Fiscalità frontaliera: il commercialista è sempre più sollecitato

Andrea Bottoni
Andrea Bottoni

Fra il Ticino e la Lombardia lo scambio economico è intenso e tocca i campi più diversi. Chi lavora a cavallo della frontiera è confrontato alle leggi di due Stati. Per far fronte ai problemi fiscali, burocratici e legali che si pongono è spesso inevitabile dover far capo a degli specialisti, ma non è sempre facile trovare chi conosca bene le particolarità della regione di frontiera. Lo Studio Bottoni di Viggiù affronta in modo specifico i problemi fiscali dei frontalieri, rivolgendo una particolare attenzione alle situazioni di salariati e piccoli artigiani. Sull’evoluzione delle richieste di consulenza negli ultimi anni abbiamo intervistato il titolare, dott. Andrea Bottoni.

Dott. Bottoni, ha spesso a che fare con problematiche particolari che si presentano specificatamente in zona di frontiera?

Da diversi anni mi occupo in modo molto specifico di fiscalità dei lavoratori frontalieri. Soprattutto dal  2008 in avanti ho acquisito specifiche competenze derivanti sia dalla formazione professionale, ma soprattutto dall’aver gestito una quantità elevata di pratiche e adempimenti dichiarativi a favore di lavoratori frontalieri ed ex frontalieri. L’esperienza sul campo mi ha permesso di consolidare le mie competenze e le mie conoscenze con particolare riguardo alla fiscalità italiana applicata ai lavoratori frontalieri in Svizzera. Nel 2015 mi sono occupato di „voluntary disclosure“ con particolare riguardo alle problematiche dei frontalieri dipendenti e dei propri familiari. In queste settimane stiamo ultimando la chiusura di tali procedure con l’Agenzia delle Entrate e stiamo verificando che il lavoro accurato e predisposto specificamente per i  frontalieri e soprattutto ex frontalieri (pensionati) ha dato i suoi frutti, permettendo la totale regolarizzazione delle posizioni dei clienti con i migliori risultati sperati.

I mutamenti in corso sulla regolamentazione del segreto bancario svizzero, che prevedono la successiva adesione di questo paese alle norme internazionali sullo scambio di informazioni fiscali, rendono anche per i piccoli risparmiatori, in particolare per i frontalieri che spesso detengono conti in Svizzera, urgente e importante la regolamentazione della propria situazione nei confronti del fisco italiano. Ha riscontrato un aumento del bisogno di una consulenza specialistica in questi anni?

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Studio Bottoni, Viggiù

Si, in modo esponenzialmente crescente negli ultimi anni. In particolar modo capitano richieste di informazioni da parte di persone che non sono stati abituate negli anni ad occuparsi di questioni

fiscali sul versante italiano e che si stanno confrontando con una normativa complessa e in continua evoluzione che deve essere conosciuta in modo approfondito e non sottovalutata. Spesso ricevo clienti confusi che a loro volta hanno sentito diversi pareri discordanti fra loro. La criticità maggiore è data dal fatto che esiste pochissima normativa o documentazione al riguardo. Le categorie più “a rischio” sono i lavoratori dipendenti frontalieri che spesso hanno difficoltà a reperire le informazioni corrette circa gli adempimenti a cui sono soggetti e, negli ultimi anni, anche i soggetti italiani che in Svizzera svolgono una attività “indipendente”. Tali soggetti devono verificare molto attentamente la necessità di adempiere ad obblighi fiscali in Italia perché sono soggetti fiscalmente italiani, in quanto ivi residenti.

Di che problemi si tratta?

Si tratta principalmente di problematiche legate al possesso di conti correnti in Svizzera sia privati (di accredito degli stipendi) sia di risparmio e, a volte, anche di titoli o altri investimenti ed immobili. Ma in diversi casi le problematiche riguardano anche le cointestazioni dei conti, le procure o deleghe rilasciate a familiari o altri soggetti, le partecipazioni in società svizzere. Sovente capita anche di ricevere richieste di consulenza in riferimento alla tassazione del Secondo pilastro, se sia meglio optare per l’acquisizione come capitale o per la rendita perpetua.

Quali servizi siete in grado di offrire?

Studio Bottoni, Viggiù
Studio Bottoni, Viggiù

Il mio studio offre ogni genere di servizio fiscale, dai modelli dichiarativi (Unico e 730) ai contratti di locazione, dichiarazione di successione, imposte comunali, modelli Isee, Red e altri servizi in qualità di CAF. Per i frontalieri, in particolare, mettiamo a disposizione specifiche competenze per la compilazioni dei modelli Unico, quadri RW fiscalità del Secondo pilastro, richieste di rimborso delle imposte alla fonte. L’esperienza acquisita ci consente di informare il cliente frontaliere su tutte le novità inerenti la loro fiscalità.

Fra i lettori di Infoinsubria ci sono sopratutto salariati e piccoli artigiani che spesso temono di varcare la soglia dello studio di un commercialista, temendo che sia un servizio riservato a persone con ben altre disponibilità finanziarie?

La prima cosa che cerchiamo di fare è essere trasparenti sul costo delle consulenze e dei servizi che offriamo. Per chi richiede un primo colloquio direttamente con il professionista, il costo solitamente non eccede i 100 euro, ma può anche essere inferiore, e se la pratica prevede attività successive queste vengono preventivate e spesse volte il costo della consulenza iniziale è riassorbito dalla pratica.  Cerchiamo di mantenere il miglior rapporto fra la qualità del servizio che ci contraddistingue e il prezzo, e su servizi semplici riusciamo ad essere competitivi. Un modello RW ad esempio, in certi casi, può costare anche solo 60 euro. L’esperienza e la conoscenza degli argomenti ci permette di offrire ai clienti un servizio di qualità a prezzi sicuramente competitivi.

Publiredazionale Infoinsubria