Il presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, ha ratificato la legge di bilancio per il 2025 durante una cerimonia ufficiale avvenuta domenica scorsa. Questo evento segna l’approvazione del bilancio più elevato nella storia del paese, che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio. La firma è avvenuta alla presenza dei membri del nuovo governo, nel palazzo presidenziale di El Mouradia.
Il 16 novembre, il Parlamento algerino, con il consenso di entrambe le camere, ha approvato all’unanimità il bilancio per il 2025, che prevede un deficit storico e una spesa senza precedenti. Il bilancio non introduce nuove tasse e offre numerose esenzioni fiscali e doganali per i prodotti importati, a tutela del potere d’acquisto dei cittadini. La legge finanziaria stabilisce una spesa totale di oltre 16,7 mila miliardi di dinari (128 miliardi di dollari), con un aumento del 10% rispetto al 2024 (112 miliardi di dollari).
I ricavi previsti ammontano a 8.523 miliardi di dinari (64 miliardi di dollari), con un aumento del 4,5%. Le esportazioni di idrocarburi sono previste in crescita dell’1,9%. Il bilancio si basa su un prezzo del petrolio di 70 dollari al barile per i prossimi tre anni. Si stima tuttavia un peggioramento del deficit di bilancio, che dovrebbe raggiungere i 8.271 miliardi di dinari (62 miliardi di dollari), pari al 19,8% del PIL, rispetto ai 43 miliardi del 2024. Nonostante la forte dipendenza dalle entrate derivanti dagli idrocarburi, che rappresentano circa il 90% delle entrate in valuta estera del paese, l’Algeria prevede una crescita economica del 4,5% nel 2025 e 2026, che dovrebbe scendere al 3,7% nel 2027 a causa di un rallentamento previsto nel settore energetico.
La legge finanziaria 2025 riflette l’ambizione del governo algerino di investire significativamente in settori chiave, mentre cerca di mitigare gli effetti della dipendenza dagli idrocarburi. Con un incremento della spesa pubblica del 10% rispetto all’anno precedente, l’Algeria mira a sostenere l’economia di fronte alle sfide interne ed esterne.
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Marco Bianchi, laureato in economia all’Università di Milano, si specializza nell’analisi delle tendenze del mercato del lavoro transfrontaliero. Appassionato delle dinamiche economiche regionali, offre uno sguardo esperto sulle politiche economiche e l’impiego che influenzano i frontalieri.