Brambilla, un cognome della val Brembana

Il lago Becco, in val Brembana (foto cc orobicon)

Molti i nomi che hanno radici «terragne»: come quello della val Brembana in cui ravvisiamo il significato base di «terreno inzuppato d’acqua, zona paludosa». In effetti tale rimase a lungo il territorio (prima delle numerose bonifiche intervenute nei secoli).

Siamo dinnanzi al dialetto bresciano terren bremb , terreno in cui il piede affonda nell’acqua. Il verbo brombà , brembà «essere intriso d’acqua» ricorre (come ben risulta dal Vocabolario dei nostri dialetti: VDSI) in varie parlate lombarde e svizzero-italiane, sì che in origine brembo non era un nome proprio, bensì la concreta designazione di una zona acquitrinosa. Val Brembana significava «valle segnata da vari impaludamenti». La qualifica dialettale sarà poi fatta divenire nome proprio. A sua volta, come in numerosi altri casi, il termine di terr bremb verrà via via esteso a designare le acque del fiume che scorreva in questo genere di zone.

Ne nacque uno dei più frequenti cognomi lombardi, i Brambilla che, in sé, muovono da Brembilla , oggi comune politico appunto della val Brembilla e torrente tributario di destra della val Brembana. La gente (qui come per Magadin «terreno paludoso» poi riservato anche a indicare il villaggio) insisteva sul fattore del terreno molle, che rendeva ulteriormente difficile il lavoro al contadino. Il nome locale suona in sé Brembéla , ossia «piccola zona umida» e poi «piccolo corso d’acqua che confluisce nel Brembo».

Già nel Quattrocento numerosi Brembilla (poi il nome venne fatto diventare Brambilla) convergono come lavoranti agricoli sui dintorni di Milano: il primo riscontro di cui sin qui disponiamo è del 1447, appunto in contesti milanesi.

L’emigrazione (non solo nel Settecento e Ottocento) tocca moltissime famiglie, mentre si aprono squarci ricchi di umanità e di sacrifici. Qui non possiamo far altro che ricordare alcuni cognomi bergamaschi che si espandono in Lombardia (e Svizzera italiana) come Locatelli, Nembrini, Bolis, Ongis, Pasteris, Zois . Sono degli ablativi plurali quali usavano nel loro latino i parroci intenti a stendere i registri di matrimonio e di battesimo. Altri casi? Anche Brumana è comunità della vall’Imagna da cui, per secoli, emigrano molte famiglie: si insediano prima a Bergamo, poi a Milano, Brescia, Como. Pure i Pesenti sono originari di Almenno San Bartolomeo (Brembana); della zona anche i Poni che è un interessante derivato da Filipponi . Oggi li si incontra in varie comunità lombarde ed emiliane.

In cognomi come Vabanesi, Milesi, Cortesi balugina quell’uscita –esi che era caratteristica di queste zone; sì che Cortesi non vuol dire «persona gentile», bensì «contadino che era addetto a una corte agricola». Decisero di emigrare anche gruppi come i Ghirla : il nome di famiglia si documenta (in vari punti lombardi) quanto meno dal 1382 ed era riferito ai soldati addetti alla Ghirla, alla fortificazione campale (travi e legname vario) che in tempo di tensioni militari impediva a nemici e sospetti di percorrere una certa strada. Da zone bergamasche mossero verso Milano anche i Sonzogno : vi diverranno uno dei più fortunati editori dell’Ottocento e del primo Novecento. Il cognome continua il nome della località di Sumzogn, come veniva e viene detta la parte più alta del comune di Zogno (con z sonora), che è il capoluogo della val Seriana.

Ottavio Lurati

(per gentile concessione di Azione, settimanale di Migros Ticino)