Crollo del 40% nella raccolta fondi, ma gli investimenti salgono del 17%!

Un’analisi dettagliata svelata da Aifi in collaborazione con PwC Italia illumina il settore.

Il primo semestre ha mostrato un panorama contrastante per i fondi chiusi in Italia. Mentre l’attività di investimento ha visto un aumento sia nel numero sia nel valore degli investimenti, la raccolta di fondi ha subito una decisa frenata. Questi dati emergono da uno studio realizzato da Aifi in collaborazione con PwC Italia. L’elemento più preoccupante riguarda la raccolta totale, che comprende sia fondi sul mercato sia captive, la quale ha raggiunto 1.703 milioni di euro, segnando un calo del 40% rispetto al primo semestre del 2024, periodo in cui si erano verificati importanti closing. I soggetti che hanno partecipato alla raccolta in questo periodo sono stati 29, rispetto ai 18 del periodo corrispondente dell’anno precedente.

«Il calo significativo nel fundraising nel primo semestre è evidente e la raccolta di mercato si attesta a 1,2 miliardi, metà rispetto all’anno scorso», ha commentato Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, che ha poi sottolineato: «È urgente un intervento deciso per cambiare direzione perché senza nuovi fondi non possiamo sostenere l’economia reale e senza il rafforzamento delle imprese non si può costruire un paese forte».

I principali contributori alla raccolta di mercato sono stati il settore pubblico e i fondi di fondi istituzionali con il 26%, seguiti dagli investitori individuali e i family office con il 20%, e i fondi di fondi privati con il 13%. Dal punto di vista geografico, l’85% dei capitali proveniva da investitori nazionali. Per quanto riguarda gli obiettivi di investimento, si prevede di destinare il 59% dei capitali raccolti a operazioni di buyout e il 35% a fasi early stage.

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L’andamento degli investimenti nei primi sei mesi è stato positivo: si è investito un totale di 5,215 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto ai 4,459 miliardi del primo semestre del 2024. Si sono registrate 5 operazioni superiori ai 150 milioni di euro, rispetto alle 7 dello stesso periodo dell’anno precedente. Focalizzando l’attenzione sugli investimenti inferiori ai 150 milioni, il totale ammonta a 2,732 miliardi, con un lieve aumento rispetto ai 2,364 miliardi del 2024. Il numero totale di operazioni è salito a 370, con un aumento del 24% rispetto al primo semestre del 2024, che ne contava 299, coinvolgendo 244 società. Gli investitori internazionali hanno contribuito con 3,998 miliardi di euro, il 77% del totale, mentre gli investitori nazionali hanno realizzato il 67% delle operazioni, pari a 249.

«Il mercato è prevalentemente sospinto da buyout e da investimenti in infrastrutture. Le operazioni di expansion sono ancora limitate, mentre i round early stage sono numerosi in termini di quantità, ma più contenuti in valore», ha osservato Anna Gervasoni, direttrice generale di Aifi.

Nel dettaglio, gli investimenti in venture capital (imprese in fase iniziale) sono diminuiti dell’8% in termini di valore (454 milioni), ma il numero di investimenti è cresciuto del 22% (236), indicando una riduzione della dimensione media degli investimenti. Il settore del buyout ha visto un aumento del 9% in valore, raggiungendo 2.748 milioni, e del 17% in numero, con 81 operazioni. Gli investimenti di expansion hanno subito una diminuzione del 27% in valore, pari a 270 milioni, ma un aumento del 30% nel numero di operazioni, con 30 iniziative. Gli investimenti in infrastrutture sono stati 20, contro i 7 dell’anno precedente, con un incremento del valore del 162% (1.702 milioni di euro), grazie anche a operazioni di rilievo.

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«La crescita degli investimenti infrastrutturali testimonia la necessità di nuove infrastrutture nel nostro paese, che richiedono ingenti investimenti», ha commentato Francesco Giordano, leader del settore private equity di PwC Italia. «Quasi l’80% dell’ammontare investito nel semestre proviene da fondi internazionali, mentre gli operatori nazionali si concentrano maggiormente sul venture capital e sulle operazioni di piccolo e medio mercato, con un ticket medio di circa 5 milioni di euro, in calo rispetto all’anno scorso».

«In Italia assistiamo a un fenomeno significativo: le aziende che sono cresciute grazie agli investimenti di fondi di private equity internazionali stanno emergendo come attori principali sul mercato. Queste realtà, spesso partite come imprese di nicchia o di dimensioni medio-piccole, hanno raggiunto una dimensione e una solidità tali da attrarre l’interesse dei grandi gruppi europei e globali in fase di espansione», ha aggiunto Giordano, sottolineando: «La combinazione di crescita sostenuta e di una governance efficiente, favorita dall’esperienza e dal sostegno dei fondi di private equity, rende queste aziende target ideali per strategie di acquisizione e integrazione da parte di investitori esteri, confermando il ruolo del private equity non solo come motore di sviluppo interno, ma anche come ponte strategico verso l’internazionalizzazione e la valorizzazione del tessuto imprenditoriale italiano nell’ecosistema europeo».

«Luglio e agosto hanno mostrato un buon numero di operazioni. Il trend di questi primi mesi del secondo semestre è positivo e allineato al 2024», ha osservato Gervasoni, discutendo le prospettive del mercato italiano del private equity e venture capital durante la presentazione dei risultati del primo semestre 2025. «Stiamo assistendo a una crescita del numero di operatori internazionali, che contribuiscono a diversificare e arricchire l’offerta nel nostro paese», ha continuato Gervasoni.

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«C’è stata una ripresa significativa dopo il periodo estivo. Sarà interessante vedere se le operazioni in corso verranno concluse entro fine anno. È difficile fare previsioni ora, ma c’è sicuramente molto fermento», ha aggiunto Giordano. Riguardo agli operatori internazionali, «c’è un forte interesse per il mercato italiano. Molti di questi operatori hanno aperto uffici in Italia, e questo è un segnale molto positivo», ha concluso Giordano, evidenziando che questi soggetti preferiscono le operazioni di buyout.

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