Scuola: il concorso lo vince un frontaliere, il posto va alla ticinese

Partecipa a un concorso pubblico per insegnare musica alle scuole superiori del Canton Ticino. Arriva primo, ottenendo il giudizio di “ottimo” ma, una volta giunti ad assegnare la cattedra, vince la seconda arrivata, che aveva ottenuto “buono”. Forse perché lui è italiano e lei è svizzera? Chissà. A denunciare la vicenda è L.P., varesino di 33 anni, che sta combattendo a suon di ricorsi quella che ritiene un’ingiustizia. Un caso personale, certo, ma che potrebbe essere conseguenza dei pessimi rapporti di questi anni fra l’Italia e i vicini di casa ticinesi.

Dopo aver appreso di essere stato scavalcato in classifica, l’aspirante professore di musica inizia una battaglia legale, cercando di riconquistare quanto aveva “vinto” sul campo. Ma il Decs, il Dipartimento Educazione, cultura e sport ticinese non è d’accordo: “Secondo loro – dice – chi nomina il vincitore può deciderlo all’interno di una rosa di idonei e non scegliere il migliore. Giova però sottolineare come qualsiasi candidato in possesso dei requisiti posti nel bando è già idoneo all’insegnamento, mentre la giustificazione emersa non è presente da nessuna parte. Anzi. Nel Canton Ticino esiste una legge molto chiara sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, che disciplina le assunzioni nel comparto della scuola. Si dispone senza mezzi termini che qualunque criterio preferenziale (da cui deriva la rivendicata discrezionalità dell’autorità di nomina) può valere solo e soltanto a parità di requisiti di idoneità tra due o più candidati”.

Mentre stando alle carte, il frontaliere ha preso “ottimo”, l’altro “buono”. “È davvero desolante – aggiunge il varesino – leggere certe motivazioni da parte della autorità cantonali quando questi per primi, in qualità di professionisti nel settore dell’istruzione, sanno che una valutazione “sufficiente” non coincide con una valutazione “buona”, “molto buona” nè tantomeno “ottima””. E ancora: “In buona sintesi, secondo il Decs, i concorsi pubblici non hanno il compito di individuare i candidati più meritevoli, ma di offrire all’autorità di nomina la possibilità di esercitare il proprio apprezzamento, facendo prevalere, come nella fattispecie, i soli criteri preferenziali. Viene da sè che un candidato che non abbia frequentato le scuole in Svizzera, non abbia esperienza professionale in Svizzera, non conosca parimenti il territorio e la cultura svizzera, sarà sconfitto in partenza”. “Peccato – dice ancora il varesino – che in ogni parte del mondo un concorso equivalga ad una competizione e chi ottiene la valutazione/punteggio migliore prevale. Vince. Qui no. I cittadini ticinesi devono sapere che il personale della scuola pubblica viene assunto mediante procedure concorsuali in cui le Commissioni svolgono di fatto una funzione meramente consultiva, svuotando di significato il loro importante lavoro e mortificando al contempo l’operato degli esaminatori e i meriti dei candidati migliori”.

Va detto che un po’ ovunque, pure in Italia, si registrano casi di concorsi non proprio cristallini. I ricorsi, insomma, fioccano. A volte si dà ragione al ricorrente, a volte no. Cosa succederà in questo caso? Si vedrà. Già perché il Decs, contattato attraverso il direttore Manuele Bertoli si limita a replicare: “Essendo il caso di cui lei si sta occupando tuttora sub judice, capirà che mi è impossibile prendere posizione rispetto alle domande che lei mi pone”. Per ora, insomma, è tutto rimandato. A settembre.

Nicola Antonello