Frontalieri, verso l’assoggettamento alle aliquote italiane!

La sala del Consiglio nazionale (parlament.ch)

Colpo di scena nella vicenda legata alla fiscalità degli oltre 60mila frontalieri presenti in Ticino. Il Consiglio federale dovrà studiare gli effetti di una eventuale loro tassazione sulla base delle aliquote praticate in Italia. La Camera bassa elvetico ha accolto oggi a sorpresa un postulato del leghista ticinese Lorenzo Quadri per il quale questo sistema permetterebbe al Ticino e a Roma di incassare di più e contribuirebbe a limitare gli effetti del dumping salariale.

A sorpresa oggi la Camera bassa federale ha accolto un postulato depositato nel 2012 dal consigliere nazionale ticinese leghista Lorenzo Quadri  con il quale è chiesto l’assoggettamento dei lavoratori frontalieri alle aliquote italiane. Con 157 sì, 25 no e 4 astenuti il voto non ha tenuto conto del preavviso negativo del Governo elvetico. Tutti i deputati ticinesi presenti hanno votato a favore.

Il postulato è stato approvato nonostante l’invito contrario del Consiglio federale. La ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha ricordato l’opportunità di non appesantire le trattative con l’Italia nell’ambito dei negoziati fiscali in corso e che dovrebbero sfociare su un risultato positivo per entrambi. Inoltre, il postulato accolto oggi presuppone l’applicazione in Ticino del diritto fiscale italiano per la tassazione dei frontalieri, un unicum a detta della Ministra delle finanze che mal si concilia col principio di sovranità, anche fiscale, di uno Stato. Notevole potrebbe, inoltre, essere l’aggravio amministrativo e l’aumento conseguente dei costi a carico del Cantone Ticino.

La proposta di Quadri prevede la sottoscrizione da parte di Italia e Svizzera di un accordo che preveda l’assoggettamento fiscale dei frontalieri alle aliquote italiane, assai più elevate di quelle elvetiche. La Svizzera, incaricata del prelievo fiscale, tratterrebbe l’intera quota dell’attuale imposta alla fonte (quindi senza ristorno del 38,8%) mentre la differenza sarebbe trasferita all’Italia. Un sistema simile è in vigore con i frontalieri francesi. In questo caso tocca però alla Francia ristornare alla Svizzera una parte del gettito. I frontalieri tedeschi vengono invece tassati sia in Germania e in Svizzera, ma possono recuperare quanto pagato in Svizzera detraendo l’imposta da quanto versano al fisco del loro paese.

Paradossalmente, rinunciando a tassare il reddito dei frontalieri residenti in zona di confine, il fisco italiano perde annualmente diverse centinaia di migliaia di euro, e, in un certo senso, sovvenziona l’economia ticinese. Il provvedimento proposto da Quadri porrebbe fine a questo stato di cose, rendendo meno interessante lavorare in Ticino. Considerato  l’incremento del prelievo fiscale sullo stipendio dei frontalieri, questi ultimi non avrebbero più interesse ad accettare lavori sottopagati. Una misura che, insomma, potrebbe contrastare il dumping salariale in Ticino.

Red.