Sanità italiana, esempio da evitare

Esempio da non seguire? (foto Vito Robbiani)

“No a una sanità all’italiana!”: le casse malati svizzere sfoderano l’artiglieria pesante per contrastare la possibilità che il popolo approvi alle urne l’introduzione in Svizzera di una cassa malati unica. In Ticino è apparso anche un manifesto che, sfruttando il sentimento antiitaliano che aleggia nel Cantone, indica il sistema sanitario italiano come un esempio da non seguire.

Continuo aumento dei premi, ingenti somme pagate in più e non rimborsate, marketing aggressivo che porta a firmare contratti che prevedono cure non necessarie: sono molte le ragioni che hanno portato al successo dell’iniziativa lanciata dal Partito socialista svizzero, dai Verdi  e da altre associazioni per l’introduzione di una cassa malati pubblica che sostituisca l’attuale miriade di casse malati che si combattono per rubarsi i clienti.

In vista della votazione prevista per il 28 settembre questi combattimenti sono però cessati come d’incanto. La campagna lanciata con un dispendio di mezzi non indifferente dalle casse malati svizzere per contrastare l’iniziativa fa leva su tutti gli argomenti che negli ultimi tempi hanno fatto breccia fra gli elettori. Primo fra tutti la paura di perdere la libertà di scegliere il proprio medico. Poco importa se questa libertà non è assolutamente messa in pericolo dall’iniziativa, che elimina sì la possibilità di scegliere la cassa malati, ma non la libertà delle cure. Tant’è vero che i medici svizzeri, molto sensibili a questo argomento, hanno scelto la libertà di voto.

In Ticino non poteva mancare un riferimento, ovviamente in chiave negativa, all’Italia. Questa strategia è stata ampiamente sfruttata con grande successo da diverse formazioni politiche del cantone italofono. Poco importa se il confronto non regge assolutamente, visto che l’iniziativa si riferisce solo al sistema assicurativo, e non all’organizzazione del sistema sanitario.

MA