Risparmio record per le banche: 3,2 miliardi in 4 anni sui costi del personale!

Tra il 2020 e il 2023, le banche italiane hanno visto un decremento netto di 35.343 dipendenti con un rapporto di 0,62 nuove assunzioni per ogni partenza

Durante il periodo 2020-2023, le banche italiane hanno registrato un risparmio di circa 3,2 miliardi di euro sui costi del personale. Analizzando i dati delle dichiarazioni non finanziarie degli istituti bancari e confrontandoli con il costo medio del personale di 91.065 euro riportato per il 2023 dalla banca dati statistica della Banca d’Italia, emerge questo significativo risparmio.

I dati sono stati elaborati dal centro studi Uilca “Orietta Guerra”, evidenziando che su un totale di 93.355 dipendenti usciti, sono stati assunti 58.012 nuovi lavoratori. Di conseguenza, il saldo netto è di 35.343 dipendenti, con un tasso di 0,62 ingressi per ogni uscita.

Tra gli istituti con un maggiore squilibrio tra uscite e assunzioni figurano UniCredit, Intesa Sanpaolo e Mps, con saldi negativi di -14.340, -10.178 e -5.553 rispettivamente. Al contrario, Cassa Centrale Banca, Credem e Iccrea hanno mostrato un saldo positivo con 750, 418 e 304 nuove assunzioni. È interessante notare che alcune banche forniscono dettagli più specifici sulle cause delle uscite nelle loro dichiarazioni non finanziarie. Ad esempio, da Intesa Sanpaolo, 839 dipendenti hanno lasciato per dimissioni, 193 per pensionamento e 2.260 attraverso il fondo di solidarietà nel 2023. Altri istituti che forniscono dettagli simili includono Banco Bpm, Credit Agricole Italia, Volksbank, Popolare Sondrio e Banco Desio.

“L’occupazione è una questione cruciale nel settore bancario, dove aumentano carichi di lavoro, pressioni commerciali e stress correlati al lavoro,” ha detto Fulvio Furlan, segretario generale del sindacato bancario Uilca, commentando i dati. “Proprio per questo, nella negoziazione del rinnovo del contratto nazionale dei bancari, abbiamo dato grande importanza a facilitazioni nell’assunzione, riduzione degli orari di lavoro, equilibrio tra vita e lavoro e benessere dei dipendenti”. Ha inoltre aggiunto: “Nei successivi accordi aziendali, abbiamo concordato tassi di sostituzione superiore al 50%, con soluzioni vantaggiose per i dipendenti che continuano a lavorare, respingendo proposte non in linea con questa visione.”

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Qual è la posizione dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi)? “Il settore bancario italiano si confronta con le sfide comuni a tutti i settori produttivi e mira al futuro con focus sulla formazione, l’attenzione alle persone e il ricambio generazionale, grazie anche al dialogo continuo con i sindacati,” spiega Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario di Abi. “L’andamento dell’occupazione riflette il bilancio tra le uscite e le nuove assunzioni, con quasi diecimila nuovi posti di lavoro ogni anno, molti dei quali occupati da giovani e donne, e con più del 99% dei lavoratori a tempo indeterminato.”

Recentemente sono stati siglati nuovi accordi tra luglio e ottobre da Bper, Intesa Sanpaolo e UniCredit, con tutti i sindacati di categoria che hanno approvato un tasso di sostituzione tra il 70 e il 75 percento.

Banco Bpm si distingue tra le grandi banche italiane per non aver ancora raggiunto un nuovo accordo sulle uscite e le assunzioni. Esiste una divisione tra i sindacati: da una parte le federazioni e dall’altra Fabi e Unisin.

“Abbiamo appreso l’11 novembre scorso da un giornale che l’AD Giuseppe Castagna ha proposto 1.100 nuove assunzioni contro 1.600 uscite. Se questa proposta sarà confermata, siamo pronti a discuterne immediatamente,” ha affermato Cristina Cavina, segretaria responsabile First Cisl del gruppo Banco Bpm. Gianpaolo Fontana, coordinatore della Fabi in Banco Bpm, ha aggiunto: “Non ci siamo mai allontanati dal tavolo delle trattative e siamo sempre stati aperti al dialogo con l’azienda per trovare una soluzione. Attualmente, sulla tavola ci sono 1.100 uscite e 800 assunzioni, più altre 113 assunzioni effettuate da marzo”.

Banco Bpm ha iniziato una trattativa con le parti sociali, ma le federazioni non hanno considerato adeguata la proposta di 913 assunzioni in risposta a 1.100 uscite previste dall’accordo sul fondo di solidarietà, un’offerta che migliora rispetto ad altre banche nazionali. L’istituto ha comunicato che “intraprenderà ulteriori piani di pensionamento incentivato, continuando il dialogo con tutte le parti sociali”.

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