Un emigrante svizzero nell’albero genealogico del presidente Obama
Non ha ancora risposto il presidente americano Obama all’iniziativa del comune di Ried, nel canton Friborgo, di concedergli la cittadinanza onoraria in virtù delle sue lontane origini svizzere. Ma nel piccolo comune rurale si continua a sperare che un giorno Barack Obama venga a visitare il paese dei suo avi.
Il nonno di settimo grado di parte materna del presidente americano Barack Obama si chiamava infatti Hans Gutknecht, ed è nato nel 1692 nel villaggio di Ried, nel Cantone svizzero di Friborgo. In quei tempi anche gli svizzeri dovevano emigrare per trovare lavoro. In cerca di fortuna il carpentiere Hans Gutknecht si trasferì in Francia, nel villaggio alsaziano di Bischwiller.
Suo figlio Christian, coltivatore di tabacco, la fortuna andò a cercarla ancora più lontano. Nel 1749, con sua moglie Maria Maddalena Grünholtz e i due bambini, si imbarcò per il Nuovo Mondo, stabilendosi a Germantown, in Pennsylvania, dove cambìo il suo nome in Goodnight. Fra i discendenti di Christian Goodnight vi sono i genitori di Stanley Armour Dunham, il nonno materno di Obama.
Una tipica storia di emigrazione, ricostruita dall’esperto di genealogia Hans Herren, incaricato dal Comune di Ried di fare delle ricerche quando si è saputo che fra gli antenati del presidente americano figurava un certo Gutknecht, nome molto diffuso nella zona. Nel villaggio di Fräschels, non lontano da Ried, Herren ha scovato anche un dodicenne che oggi è fiero di essere un lontanissimo cugino di Obama. I risultati della ricerca sono stati certificati dall’Archivio cantonale di Friborgo.
Naturalmente più si risale nel tempo, e più il numero degli antenati aumenta. Non sono poche quindi le persone che possono vantarsi di essere imparentate al presidente americano. Un geneaologista americano ha addirittura scovato fra gli antenati di Obama un avo di Brad Pitt. In fondo siamo tutti parenti, soprattutto se si parte dal presupposto che all’inizio non c’erano che Adamo ed Eva. Il mondo è da sempre un “melting pot”, e quindi sono tanto più incomprensibli fenomeni come il razzismo e la xenofobia.
Mario Besani
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