Orsted in auge a Copenaghen, via libera USA per Revolution Wind!

L’iniziativa, prossima all’80% di completamento, era stata interrotta lo scorso mese dall’amministrazione Trump. Le decisioni del presidente degli Stati Uniti hanno spinto l’azienda ad annunciare un’importante emissione di capitale per 60 miliardi di corone

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Un rialzo notevole per Orsted alla Borsa di Copenaghen segue la notizia che un giudice federale americano ha dato il via libera alla ripresa dei lavori del progetto Revolution Wind, già in fase avanzata di realizzazione e fermato il mese scorso dall’amministrazione Trump. La decisione della corte americana rappresenta una chiara sconfitta per Trump, noto per le sue critiche negative verso i parchi eolici, che ha descritto come antiestetici, poco affidabili e dispendiosi. Per Orsted, questa sentenza è un significativo trionfo.

La compagnia danese stava perdendo 2 milioni di dollari al giorno da quando il Bureau of Ocean Energy Management (Boem) degli USA aveva interrotto i lavori il 22 agosto, facendo riferimento a vaghe preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Orsted e il suo partner nella joint venture Skyborn Renewables avevano immediatamente impugnato tale decisione, evidenziando che tutte le necessarie autorizzazioni per il progetto erano state acquisite. Revolution Wind, che si trova a circa 24 km dalla costa del Rhode Island, era completato all’80% al momento dell’interruzione, con tutte le fondamenta offshore già posizionate e 45 delle 65 turbine eoliche installate. Una volta terminato, il progetto sarà in grado di fornire energia elettrica a più di 350.000 abitazioni.

Orsted e il suo partner nella joint venture Skyborn Renewables, hanno già investito o impegnato circa 5 miliardi di dollari nel progetto, che avrebbe comportato costi di cancellazione superiori a 1 miliardo di dollari, come rivelato dai documenti giudiziari statunitensi. Le politiche dell’amministrazione Trump, orientate a frenare le energie rinnovabili a favore di quelle fossili, unite alle sfide poste dall’inflazione, all’aumento dei tassi d’interesse degli ultimi anni e ai problemi nelle catene di approvvigionamento hanno portato Orsted a lanciare un aumento di capitale da 60 miliardi di corone (circa 8 miliardi di euro), offrendo nuove azioni con uno sconto del 67%. Il periodo per sottoscrivere queste azioni ha avuto inizio il 19 settembre e si concluderà il 2 ottobre. Lo Stato danese, che detiene il 51% di Orsted, parteciperà all’emissione, così come la norvegese Equinor, che possiede il 10% di Orsted. La ripresa dei lavori negli Stati Uniti rappresenta anche un importante sostegno al successo dell’operazione di ricapitalizzazione. Anche gli analisti hanno accolto favorevolmente la decisione del giudice statunitense. Arctic ha migliorato il suo giudizio su Orsted da “vendere” a “comprare” e ha impostato un prezzo target di 130 corone danesi. Clarksons Platou Securities ha migliorato la propria valutazione da “vendita” a “neutrale”, con un prezzo target di 125 corone danesi.

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