Iniziative di A2A a Bergamo, Milano e Brescia per accelerare la decarbonizzazione nazionale
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Nel percorso di decarbonizzazione che mira al 2050, l’utilizzo del calore residuo emerge come un elemento cruciale. Spesso trascurato tra le opzioni ecologiche, questo approccio può effettivamente diventare un motore di crescita per il Paese. A2A ha creduto per prima in Italia in questa possibilità, lanciando progetti basati sia sul teleriscaldamento che sul recupero di calore da impianti industriali e data center, avviando iniziative che potrebbero essere replicate in altri contesti.
L’ultima azione da parte di A2A è stata realizzata a Bergamo. A settembre è stato firmato un accordo per il recupero del calore prodotto dal termovalorizzatore Rea Dalmine, permettendo ad A2A di estendere la rete di teleriscaldamento della città senza ricorrere a combustibili fossili. A partire dal prossimo autunno, l’azienda potrà fornire calore ecologico alla città, riscaldando fino a 11mila appartamenti aggiuntivi, utilizzando il calore residuo del Rea Dalmine. Con l’aggiunta di una nuova turbina e uno scambiatore di calore, il sistema cogenerativo permetterà di aumentare il rendimento energetico dell’impianto dal 27% all’oltre l’80%, producendo 95mila MWh di energia elettrica e recuperando 90mila MWh termici all’anno, che prima venivano dispersi in atmosfera.
In totale, il progetto ha richiesto un investimento di circa 30 milioni di euro, con più di 20 milioni destinati al collegamento alla rete di teleriscaldamento e alle modifiche alla centrale Goltara, a cura di A2A Calore e Servizi; e circa 9,5 milioni per la nuova sezione cogenerativa, a cura di Rea Dalmine. Attualmente, la rete di teleriscaldamento di Bergamo si estende per oltre 87 chilometri, riscaldando circa 37mila appartamenti e riducendo le emissioni di CO2 di 20mila tonnellate.
Nei prossimi cinque anni, A2A Calore e Servizi prevede di allargare la rete di ulteriori 22 chilometri, portando benefici ambientali ed economici alle famiglie. Il calore recuperato da Rea Dalmine permetterà di spegnere 11mila caldaie, riducendo l’emissione di CO2 tanto quanto farebbe un impianto di 25.000 pannelli solari. L’estensione del teleriscaldamento ridurrà le emissioni di CO2 di circa 15.000 tonnellate all’anno.
A2A ha anche lanciato il primo progetto per il recupero di calore dai data center a Milano con il Data Center “Avalon 3” di Retelit. Questo progetto fornirà energia a 1.250 famiglie aggiuntive all’anno, risparmiando 1.300 tonnellate equivalenti di petrolio (Tep) e prevenendo l’emissione di 3.300 tonnellate di CO2, equivalenti ai benefici ambientali di 24.000 alberi.
Il progetto, sviluppato in collaborazione con Dba Group, prevede la costruzione di un impianto che sarà operativo all’inizio del 2026. Il calore residuo del Data Center Avalon 3 di Retelit, che con i suoi oltre 3.500 mq e 3,2 MW di potenza, è il principale punto di interconnessione internet in Italia e sarà integrato nella rete di teleriscaldamento gestita da A2A Calore e Servizi. Questo aumenterà l’offerta di energia verde per le famiglie dell’area ovest di Milano, fornendo 2,5 MWt di potenza termica annuale e un aumento di 15 GWh di energia recuperabile.
Inoltre, il progetto avviato a Brescia, che è stata la prima città italiana a implementare il teleriscaldamento, oggi dispone di una rete che si estende per 682 chilometri e serve 21.700 utenze (una utenza può includere più appartamenti, come nei condomini). La rete ha riscaldato circa 43 milioni di metri cubi nel 2023, equivalenti a quasi 180mila appartamenti, evitando l’emissione di oltre 115mila tonnellate di CO2. La maggior parte del calore per la rete proviene da fonti non fossili, inclusi il Termoutilizzatore e il calore residuo di due acciaierie (Ori Martin e Alfa Acciai), oltre agli accumulatori termici. Le tre linee del Termoutilizzatore generano oltre il 70% del calore distribuito dalla rete di teleriscaldamento di Brescia e energia elettrica sufficiente per 200.000 famiglie, risparmiando circa 160mila tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e prevenendo l’emissione di 683mila tonnellate di CO2 nel 2023. Un processo che è stato ulteriormente ottimizzato con il completamento del progetto di “flue gas cleaning” alla fine del 2023: un investimento di circa 110 milioni di euro per rendere il Termoutilizzatore ancora più efficiente e sostenibile. Grazie a una tecnologia innovativa, è stato possibile recuperare anche il calore dei fumi, prima dispersi in atmosfera, generando energia termica aggiuntiva per 12.500 famiglie a parità di rifiuti trattati: questo ha ridotto ulteriormente l’uso del gas per la rete di teleriscaldamento e ha portato il rendimento dell’impianto vicino al 100% (dal 84% al 98%). Nei prossimi mesi sarà integrato nel sistema un nuovo Data Center, dal quale recuperare ulteriore calore per il teleriscaldamento: il progetto pilota è atteso entro la fine dell’anno.
Il valore strategico del recupero del calore di scarto per raggiungere la neutralità climatica è stato sottolineato anche da uno studio condotto da A2A e The European House Ambrosetti, presentato durante l’ultima edizione del forum di Cernobbio. Il position paper evidenzia che la sfida per la neutralità climatica deve essere affrontata principalmente nelle città. In questo contesto, il potenziale del teleriscaldamento in Italia è stimato in 53 TWh, un volume 4,4 volte superiore rispetto all’energia attualmente fornita, che è di circa 12 TWh. Analizzando la composizione del potenziale di teleriscaldamento a livello nazionale, il 38% proviene da calore di recupero ad alta temperatura, il 32% dalla geotermia, il 32% da calore di recupero a bassa temperatura, il 2% dal calore ambientale, mentre l’1% dal solare termico. Lo studio rileva che questo potenziale nei comuni capoluogo italiani è di circa 9,7 TWh, distribuito geograficamente come segue: 37% nel Nord-Ovest, 25% nel Centro, 21% nel Nord-Est e 17% nel Sud e isole. Sfruttare pienamente questo potenziale, che rappresenta l’81% dell’energia di teleriscaldamento fornita oggi in Italia e il 10% dei consumi termici delle città, permetterebbe di evitare l’emissione di 1,7 milioni di tonnellate di CO2, equivalente a circa il 3% delle loro emissioni totali
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Esperta di finanza con oltre dieci anni di esperienza, Claudia Rossi fornisce consulenze strategiche su investimenti e gestione finanziaria nel contesto frontaliere. Laureata alla Bocconi, aiuta i nostri lettori a navigare il complesso mondo finanziario tra Italia e Svizzera.