Cognomi tedeschi in Ticino e in Italia

L’incongruenza è costante: italiani, francesi o tedeschi che siano, i linguisti studiano di regola solo i nomi che ritengono «tipici» di una certa zona. Come Camponovo, Bernasconi, Taddei, Lucchini e via di seguito. Trascurano i nomi di chi è giunto in seguito.

Dei Sandmeier, Gloor, Monn, Hummel, non sappiamo nulla: una lacuna comunitaria prima ancora che scientifica. A colmarla non ci riusciremo certo noi da soli: questo è solo un avvio; seguiranno in positivo i giovani che già si delineano. Hummel è nome riscontrabile a San Gallo, Tirolo e nei Grigioni dove ad esempio nel 1750 vive Heinrich Kummel; il nome di famiglia usa(va) a Cazas, Thusis, Coira, e oggi a Cannobio. Vi dura il medio alto tedesco «hummel», svevo Hummel e parole di altre regioni. Significa dapprima «Zuchtstier, toro da allevamento». Poi passerà a indicare una «persona piena di forza e anche un tipo un po’ impulsivo». Una corrispondenza? Quella con gli Stierlin che (sul finire dell’Ottocento) giungono a Savosa, per poi, come noto, trasferire le loro serre sulla piana del Vedeggio. Per i curiosi, nulla a che fare con i Toroni (originari di Vogorno, scritti una volta Toroni , un’altra Torroni ). Qui la causa del nome non è il toro. Furono dapprima dei Vittore , poi Vittorone . Il richiamo andava al titolare della chiesa plebana del Locarnese, sorta a Muralto appunto in onore di Dio e di san Vittore.

Altri nomi svizzeri e tedeschi che di solito ripetiamo senza pensarci sono Huber e Gloor, che continua una voce latina e romancia, quella di Angular che significava «l’angolo», poi «la pietra d’angolo, la pietra che doveva riuscire portante e occorreva fosse ben salda». Huber se ne incontrano spesso nella Svizzera tedesca, in Romandia, da noi e anche nel Veneto. Era qualifica riservata alla famiglia che possedeva un podere dalle dimensioni di circa 30 iugeri. Frutto di un caso analogo sono i Lehner (da Lehn «feudo», un tempo in Baselland, oggi anche a Cadempino).

Più trasparenti altri nomi: Sandmeier (l’amministratore della cava di sabbia), Mo(o)ser (detto di chi abitava presso uno stagno; cfr. comasco Perego, ticinese Bolla, Riva Bollani, (Bol)lanini , Marazzi (tutti nello senso di «palude, lanca d’acqua»), Krähenbühl («contadini che abitavano su un promontorio spesso assediato dalle cornacchie»). Ancora: Kohler (che giungono nel 1945 ad Agno come stimati cuochi del Kurhaus di Cademario; il padre sarà il primo «straniero nel locale football-club di Agno; poi si trasferiranno anche in altre zone del Luganese, oggi tra l’altro a Porza), von Kaenel (nome dato in antico a famiglie bernesi benemerite dell’opera di bonifica e di risanamento di terreni umidi in cui avevano fatto tracciare dei canali).

Già meno nitidi casi come Reichlin, oggi presenti tra l’altro a Breganzona. È un nome che viene da «comando». Provengono da Steinen (Svitto). È una famiglia che ebbe una lunga tradizione di comandi militari (con colonnelli a capo della guarnigione svizzera a Napoli) e poi con il brigadiere Reichlin che (siamo nel 1960-85) fu un grande amico del Ticino e, ora possiamo dirlo, nei vari corsi di ripetizione aiutò nei modi più diversi (compresa la teleferica) le suore del Convento di Claro, un tempo mal ridotto e con acqua che entrava da tutte le parti, non solo dal tetto: quante le riparazioni fatte con discrezione dai soldati del genio ticinese della brigata 9.

Ottavio Lurati

(per gentile concessione di Azione, settimanale di Migros Ticino)