Italiani alla guida di auto svizzere. Altri 50 sequestri

Italiani che guidano auto con targa svizzera. In alcuni casi non si può. Risultato: dall’inizio dell’anno il Comando provinciale della Guardia di finanza di Varese ha sequestro oltre 50 autovetture di varie marche e cilindrata nei vari valichi di confine col Canton Ticino. I “colpevoli” sono persone residenti in Italia che, senza l’autorizzazione doganale e in violazione della convenzione di Istanbul, erano alla guida di un’auto immatricolata nella vicina Confederazione elvetica.

Gli oltre 50 cittadini italiani sono stati segnalati all’Agenzia delle Dogane in quanto si sono resi responsabili dell’illecito amministrativo di contrabbando che prevede una sanzione che va da due a dieci volte i diritti doganali (dazi ed Iva), gravanti sul valore del mezzo di trasporto sequestrato. Entrando nel dettaglio della Convenzione di Istanbul, la norma (entrata in vigore in Italia dal 1995) prevede la regola secondo la quale, i mezzi di trasporto immatricolati fuori del territorio doganale comunitario (come appunto la Svizzera), ad uso privato ed intestate a persone stabilite fuori dal detto territorio, possono circolare nel territorio della Comunità in regime di ammissione temporanea senza dover assolvere le formalità doganali previste (dazi ed IVA), per un periodo massimo pari a sei mesi, anche non consecutivi, a decorrere dal primo ingresso nel paese.

Il veicolo può essere utilizzato esclusivamente dall’intestatario, ovvero da un congiunto entro il terzo grado fuori dal territorio doganale comunitario, oppure da altra persona stabilita fuori dal territorio doganale, purchè debitamente autorizzata dal titolare, a condizione che il titolare o un suo congiunto, entro il terzo grado, si trovi a bordo del veicolo. La medesima norma prevede, in deroga a quanto disciplinato, la possibilità che il veicolo immatricolato fuori del territorio doganale comunitario e utilizzato per uso privato, possa essere utilizzato, in determinati casi e con determinati limiti temporali anche da persone fisiche stabilite all’interno della comunità, in possesso di apposite autorizzazione rilasciata dal competente Ufficio doganale. A quanto pare in molti ancora non lo sanno. Risultato: sequestro e multa.

Nicola Antonello