Frontalieri, due strade chiuse. Le alternative alla coda di Ponte Tresa

Due strade chiuse, pioggia e pericolo di altri smottamenti. Non c’è pace per i frontalieri che in questi giorni sono sommersi dai problemi derivati dall’acqua che sta colpendo il Varesotto. In particolare le piogge hanno causato due frane che hanno consigliato di chiudere altrettanto strade particolarmente utilizzate da chi si sposta attorno al valico di Lavena Ponte Tresa.

La prima strada colpita, per cui in settimana potrebbe essere ripristinata la circolazione, è la sp 61 di Cremenaga. Decisamente peggiore la situazione a Cadegliano Viconago, una scorciatoia per evitare Ponte Tresa che rimarrà off-limits per mesi. Il sopralluogo di oggi (10 novembre) ha stimato in 325.000 euro i danni pubblici causati dalla frana che venerdì scorso ha provocato la chiusura della strada fra Cadegliano e Avigno. Chiaramente visto l’importo ingente dei lavori da compiere, il piccolo municipio cadeglianese non potrà mai “coprire” da solo le spese per il ripristino: “Attendiamo aiuti dalla Regione – spiega il sindaco Arnaldo Tordi – e, per ora, potrei ipotizzare una chiusura dai sei mesi ai due anni. Oggi non ho alcun elemento per dare una tempistica precisa”. Risultato: tutto il traffico dei frontalieri si è riversato su Ponte Tresa. “Nell’orario di punta da Avigno ogni giorno passavano almeno 200 automobili – dice Tordi -. Ora non possono più e così devono transitare dal lago Ceresio. Stamattina la colonna arrivava fino Marchirolo, superando i due chilometri e con tempi di percorrenza lunghissimi. Mai visto”. Si consiglia, ove possibile, di evitare il valico di Ponte Tresa, anche a costo di allungare un po’ il tragitto per evitare l’incolonnamento perpetuo.

Purtroppo, invece, gli smottamenti in quel posto non sono nuovi: quello colpito è il famoso tratto di strada già sottoposto a misure di sicurezza e lavori negli anni scorsi e che, venerdì scorso, ha lasciato cadere sulla carreggiata una grande quantità di fango e di detriti. L’amministrazione comunale sta costantemente monitorando anche la situazione delle abitazioni della zona anche se le notizie che si attendono con ansia sono tre: la riapertura della sp 61 e l’eventuale finanziamento che potrebbe arrivare dalla Regione utilizzando i fondi riservati ai danni da calamità naturale. E soprattutto che il cielo smetta di riversare acqua fermando il flagello che in questi mesi si è abbattuto sul Varesotto.

Nicola Antonello