Misure più severe contro il dumping salariale

Dall’anno prossimo le autorità avranno a disposizione strumenti più incisivi per lottare contro il dumping salariale. L’indipendenza dei “padroncini” dovrà venir accuratamente documentata, e le ditte che violeranno le infrazioni alle disposizioni vincolanti in materia di condizioni salariali e lavorative potranno essere multate e bandite dalla Svizzera.

Il governo svizzero ha fissato al 1. gennaio 2013 l’entrata in vigore dei nuovi provvedimenti. Le modifiche consentono pertanto di colmare le lacune della normativa concernente le misure collaterali e di migliorarne l’efficacia attuativa. Le nuove disposizioni migliorano la lotta al fenomeno della pseudo-indipendenza dei prestatori di servizi esteri, e questo grazie all’obbligo di presentare determinati documenti e alle nuove possibilità sanzionatorie.

È inoltre prevista la possibilità di sanzionare anche i datori di lavoro che impiegano lavoratori in Svizzera e non rispettano i salari minimi vincolanti previste dai contratti normale di lavoro (CNL). Alle aziende che distaccano lavoratori nonostante un divieto di prestare servizi passato in giudicato potrà essere inflitta una multa.

Le misure collaterali sono state rafforzate anche grazie alla possibilità di sanzionare le infrazioni ai contratti collettivi di lavoro (CCL) a cui è stata conferita l’obbligatorietà generale secondo la procedura agevolata e all’introduzione dell’obbligo per i datori di lavoro esteri di notificare il salario dei lavoratori distaccati.

Nella prossima sessione del Parlamento verrà discussa la proposta di rendere responsabili le ditte svizzere che affidano lavori asub-appaltatori esteri per le condizioni salariali praticate da questi ultimi. Il provvedimento, che riguarderà l’edilizia, il genio civile e i rami accessori dell’edilizia, è già stato approvato dal consiglio degli Stati.

Red./Comunicato