Frontalieri: iscrizione coattiva alla cassa malattia svizzera
Frontalieri senza cassa malati. L’ufficio cantonale preposto, annuncia la loro affiliazione coattiva a un’assicurazione elvetica scatenando la reazione dei sindacati. Eppure, la misura è assolutamente legale. Tocca al frontaliere annunciare se è intenzionato a mantenere la mutua italiana o iscriversi all’ assicurazione svizzera. Ma lo deve annunciare entro tre mesi dal suo arrivo in Svizzera. Non sempre lo fa.
Per centinaia, forse migliaia di frontalieri, la svista potrebbe costare cara. Le autorità cantonali ticinesi, stanno infatti notificando ai pendolari stranieri la loro affiliazione coattiva a un’ assicurazione svizzera. E’ una prerogativa legittima che deriva dagli accordi bilaterali fra Svizzera e UE. Infatti, se il frontaliere non annuncia tempestivamente la propria decisione di rimanere affiliato alla mutua italiana, le autorità cantonali lo possono assicurare d’ufficio a una cassa svizzera.
Ciò significa però costi enormi. Infatti, i premi in Svizzera sono molto onerosi rispetto alla mutua italiana che è praticamente gratuita. Oltretutto, le autorità svizzere, possono richiedere di versare anche gli arretrati, a partire dal momento dell’ entrata in Svizzera del lavoratore.
Il precedente
Già nel 2008 si era prodotta una situazione simile. Allora, il governo federale aveva concesso, in via del tutto eccezionale, una sanatoria per permettere ai frontalieri di regolarizzarsi e di regolarizzare i propri familiari, sottoposti loro stessi, alla misura.
Stavolta però, c’è da chiedersi se Berna si mostrerà nuovamente così magnanime. A questo punto, c’è da chiedersi perché una situazione simile si stia ripetendo. Il frontaliere è il solo responsabile? Il datore di lavoro -al momento della firma del contratto- avvisa il lavoratore dei suoi diritti e dei suoi obblighi? I sindacati fanno abbastanza per sensibilizzare i loro affiliati? Non andrebbe migliorata l’informazione anche da parte delle autorità preposte?