I pannelli fotovoltaici subiscono inevitabilmente un processo di degradazione nel tempo, con conseguente calo della loro capacità di generare energia elettrica. Questa realtà spinge i produttori a offrire garanzie di produzione, un aspetto cruciale per chi deve scegliere il modello e la marca dei propri pannelli. Ma quanto resistono realmente i pannelli solari nel lungo termine, superando i limiti della garanzia? Una risposta arriva da un progetto pionieristico in Francia, che vanta una storia unica e straordinaria.
Un impianto solare storico: la centrale Phébus 1
Nel 1992, l’associazione Phébus (oggi nota come Hespul) ha realizzato il primo impianto solare francese connesso alla rete elettrica. Situata a Lhuis, nel dipartimento dell’Ain, questa piccola centrale è stata finanziata attraverso una sottoscrizione pubblica, anticipando il concetto moderno di crowdfunding. L’impianto, composto da soli 10 pannelli per una potenza di appena 1 kilowatt di picco (kWp), è stato installato sul tetto della casa di un membro dell’associazione, un attivista antinucleare vicino alla centrale di Superphénix a Creys-Malville.
Nonostante la sua modesta dimensione, l’impianto ha prodotto in media 650 kWh all’anno per decenni, mantenendo una performance sorprendente. Nel corso degli anni, i pannelli sono stati sottoposti a test rigorosi per valutare il loro stato e il calo di efficienza.
Risultati straordinari dopo oltre tre decenni
Grazie al supporto di Certisolis, un ente di certificazione, e della società Isowatt, sono stati effettuati test accurati per misurare la potenza residua dei pannelli. Utilizzando la tecnica del “flash test”, prevista dalle norme internazionali, i pannelli sono stati esposti a una luce intensa in una camera controllata per verificare la loro efficienza rispetto ai valori iniziali di fabbricazione.
Dopo 20 anni, i pannelli conservavano ancora il 91,7% della loro potenza iniziale. Sorprendentemente, dopo 32 anni, erano ancora in grado di produrre il 79,6% della potenza originaria. In termini pratici, questo si traduce in un calo medio annuo dello 0,6%, con una perdita più lenta nei primi 20 anni (0,4% all’anno) e un’accelerazione negli ultimi dieci anni (1,1% all’anno).
Confronti con altri studi internazionali
Questi risultati sono in linea con studi scientifici condotti su impianti fotovoltaici storici, come la centrale TISO in Svizzera, la più antica d’Europa. Anche qui, i ricercatori hanno osservato una perdita di efficienza compresa tra lo 0,2% e lo 0,7% annuo su pannelli in funzione da oltre 35 anni. Questi dati confermano la solidità delle garanzie offerte dai produttori e dimostrano la longevità della tecnologia fotovoltaica.
Una tecnologia matura e affidabile
L’associazione Hespul, alla luce di questi test, ha dichiarato: “Questi risultati confermano la fiabilità del fotovoltaico, una tecnologia matura e in grado di diventare una delle principali fonti di energia a livello globale”. Un’affermazione che trova supporto non solo nei numeri, ma anche nell’esperienza concreta di impianti che, nonostante l’età avanzata, continuano a contribuire in modo significativo alla transizione energetica.
Uno sguardo al futuro
Questa storia dimostra che investire nel fotovoltaico è una scelta sostenibile nel lungo termine. La tecnologia ha dimostrato di essere resiliente, con performance che superano le aspettative iniziali. Oltre a rappresentare un’opportunità per ridurre le emissioni, i pannelli solari si rivelano una risorsa affidabile anche dopo decenni di utilizzo, portando benefici ambientali ed economici duraturi.
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