscara Giovanettina SA ha emesso una fattura senza Iva, e l’imposta è poi stata pagata dal cliente al fisco italiano tramite una autofatturazione.

Normalmente gli artigiani svizzeri che operano in Italia nei confronti di un privato che non ha la partita Iva, o che lavorano regolarmente, devono annunciarsi all’Iva italiana, e designare un rappresentante fiscale in Italia che sarà responsabile nei confronti dello Stato per i corretti versamenti dell’imposta.

Bruno Biscara e Romano Giovanettina, i titolari della ditta, sono soddisfatti dell’esperienza fatta. “Per una azienda ticinese lavorare in Italia non è impossibile,” afferma Bruno Biscara: “Se ci saranno delle altre occasioni, le prenderemo in considerazione, ma dopo aver ben valutato le opportunità.” Bisogna infatti anche essere coscienti dei limiti di questo genere di operazioni. “Per ora per noi si tratta ancora di un mercato molto di nicchia”, precisa Romano Giovanettina. “La difficoltà maggiore sta nella possibilità di offrire ai clienti un servizio adeguato una volta realizzato l’impianto: la distanza si rivela a questo proposito un ostacolo importante.”

Michele Andreoli