Salari in euro: denunciate altre due ditte ticinesi

Due altre ditte ticinesi sono finite sotto il tiro dei sindacati per aver introdotto arbitrariamente i salari in euro per i frontalieri. Si tratta della filiale di Stabio della Schöni Transport AG e della Deltacarb SA di Pambio/Noranco.

Il caso della Schöni, denunciato dal sito antidumping del sindacato UNIA denunciamoli.ch , si presenta come segue: il salario di dicembre 2014 è preso come riferimento e diviso per 1,20. La perdita è notevole: su un salario di 4’000 franchi mensili, questa ammonta a 666 franchi, ossia il 16,65%. La perdita sull’anno è di 8’666 franchi (666 x 13)! Lo stesso criterio è usato per calcolare il 13° salario: un’altra perdita secca di 666 franchi. Lo stesso dicasi per le spese forfetarie mensili: queste a dicembre 2014 ammontavano a 800 franchi. Con il tasso fisso a 1,20, l’ammontare delle spese forfetarie mensili passa a 666 franchi, arrotondati a 700 franchi. Ciò significa una perdita annuale a questo livello di 1’200 franchi. Complessivamente, la perdita totale di un lavoratore frontaliere del gruppo Schöni ammonta a circa 10’000 franchi!

Presso la sede della Deltacarb SA di Stabio/Noranco il sindacato OCST ha organizzato una manifestazione di protesta, dopo che la ditta ha deciso di intervenire sui salari del mese di gennaio (meno di 10 giorni dopo l’annuncio della BNS), violando la legge che che impedisce ai datori di lavoro di intervenire unilateralmente sul salario per far fronte a un rischio aziendale. Ancor più grave – sottolinea il sindacato – è il fatto che chi ha “osato opporsi” a questa decisione sia stato licenziato.

Con l’azione di protesta, OCST chiede a Deltacarb SA di annullare il provvedimento preso nel mese di gennaio e sospendere interventi sui salari annunciati, di annullare il licenziamento palesemente abusivo e di definire un incontro con OCST per verificare la reale situazione aziendale e aprire una vera discussione.

Dal canto suo la direzione della ditta fa sapere che si tratta di un provvedimento temporano, preso di comune accordo con i dipendenti allo scopo di salvare i posti di lavoro.

Red.