Accordi fiscali: per i frontalieri non deve cambiare niente

L'Aula del Parlamento

La Camera italiana ha accolto diverse mozioni che chiedono al governo di impegnarsi affinché il nuovo accordo fiscal, almeno inizialmente, non comporti un aggravio fiscale per i frontalieri. Si dovranno inoltre assumere iniziative affinché l’attuale gettito dei ristorni per i Comuni frontalieri non sia messo in discussione. Chiesta anche la sospensione delle norme sulle cure medico, che prevedono che i frontalieri debbano assumersi i costi delle cure in Italia se hanno rinunciato alla copertura assicurativa in Svizzera.

Nelle diverse mozioni si passano in rassegna tutti gli aspetti delle norme che regolano i rapporti di lavoro dei frontalieri. Il Governo italiano è ad esempio chiamato ad “ad assumere tutte le necessarie iniziative affinché, il nuovo sistema fiscale, una volta a pieno regime, non contempli condizioni fiscali che siano più sfavorevoli per i lavoratori frontalieri; ad assumere iniziative perché nel nuovo regime fiscale siano previsti i ristorni dei lavoratori frontalieri verso i comuni di residenza, con una disciplina che sia certa relativamente all’ammontare dei ristorni stessi e alle modalità di distribuzione, al fine di tenere conto delle legittime istanze dei territori di frontiera e dei suoi lavoratori; ad assumere le opportune iniziative affinché l’INPS proceda allo sblocco delle risorse per il finanziamento della legge n.?147 del 1997, che contiene un fondo finanziato con i contributi di disoccupazione pagati dai frontalieri alla Svizzera e da questa ristornati all’Italia”.

Red.