Sfide dei Computer Quantistici: Rigetti & Co contro i Colossi Tech!

Approfondimento. Crescita significativa in Borsa per le aziende del settore, spinta anche dalla speculazione. La tecnologia è ancora in fase di sviluppo e le valutazioni sono elevate, ma i giganti della tecnologia investono

Il computer quantistico rappresenta un argomento poco trattato rispetto all’intelligenza artificiale (AI), ma che in Borsa ha suscitato grande interesse tra gli investitori, particolarmente negli ultimi tempi. Per avere un’idea, è sufficiente osservare le performance di alcune aziende del settore. Movimenti che, se da un lato sono alimentati dalla speculazione, dall’altro richiedono un approccio prudente a causa dell’elevata volatilità giornaliera.

I dati di mercato indicano una tendenza al rialzo. Prendiamo ad esempio IonQ. Questa azienda, con sede centrale nel Maryland, ha registrato un incremento del 244,3% nell’ultimo anno. Questo forte aumento ha avuto inizio principalmente da inizio settembre. A quel tempo, il prezzo delle azioni dell’azienda – che fornisce servizi di quantum computing tramite piattaforme cloud di Amazon, Microsoft o Google – era di circa 6,6 dollari. Attualmente, il prezzo si aggira intorno ai 45 dollari. Altri due casi simili sono quelli di Rigetti Computing e D-Wave Quantum. Rigetti, attiva dal 2013, vedeva le sue azioni a circa 3 dollari a fine novembre 2024. In poco più di un mese, sono salite a 17 dollari. Per quanto riguarda D-Wave, l’azienda canadese ha visto le sue azioni passare da 2 dollari a 9,91, dopo aver raggiunto i 10 dollari, con un aumento del 258,4% nell’ultimo mese. Di fronte a un simile scenario, gli investitori si chiedono cosa abbia suscitato tale interesse.

Prima di tutto, è importante sottolineare che l’interesse non deriva da un miglioramento della redditività o dei fondamentali in generale. Certo, alcuni miglioramenti nei bilanci, come nel caso di IonQ, possono avere un impatto. Tuttavia, le aziende in questione sono imprese di alta tecnologia di frontiera che, operando con una tecnologia ancora non completamente matura, investono molto in ricerca e sviluppo e, fino ad ora, non hanno coperto i costi di produzione. Per esempio, IonQ, nel quarto trimestre del 2024, ha registrato ricavi in aumento a 12,4 milioni di dollari, ma ha anche riportato una perdita operativa di 65,5 milioni a causa degli elevati costi in ricerca e sviluppo (33,2 milioni). Rigetti, nel medesimo periodo, ha mostrato una perdita operativa di 17,3 milioni. D-Wave ha segnato una perdita netta di 22,7 milioni. Quindi, i dati trimestrali non sono i principali driver di mercato, anche se meritano un’attenta analisi.

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In realtà, hanno giocato un ruolo importante altri fattori o eventi. Alcuni di questi sono legati alla storia specifica delle aziende menzionate. Altri, invece, sono di natura settoriale e coinvolgono vari giganti tecnologici. Nella corsa al computer quantistico, infatti, partecipano anche diverse big tech: da Alphabet a Microsoft fino a IBM. È sorprendente? «Assolutamente no», risponde Roberto Siagri, ex fondatore di Eurotech e attuale CEO di Rotonium. «Il quantum computing rappresenta un cambiamento di paradigma». È una tecnologia che, invece di basarsi sui tradizionali bit (che utilizzano il codice binario 0 e 1), opera con i qubit, ovvero unità d’informazione che possono esistere contemporaneamente in entrambi gli stati 0 e 1. Questa caratteristica è significativa. Grazie a essa, il computer quantistico «riesce, tra l’altro, a raggiungere capacità e velocità di calcolo molto superiori rispetto a quelle dei computer tradizionali, il che è particolarmente utile, ad esempio, nell’addestramento dei sistemi neurali, anche per ridurre il consumo energetico». È evidente, quindi, il motivo per cui «le grandi aziende, attive nell’AI, vogliono far parte di questa innovazione».

È vero! Il computer quantistico, operante su scale subatomiche, è estremamente instabile. È sensibile al minimo rumore di fondo, rendendo la sua realizzazione molto complessa. In altre parole, si tratta di una rivoluzione tecnologica che, nonostante i rapidi progressi scientifici, è ancora lontana, secondo molti scienziati. «Tuttavia», ribatte Siagri, «stiamo facendo passi importanti avanti. Entro tre o quattro anni potremmo vedere il suo impiego nell’industria».

Proprio uno di questi progressi ha contribuito al recente aumento delle quotazioni dei titoli legati al quantum in Borsa. Il 9 dicembre scorso, Google ha presentato un nuovo chip per il calcolo quantistico, Willow. Nei test di Google sulla memoria quantistica, Willow ha completato il processo in meno di cinque minuti, un tempo notevolmente inferiore rispetto ai diversi anni che sarebbero stati necessari per un supercomputer tradizionale. Tuttavia, persistono alcune limitazioni, come un alto tasso di errore. Nonostante i miglioramenti mostrati da Willow, rimangono delle sfide che tutti i player devono superare prima che il calcolo quantistico possa diventare un prodotto commerciale. Di fatto, molti sostengono che non è chiaro quanto tempo ci vorrà.

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Ma non sono solo le notizie legate alle grandi aziende tecnologiche a influenzare l’intero settore. Anche le novità riguardanti le singole piccole realtà hanno spinto le quotazioni. È il caso di Rigetti, che il 25 novembre scorso ha annunciato il successo nella vendita di titoli per 100 milioni di dollari, un’operazione che fa parte del programma di offerta azionaria “at-the-market” annunciato a marzo. Chiaramente, in questo caso, gli investitori hanno sfruttato la notizia del rifinanziamento sia in chiave speculativa che, più strategicamente, in prospettiva di crescita aziendale.

Certo, la crescita aziendale. International Business Machine (IBM) è tra i leader mondiali del quantum computing. Il gruppo, che finora ha seguito la sua roadmap sul tema, ha recentemente annunciato diversi progressi tecnologici. Tra questi, durante la IBM Quantum Developer Conference, il fatto che il suo processore Quantum Heron può eseguire con precisione determinati circuiti quantistici con un massimo di 5.000 operazioni di gate a due qubit. Oltre alle singole piccole realtà di settore, ci sono i colossi hi-tech che scommettono su questa frontiera tecnologica. Secondo diversi esperti, questo può essere un modo per esplorare il “calcolo quantistico” senza correre i rischi legati a startup o aziende non ancora redditizie. Proprio IBM, nonostante abbia riportato dati contrastanti nell’ultimo trimestre, con un EPS adjusted sopra le stime ma ricavi inferiori al consensus, può essere un esempio in questo senso.

Fin qui alcune riflessioni sulla tecnologia, i market mover e i protagonisti. Ma quali sono i multipli in Borsa? Guardando alle small mid cap già descritte, secondo Seeking Alpha, al 29/12/2024, IonQ ha un Price to Sales sugli ultimi 12 mesi “rolling” di 254,7, mentre il medesimo indicatore per il 2024 è di 236,3. Chiaramente, i multipli sono molto elevati. La stessa situazione si riscontra in Rigetti, dove il rapporto prezzo/vendite (sui 12 mesi passati) è, al 24/12/2024, di 155,6; e il multiplo Ev to Sales prospettico è maggiore di 282. Per quanto riguarda D-Wave, l’Ev/sales rolling e prospettico è, al 29/12/2024, rispettivamente di 238 e 256 volte. In conclusione, nonostante i singoli dati, si tratta di valutazioni molto elevate, tipiche di realtà che consumano molto capitale e scommettono sul fatto di arrivare al momento in cui le loro soluzioni o prodotti si tradurranno in vendite reali e profitti.

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Diversa, invece, è la situazione di Alphabet. Questa ha un P/E non GAAP forward superiore alla mediana di riferimento. Ma, naturalmente, la solidità e le prospettive di business, anche in relazione all’intelligenza artificiale, la rendono meno soggetta alla volatilità che caratterizza le small mid cap descritte. Alla fine, come sempre in simili contesti, la diversificazione è un approccio fondamentale per mitigare i rischi. In questo senso, può essere utile analizzare la composizione del portafoglio degli ETF investiti sul computer quantistico.

Facendo ciò, si comprendono meglio i competitor e le prospettive di un settore che, comunque, l’investitore fai-da-te deve maneggiare con estrema cautela, tenendo conto della sua propensione al rischio.

Per approfondire:

L’andamento del titolo

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